“Sacra Famiglia Canigiani”

Il soggetto riprende la storia che vuole un incontro, da bambini, tra Gesù e san Giovanni Battista, nel quale quest’ultimo subito riconobbe la divinità del figlio di Dio. Il dipinto è firmato dal pittore lungo l’orlo dell’abito della Vergine “RAPHAEL URBINAS”.

È una scena di vita famigliare. I bambini giocano al centro protetti dagli adulti. La scena di fondo è composta da una veduta di città. In primo piano è la Sacra Famiglia: San Giuseppe, in piedi appoggiato al bastone, è fra Santa Elisabetta (a sinistra) e la Madonna (a destra) che tengono sulle ginocchia i rispettivi figli, San Giovannino e Gesù che giocano con un cartiglio. Fra i sacri personaggi c’è una forte intesa sentimentale sottolineata dagli sguardi incrociati carichi di grande umanità. Gambe e Braccia di Maria ed Elisabetta, Gesù e Giovannino creano un movimento avvolgente, di memoria classica, armonizzato dalla figura di Giuseppe stante, che chiude il cerchio. Sopra di loro un coro di angeli appoggiati sulle nuvole, riemersi dopo un restauro. Di straordinaria qualità è anche il paesaggio sullo sfondo, nel quale compaiono vedute di città e vari angoli paesaggistici. Raffaello ha ormai compiutamente assimilato le ricerche di Leonardo e di Michelangelo, da cui trae a modello il Giuseppe del tondo Doni, definendo movimenti e volumi che si armonizzano nelle continue varietà dei piani, sostenuti da colori, che pur costruiti su morbidi modellati acquistano energia e solidità. L’impostazione è semplice ma eloquente, intrinseca di solennità ma addolcita con i gesti intimi e familiari dei personaggi. Si evidenzia una decisa ricerca di delicate corrispondenze formali, nella ritmica del tratto e delle curve, oltre a quelle psicologiche, sguardi e gesti infatti si intrecciano sapientemente, in un complesso studiatissimo ma dall’effetto estremamente semplice e naturale, con un tono sereno e pacato.
LA BIOGRAFIARaffaello (Urbino, 1483) è stato un pittore e architetto italiano, tra i più celebri del Rinascimento italiano. Nella formazione di Raffaello, fu determinante il fatto di essere nato e di aver trascorso la giovinezza ad Urbino, che in quel periodo era un centro artistico di primaria importanza che irradiava in Italia e in Europa gli ideali del Rinascimento. Aveva la straordinaria capacità di penetrare il carattere individuale dei personaggi e degli eventi, era un curioso intellettuale attratto dall’innovazione. Un’altra delle sue doti era la capacità di assimilare nuovi elementi dalle ricerche di altri artisti e di farli suoi. Raffaello, detto il “Divino Pittore”,  fu uno dei pittori più influenti della storia dell’arte occidentale. In Raffaello si coglie il “misterioso non so che” che costituisce la chiave giusta per accostarci al pittore marchigiano. Morì il 6 aprile 1520.




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