testimonianza

Una famiglia sulle orme di Bartolo Longo

di Giovanna Abbagnara

“Noi ti consegniamo o Padre la nostra piccola vita, i nostri desideri, le nostre aspirazioni, ma anche le nostre paure e sconfitte; ti consegniamo i nostri figli, uno ad uno: Emanuela, Antonio, Raffaele Giovanni Paolo, David Maria e infine la nostra piccola Maria Celeste, che vedrà la luce tra pochi giorni, all’ombra della tua Madre; sono tuoi! Fa’ per loro ciò che Tu vuoi”. Queste le parole accorate e fiduciose che la sera del 7 dicembre Alfredo e Roberta Cretella, una giovane coppia di Succivo (CE) pronunciavano nella Cappella Bartolo Longo dopo aver ricevuto dal vescovo di Pompei, Mons. Tommaso Caputo, il mandato di custodi dell ’Oasi Vergine del Sorriso, la prima opera del nascente Centro per il Bambino e la Famiglia dedicato a Giovanni Paolo II.

Era il 7 ottobre del 2003 quando Giovanni Paolo II in visita pastorale al Santuario di Pompei, concluse il suo discorso con queste parole: “Siate “operatori di pace”, sulle orme del Beato Bartolo Longo, che seppe unire la preghiera all’azione, facendo di questa Città mariana una cittadella della carità. Il nascente Centro per il bambino e la famiglia, che gentilmente mi si è voluto intitolare, raccoglie l’eredità di questa grande opera”. Oggi il sogno diventa realtà. Vengono spalancate le porte della prima casa di accoglienza grazie alla disponibilità di una famiglia della Fraternità di Emmaus che ha scelto di lasciare la sua casa per condividere la quotidianità con i più piccoli. Un carisma, quello della preghiera che si intreccia con la carità, che è uno dei pilastri fondamentali di questo giovane movimento ecclesiale nato intorno agli anni ’90 per opera di un sacerdote, don Silvio Longobardi e che oggi vede la presenza di altre Oasi, oltre che in Italia, anche in Burkina Faso e in Ucraina. Un’attenzione particolare alla famiglia nata sotto l’impulso del magistero di Giovanni Paolo II che si concretizza in una attenta azione culturale e in una generosa condivisione quotidiana grazie alla disponibilità di tante famiglie. Azione coordinata e attentamente seguita dalla Federazione Progetto Famiglia, un’associazione di enti no profit che da anni opera sul territorio nazionale ed estero. “Abbiamo lasciato la nostra casa per iniziare questa avventura di carità, spinti dal desiderio di rispondere ad un invito di Dio.

L’eucarestia quotidiana e la concreta condivisione con i nostri amici della Fraternità di Emmaus sono la nostra forza” affermano trepidanti ma sereni Alfredo e Roberta e aggiungono “quando abbiamo incontrato l’arcivescovo di Pompei, Mons. Tommaso Caputo, ci ha condotti davanti al quadro della Madonna di Pompei, da poco restaurato e lì ci ha benedetti. Da quel momento sappiamo che Maria accompagna e guida i nostri passi”. Una scelta, quella della famiglia Cretella, che pone l’accento sul protagonismo dei laici nella Chiesa, in piena continuità con il pensiero e l’opera del beato Bartolo Longo che scelse di restare laico e in prima persona consumò la sua vita nel servizio alla Chiesa attraverso la preghiera e la carità. La presenza di una piccola cappellina con Gesù Eucarestia all’interno dell’Oasi Vergine del Sorriso s o t t o l i n e a maggiormente che il servizio sgorga limpido dalla preghiera e d a l l ’ a s c o l – to. Solo in ginocchio si impara ad amare l’altro e a servirlo. Nell’omelia, c o m m o s s o e felice, S.E. Mons. Caputo, che ha seguito e ha fortemente voluto l’apertura di questa prima opera, ha detto: “La Chiesa ci invita a contemplare Maria Immacolata come una gemma nel tempo di Avvento. Noi stasera cantiamo un canto nuovo. La vita di Maria è immersa nel mistero di Dio, ella è il sogno di Dio che si è realizzato. L’inaugurazione del centro e l’apertura dell’oasi Vergine del Sorriso è possibile grazie a delle persone che hanno seguito l’ispirazione di Dio. Innanzitutto don Silvio Longobardi che è stato docile al progetto di Dio. Dal suo sì è scaturita una realtà che sta facendo tanto del bene in Italia e nel mondo. Roberta e Alfredo con i loro figli, forti del sostegno della loro Fraternità, iniziano un’avventura straordinaria. Si donano sempre più tra di loro per donarsi anche agli altri”.

E poi facendo riferimento alla nuova enciclica di papa Francesco Evangelii Gaudium aggiunge: “Annunciare il vangelo ci deve rendere pieni di gioia, ci dice il papa, e la vita si rafforza donandola e si indebolisce nell’isolamento. Coloro che sfruttano di più le possibilità della vita sono quelli che lasciano una riva sicura e si appassionano per comunicare la vita agli altri, Alfredo e Roberta hanno fatto questo. E lo fanno all’interno della Chiesa per vivere pienamente la loro vocazione di cristiani”. Dopo pochi giorni dall’inaugurazione, il 18 dicembre, come un sigillo di Dio su questa scelta, è nata Maria Celeste. Nonostante il parto che si presentasse difficile e complicato, tutto si è svolto con fatica ma molto serenamente. Al ritorno dall’ospedale, Alfredo e Roberta si sono recati subito a far visita alla Vergine Maria presso il Santuario e hanno incontrato il vescovo Caputo che benedicendo e lodando Dio per il dono dei figli, ha donato loro una statua di Gesù Bambino che è stata posta la notte di Natale nell’Oasi e lì resterà come il richiamo continuo alle meraviglie che Dio opera in chi con totalità e fiducia si affida al suo progetto d’amore. Il Beato Bartolo Longo, alla fine della sua entusiasmante e carismatica vita, sempre densa di fede filiale nella Divina Madre ebbe a dire: “Credevamo di essere protagonisti e ci siamo accorti di essere stati solo dei semplici spettatori”.

Quanta verità ed intuizione profetica in questa frase, che accompagna il cammino di ogni cristiano di buona volontà, che come il Beato sperimenta quanto il suo sì è solo la miccia che serve a Dio per compiere meraviglie.

Cos’è un’Oasi della Fraternità di Emmaus?

Le oasi sono il frutto e il segno di una storia plasmata dallo Spirito. Sono i conventi del terzo millennio nei quali sposi e vergini condividono, fianco a fianco, la gioia di vivere e testimoniare il Vangelo. Sono luoghi in cui la comunione fraterna diventa legge di vita, obiettivo irrinunciabile verso cui tendere nonostante le ferite generate dall’umana fragilità. Sono piccole case in cui la preghiera s’intreccia con la carità, l’ascolto della Parola con l’accoglienza dei fratelli. S’impara così a coniugare amore di Dio e amore del prossimo come in tutte le famiglie cristiane.
Per info: www.fraternitadiemmaus.org




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1 risposta su “Una famiglia sulle orme di Bartolo Longo”

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