donna e comunicazione

DNA creativo

@ Gorbash Varvara - Shutterstock.com

di Giovanna Abbagnara

In famiglia, con i figli, a lavoro: Volti e Storie di donne che si impegnano con passione nel mondo della comunicazione.

«Quale rapporto esiste tra donna e comunicazione?» mi domanda una giovane collaboratrice, alla sua prima esperienza con la carta stampata. Presa alla sprovvista, le ribatto: «Lasciami pensare un attimo!». E così, per risponderle, sono portata a guardarmi dentro, tuffandomi nel mare agitato dei miei giorni, scandagliando le riflessioni che accompagnano i silenzi notturni dopo aver chiuso il pc. Alla fine – dico a me stessa – il suo quesito suona così: “Da donna come abiti il mondo della comunicazione?”. Posta in tal modo, la cosa non mi fa più paura, anzi fa nascere in me il sorriso, al pensare che il mio Luca, in prima classe, aveva descritto il lavoro della sua mamma, un po’ come il suo, seduto con il grembiule, per imparare a comporre parole.

Donna e comunicazione sono due termini per me interscambiabili. Il vocabolario li accomuna perché entrambi sostantivi femminili, ma il solo genere non basta a far nascere la magia della mia vita. Ci vuole complicità, fantasia, amore per la verità, per ciò che di bello e di buono riesci a intravedere nella vita di ogni giorno e che scopre solo chi ha il coraggio di rischiare. La comunicazione è donna perché ogni donna, dalla prima, ha ricevuto in sé la capacità di essere, vivere e generare comunicazione, di aprirsi al dialogo così da far nascere il dono che l’altro fa a te solo quando tu lo fai a lui. Un bimbo, appena concepito, incomincia a relazionarsi con la propria mamma che trasmette in dono la stessa vita che la sostiene. Quando la donna, ogni donna, fa della comunicazione il suo lavoro, traduce in parole, figure e suoni la dinamica che, da donna la rende madre. Il mio, infatti, non è un lavoro come un altro, perché sono chiamata a trasmettere la vita che il dialogo e lo scambio, gli incontri e le letture, la preghiera e la battaglia quotidiana fa sorgere dal connubio del mio pensare ed amare.

L’arte è donna ed ogni arte comunica il segreto della vita solo quando, spogliandosi del desiderio di appropriarsi di sé e dell’altro, si apre al dono. Io gioco con le parole, le compongo a mio piacere per far nascere nell’altro la vita e dono questa vita che, gratuitamente mi vien dato di ricevere perché il miracolo della creazione continui a stupire il mondo. A qualcuno basta una tela bianca o una macchina fotografica, ad altri un palcoscenico, una radio, la televisione, io mi accontento della mia penna e del bloc-notes per comunicare, anche con la non semplice arte della parola, la verità dell’amore che è sempre al servizio del dialogo autentico che genera la vita.




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