Il Papa a Pompei

Nella terra di Maria, il sorriso di Francesco

foto: © Salvatore Alfano

di Alfredo Cretella

La visita di Papa Francesco a Pompei vista dagli occhi di un papà, Alfredo, che insieme alla sua famiglia vive all’Oasi Vergine del Sorriso, una delle case di carità del Santuario, parte del Centro "per il Bambino e la Famiglia Giovanni Paolo II”, fortemente volute dal vescovo mons. Tommaso Caputo.

Per quei pochi che non lo sapessero ancora, Pompei è una delle più straordinarie, se non la più straordinaria terra in cui Maria ha voluto, nella storia dell’uomo, rivelare la sua grande potenza di madre di Dio e madre nostra: la tutta bella, la piena di grazia, come migliaia di volte si ripete, da più di un secolo ormai, nel magnifico santuario a lei dedicato. La Vergine del Rosario, come da tutti è conosciuta, da tempi remoti non cessa di dispensare grazie su grazie ad un popolo, che nonostante la progressiva e inquietante laicizzazione (ma forse sarebbe corretto parlare di vera e propria scristianizzazione) dei nostri costumi, continua a venerarla numeroso e compatto. Lo dicono i numeri, anzitutto, immensi, sempre costanti; lo dicono i fatti, visto che Pompei e il suo santuario in particolare, è trasversale ad ogni individuo che faccia i conti col trascendente, e diventa un appuntamento immancabile nella sua vita, almeno una volta.

La premessa che precede fa comprendere come la venuta del Papa in questa terra non è stata un caso; ma un appuntamento già fissato nella (sua) storia; incerta era solo la data, legata alle contingenze umane e alla burocrazia vaticana.  Ma Papa Francesco portava (ne siamo convinti) nel cuore fin dai primi attimi del suo difficilissimo mandato, il desiderio di portare innanzi all’altare della Mamma Celeste, tutte le sue ansie di pastore di un gregge allo sbando; di timoniere di una nave in tempesta.

Inserendosi idealmente sullo stesso solco tracciato recentemente da san Giovanni Paolo II, e continuato anche dal papa emerito Benedetto XVI, anche papa Bergoglio, seppur per pochi minuti, è riuscito a fare capolino ai piedi di un quadro in origine bruttissimo, adesso bello ma non certo paragonabile alle tele meravigliose custodite nel suo Vaticano. Eppure un quadro che è senz’altro il più noto a livello planetario, o comunque uno dei più noti; non certo per la bellezza, come dicevamo, ma per la miracolosa attitudine che ha di commuovere i cuori, nel senso etimologico del termine di cum movere, muovere con, e portarli a Dio. Lo ha ben chiaro il nostro amato Papa, che dopo aver sostato in religioso silenzio sull’altare maggiore, proprio ai piedi dell’immagine sacra, affidando alla Madonna tutte le sue ansie missionarie e di pace dei cuori, si è recato nella sala delle confessioni del santuario, motore potente di grazia permanente, capace di macinare decine di migliaia di confessioni all’anno e per tale via numerosissime conversioni. Qui ha espressamente chiesto al vescovo, Mons. Tommaso Caputo, di raccomandare ai suoi confessori la massima misericordia possibile nell’amministrare questo sacramento; di ricordarsi che il perdono passa per l’uomo, è destinato all’uomo, ma non è dell’uomo, ma solo del Padre Celeste, che non lo lesina a nessuno, per quanti peccati abbia commesso e per quanto essi possano essere gravi.

Il Papa, che pure non si è sottratto al vero e proprio bagno di folla che lo aspettava fuori e dentro il Santuario, non ha trascurato le tappe salienti di questo fugace passaggio nella terra prediletta da Maria: l’incontro con i suoi poveri. Sì, perché qui a Pompei, per tradizione ormai secolare, grazie alle orme tracciate dal fondatore, il beato avvocato Bartolo Longo, preghiera e carità s’intrecciano senza che nessuna delle due colonne sovrasti l’altra, ma facendo sì che l’una all’altra sia di supporto nel reggere il greve peso della fede.

Grazie alla Madonna e alle intuizioni del vescovo, infatti, alle numerose opere di carità che già ci sono, negli ultimi mesi se ne sono aggiunte diverse altre; diverse per attenzione, visto che si è aperta, a distanza di pochi mesi, una mensa dei poveri, una casa per minori, una comunità alloggio, una casa per mamme vittime di violenza e una casa per adolescenti a rischio; ma uguali nei fini perseguiti: portare speranza e amore a chi ne sperimenta la mancanza. Il papa ha benedetto la mensa dei poveri; ha abbracciato i minori accolti, alcuni anche affetti da gravi forme di disabilità; ha infine dato un sorriso di incoraggiamento ad una giovane mamma africana incinta, pronta per partorire che abbiamo accolto nella nostra Oasi. È sola, lontana da casa e dai suoi affetti, ma determinata a dire sì alla vita che porta nel grembo.

Per tutti e per ognuno il Papa ha avuto un sorriso, che sembrava non accennasse mai a diminuire, come se la sua fede gli consentisse di poter dare, dare sempre, dare ancora, senza impoverirsi, senza stancarsi. Poi è volato via, come era venuto, sulle ali del suo elicottero, lasciando in tutti noi la gioia dell’incontro con un grande uomo di Dio.

Per chi vuole approfondire e conoscere la famiglia Cretella: https://www.puntofamiglia.net/puntofamiglia/2014/01/23/una-famiglia-sulle-orme-di-bartolo-longo/

 




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1 risposta su “Nella terra di Maria, il sorriso di Francesco”

Quale grande benedizione è la presenza di questo papa per la Chiesa, in questo tempo così difficile pieno di tentazioni e di false luci! Preghiamo per la sua salute, per tutto quello che ha dato, per quello che ha fatto e per quello che farà, con l’aiuto dello Spirito che ha scelto lui come pastore della Chiesa.

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