Il progetto

La meraviglia delle parole

di Mariarosaria Petti – mariarosariapetti@puntofamiglia.net

Con i bambini di Librino, quartiere difficile di Catania, Valeria scopre che la lettura è un mondo sconosciuto per loro. Si rimbocca le mani per avvicinare i ragazzi ai libri, con una mascotte speciale: Martina, eroina di una storia originalissima.

«Mia madre mi parlava molto quando ero ancora dentro la sua pancia e ha continuato a parlarmi moltissimo durante tutta la mia infanzia. Forse è per questo che le parole mi sono sempre piaciute un sacco e che mi sono sempre sentita a casa tra le pagine dei libri». Autoritratto di Valeria Iacono: ventinove anni, ragusana, laurea in lettere e filosofia, occhi azzurri in cui brilla tutta la passione che la anima e la attraversa. All’attivo una pubblicazione per i più piccoli dal titolo “Martina ha paura di dormire. La cucina delle parole”, frutto di un percorso di studio che si intreccia con l’esperienza maturata a contatto con i bambini.

Facciamo un passo indietro, a colloquio con Valeria: una storia fresca, una vocazione per la scrittura e per l’educazione alla lettura dei ragazzi, premessa e fondamento di un innovativo progetto imprenditoriale.

Come è nata l’idea di Martina ha paura di dormire? Hai preso spunto da qualche esperienza che hai vissuto?

Martina ha paura di dormire è una storia per piccolissimi lettori, nata per parlare di un grande amore: quello per i libri. Ero impegnata insieme ad un gruppo di lavoro del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università di Catania in un itinerario ludico-didattico presso l’I.C. Campanella Sturzo di Librino – un quartiere difficile catanese – e, nel corso del lavoro, per esigenze didattiche, un giorno ci accorgemmo che avevamo bisogno di una storia per condensare in poche righe tutta la preziosità insita nel processo della lettura. I nostri interlocutori erano bambini che con i libri non avevano alcuna familiarità. Volevamo affascinarli, trasmettendo con immediatezza la ricchezza delle parole, la possibilità che un testo potesse essere per loro addirittura un amico. Così, in un pomeriggio di dicembre, nacque Martina.

Di cosa tratta il testo?

È la storia di una bambina con una paura molto insolita da affrontare – quella di dormire – e della sua scoperta della magia della lettura. Ci accorgemmo durante le nostre attività che questa storia “funzionava”, Martina iniziò a diventare per noi del gruppo una specie di mascotte. A marzo 2013 Emilio Barbera (Euno edizioni) ha deciso di investire sulla piccola Martina e di pubblicare la sua storia, affidando a G. Caviezel le illustrazioni del libro. Nel 2014 è uscito Sogni d’oro con Martina, una raccolta di quattro storie che prendono spunto proprio dal primo libro. Entrambi i libri sono corredati alla fine da giochi linguistici, frutto del lavoro svolto con il gruppo.

Parlami dell’esperienza della Cucina delle parole. Un laboratorio itinerante in partenza. Di cosa si trattava?

Nel 2009 si è formato all’Università di Catania un gruppo di lavoro che si occupa di ricerca e sperimentazione nel campo della didattica ludica della lingua italiana. Da anni ormai un team di studenti e laureati continua a perseguire la strategia dell’insegnamento con il sorriso, costruendo le regole della grammatica insieme agli alunni. Nel 2011, il gruppo ha ideato La cucina delle parole, un vero e proprio format: ambientazione fiabesca e simpatici personaggi di fantasia, nei panni dei quali gli operatori del gruppo si presentano ai bambini. L’ambientazione culinaria e il parallelismo ricette/grammatica ci aiuta a rendere da subito gustose le nostre attività: la lingua è un piatto succulento che nutre l’intera esistenza, bisogna imparare a conoscere bene tutti gli ingredienti che la compongono per saperli scegliere e mixare al meglio.

Quando è partita l’avventura con Nasinsù? Di che cosa vi occupate? Quale è il progetto e la vocazione di questa attività?  

A ottobre 2014, è nata “Nasinsù. Libri e attività per giovani esploratori”, una libreria specializzata in editoria per bambini e ragazzi, che oltre ad essere un luogo di vendita di libri, vuole essere uno spazio per condividere il gusto delle storie e scoprire il fascino delle parole. Un’officina di lettura, una palestra creativa in cui si allena la fantasia e si solletica la curiosità. Con Mariacristina Guastella – una giurista innamorata della letteratura per ragazzi – dopo un  periodo di difficoltà e delusioni, abbiamo deciso di darci una possibilità e di inventarci un lavoro, investendo in quello in cui credevamo.

Siete riuscite ad avviare questa attività con una forma di microcredito. Puoi spiegare meglio?  

Anche se il naso stava all’insù, i piedi erano ben piantati per terra! Il progetto ci convinceva molto, ma eravamo spaventate. Avviare un’attività in questo tempo di crisi ci sembrava un’impresa titanica. Ma abbiamo iniziato a prendere informazioni su possibili fonti di finanziamento e abbiamo scoperto che nella nostra diocesi era stata siglata un’intesa tra vari enti volta proprio al sostegno della piccola impresa: si trattava, oltre che della possibilità di accedere ad un prestito agevolato e con la garanzia della diocesi, di potere usufruire di un servizio di accompagnamento da parte di esperti. Ci è sembrata un’occasione imperdibile: ci siamo messe a lavoro e abbiamo ottenuto il finanziamento. Il percorso svolto ci ha aiutato molto nella redazione del piano d’impresa e nell’impostazione del lavoro. Non ci siamo mai sentite sole, ma sempre incoraggiate.

Nasinsù è un nome originalissimo, che messaggio volete lanciare?

È un nome che ha diverse suggestioni. Rimanda al momento in cui un adulto legge una storia e il bambino ha il naso all’insù. I libri non sono oggetti solitari, l’amore per loro nasce da una condivisione affettiva. E un libro è un fantastico mediatore di relazioni. Altro aspetto cui rinvia la parola è la meraviglia: quando si legge sembra di avere gli occhi bassi, ma in realtà lo sguardo si alza. Si impara a contemplare, a scoprire, si sperimenta l’incanto. Il naso sta all’insù. Infine, il suono ci sembra rievocare una parola magica. E di magia c’è sempre tanto bisogno.

 

 




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

1 risposta su “La meraviglia delle parole”

E’una meraviglia! Quello che fate è una meraviglia per i bambini di oggi e per gli adulti di oggi e di domani. Mentre leggevo di Martina pensavo ai miei “nasini in sù” a quanto piace loro ascoltare storie e racconti a scuola e/o in biblioteca (Sono un’insegnante e faccio parte dei volontari di nati per leggere della Biblioteca di Riccione). E’ bello sapere che esiste ancora qualcuno che ha voglia di spendersi per il futuro dei giovani cittadini italiani.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.