CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Grazie ai Martin, ci siamo aperti all’adozione

8 Giugno 2015

La casa natale di Santa Teresa di Gesù Bambino a via St. Blaise ad Alençon.

Nell'attesa di conoscere la data di canonizzazione dei genitori di Santa Teresa di Lisieux, condivido la lettera di una delle tante coppie che ho accompagnato in pellegrinaggio ad Alençon. Con la luce dei Martin, questi sposi al ritorno del nostro viaggio hanno trovato il coraggio di aprirsi all'adozione.

Carissimo don Silvio,

dopo il nostro pellegrinaggio ad Alençon, desideriamo raccontarti cosa ha rappresentato per noi questa esperienza. Non è facile ma ci proviamo. E lo facciamo a partire da un inno di lode, che risuona nella mente e nel cuore: “La misericordia del Signore in eterno canterò”.

Questa è la Parola che ci accompagna con forza in questi giorni. È un canto di lode e di ringraziamento a Dio per averci dato la possibilità di conoscere quei luoghi santi, di stringere amicizia con santa Teresa e i suoi Beati genitori. Una santità che è dono per tutta la Chiesa e in particolare per la nostra Fraternità. Rendiamo grazie a Dio anche per quello che ha compiuto nella nostra vita di sposi.

Che gioia poter celebrare il rinnovo delle promesse nuziali nella Chiesetta di Alençon, rinnovare il patto santo in quel luogo per noi è stato davvero una grazia speciale, ci siamo sentiti “primizia” di Dio. Abbiamo meditato molto sull’episodio evangelico delle nozze di Cana, che abbiamo proclamato proprio nella celebrazione ad Alençon: gli sposi avevano messo in tavola un vino semplice, potremmo dire quasi “commerciale”, un vino che ben presto finirà, perché tutto finisce senza la grazia di Dio. Un po’ come è accaduto a noi all’inizio del matrimonio. Troppe erano le certezze umane e non c’era spazio per Dio. A Cana l’intervento della Madre e del Figlio hanno ridato agli sposi la gioia, trasformano l’acqua in vino, anzi in vino buono. Questo è proprio quello che Dio ha compiuto nella nostra vita, facendoci passare per il crogiuolo della sofferenza, che – se accolta, offerta e amata – può divenire feconda. Sappiamo, infatti, che il vino è il risultato di tanti acini pigiati, schiacciati, stritolati…

La vita dei Beati Luigi e Zelia ci insegna molto. Non sono esempi lontani dal nostro quotidiano. Quello che più ci affascina è che hanno sempre cercato la volontà di Dio. Hanno saputo affrontare le vicende della vita con lo sguardo sempre fisso al Cielo, alla Patria beata. Abbiamo bisogno oggi più che mai di questi santi, della loro luce, in un mondo sempre più fitto di tenebre.

“Quale aspetto dell’esperienza di Luigi e Zelia o di Teresa mi ha maggiormente toccato e sollecitato a fare scelte?”. Abbiamo riflettuto su questa domanda e sono diversi gli spunti che abbiamo ricevuto, uno in particolare, almeno in questo momento della nostra vita coniugale. Come ben sai il Signore ci mette nel cuore il desiderio vivo e forte di aprirci alla vita…ad una fecondità particolare che si realizza attraverso l’adozione. Attraverso la Grazia del pellegrinaggio e con il tuo aiuto abbiamo compreso maggiormente che Lui vuole donarci altro, non secondo i nostri progetti.

Una preghiera che frequentemente rivolgo, soprattutto quando mi accosto all’altare, è questa: “Signore fa’ che possa conoscerti, amarti e servirti”. Penso che i nostri Beati abbiano incarnato perfettamente questa preghiera e abbiano saputo trasmetterla alle loro figlie, attraverso un’educazione tenera e semplice ma anche ferma e determinata. Hanno lasciato alle figlie, come un’eredità, “la passione per l’eternità”.

In questo momento della nostra vita stiamo ricevendo tante e diverse sollecitazioni, che ci fanno capire quanta fiducia Dio ha riposto in noi. Ci affidiamo ai Beati Luigi e Zelia, nel giorno della loro festa, e alla Madonna, certi che “tutto passa per le mani di Maria”.

Caro don Silvio, siamo ben consapevoli che da soli potremmo naufragare, ti chiediamo perciò di guidarci sapientemente in questo cammino, donandoci le luci e i consigli di cui abbiamo bisogno.

Grazie per tutto.

Chiara e Piero




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3 risposte su “Grazie ai Martin, ci siamo aperti all’adozione”

I miracoli riconosciuti dalla Chiesa per mezzo di Martin al momento sono due… Ma quanti infiniti miracoli hanno compiuto e continuano a compiere nella vita intima di tante coppie questa Santa famiglia! Il Signore che conosce i nostri cuori custodisca i doni ricevuto e li trasformi secondo la sua volontà. Amen

La vita matrimoniale non è facile. Avere un supporto valido alla fede aiuta a non “perdersi”. I Martin sono davvero degli sposi che ti entrano nel cuore e ti avvolgono l’anima con la loro semplicità . Entriamo nella loro casa in punta di piedi e ci nutriamo di una vita quotidiana dove si respira il genuino profumo di un amore autenticamente cristiano . Non è facile amare da veri cristiani. Amare da cristiani è un miracolo che si opera nella vita di una coppia facendo perno su Dio attraverso la persona di Gesù per donarsi poi agli altri in atteggiamento di disponibilità e di accoglienza, di aiuto. I Martin lo esprimono pienamente questo amore, facendolo diventare vocazione , si sono realmente amati, come affermano questi sposi, in questa lettera,di un amore eterno facendo la volontà di Dio . Amando sul serio non solo si acquista l’intelligenza e la cultura dell’amore ma si rend
e eterno un sentimento che diventa grazia per tutti coloro che vivono o si preparano al matrimonio . Nella casa dei Martin vi è la freschezza e l’entusiasmo dell’amore. Il gusto della bellezza, il desiderio del dialogo aperto, la speranza del domani,questi sono un dono per tutti, un invito a ritornare alle sorgenti della scelta. Al tempo “primaverile” dell’ amore ma soprattutto a saper accettare la volontà di Dio senza anteporla alla nostra… non è facile.. ma averlo compreso già è un miracolo.

La sofferenza vissuta e condivisa dona grandi grazie!
L’Amore di due sposi che soffrono è balsamo per le proprie e altrui “ferite”!….È da queste ferite che sgorga una Gioia che non conosce tramonto e si manifesta nel sorriso di un figlio!
Franco e Giovanna Novi

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