Annunciare la bellezza della santità coniugale

Diocesi di Trento

Abbiamo intervistato Lorena e Stefano Girardi con don Albino Dell’Eva, responsabili della pastorale familiare della Diocesi di Trento. Una terra ancora fertile, che vive una buona sinergia con le istituzioni pubbliche.

Un’amicizia speciale tra sposi e sacerdoti segna i lineamenti della pastorale familiare della diocesi di Trento. Denatalità, politiche familiari, santità coniugale, questi gli argomenti affrontati insieme a Lorena e Stefano Girardi e don Albino Dell’Eva, codirettori dell’Ufficio diocesano dedicato alla famiglia. A colloquio con i responsabili per scoprire i progetti in cantiere.

I dati confermano che vi è un drammatico calo delle nascite. I tempi si sono dilatati, ci si sposa sempre più tardi ed è sempre più difficile avere un figlio. Il vostro è un territorio ancora ricco di cicogne. Segno di buone politiche familiari. Come è il dialogo tra la Chiesa – in particolare l’Ufficio di pastorale familiare – e le istituzioni locali in tema di famiglia? Avete realizzato dei progetti insieme?

Don Albino: Il dialogo è aperto e proficuo. Il segno più evidente è che l’attuale direttore dell’Agenzia della famiglia della Provincia autonoma di Trento proviene dalle fila della pastorale familiare. La comune sensibilità facilità certamente anche forme di collaborazione su obiettivi specifici, pur nella distinzione di ruoli e competenze. Da anni opera in provincia un’associazione, Famiglie Insieme, nata come costola dalla pastorale familiare, allo scopo di aiutare le famiglie a far corpo e assumere peso nell’interazione con le istituzioni civili ed amministrative, alla ricerca di soluzioni e progetti più attenti alle coppie, ai genitori e alle famiglie. Il Forum trentino delle associazioni familiari gioca un importante ruolo di anello di congiunzione tra le attività più direttamente pastorali e l’azione politica e amministrativa indirizzata al benessere familiare. Infine, sono da segnalare alcune esperienze di collaborazione nella formazione dei futuri sposi e dei giovani sposi tra gli operatori dalla pastorale familiare e gli amministratori locali su temi più “laici”. In questo modo, si ha maggior disponibilità di tempo ed energie da investire sui temi più propriamente di annuncio evangelico nei percorsi di preparazione al matrimonio in parrocchia.

Come descrivereste il rapporto tra coppia di sposi e presbiteri nel cammino pastorale diocesano? Come si intrecciano i vostri passi, da famiglia da un lato e da sacerdote dall’altro?

Stefano e Lorena: Innanzitutto, è un’occasione per vivere nuove relazioni umane scoprendo i carismi e le originalità delle diverse vocazioni. Fra noi e don Albino è soprattutto una  collaborazione amichevole e di corresponsabilità, all’interno della quale si sta sviluppando  una sinergia e sintonia che ci fa crescere e maturare nel servizio per il quale siamo stati chiamati. Questo tipo di collaborazione tra sposi e sacerdoti, che già in qualche zona della diocesi è presente, sarebbe auspicabile diventasse usuale nella pastorale familiare. Due sacramenti che si integrano, completandosi a vicenda e testimoniando i diversi aspetti dell’amore di Dio: l’amore più intimo tra gli sposi e con i figli e l’amore più ampio verso la persona. In questa relazione sono sicuramente importanti i momenti di condivisione, dalle cose più piccole – come il ritrovarsi attorno ad un tavolo per condividere un pasto familiare – a quelle più importanti come un anniversario, una decisione significativa, una scelta pastorale. È bello  prendersi cura gli uni degli altri, nei  momenti di vita quotidiana e non solo  di gestione della pastorale. Anche per i nostri figli è significativo condividere con un sacerdote situazioni di intimità familiare.

Il Papa ha firmato il decreto con il quale si riconosce il secondo miracolo per intercessione dei coniugi Martin e autorizza la canonizzazione dei beati genitori di S. Teresa di Lisieux. Come la vostra Chiesa locale si impegna a diffondere il messaggio della santità coniugale?

Don Albino: Da sempre promuovere la santità coniugale è stato uno dei compiti più significativi della nostra azione. Aiuta le coppie a capire e realizzare il “mistero grande” a cui sono chiamate nella loro vita. Da sei anni, in particolare, gestiamo una Casa di spiritualità coniugale e familiare che si dedica a questo compito in modo esclusivo: approfondiamo la specificità di questa “via propria di santità” e proponiamo iniziative con stili molto diversi per raggiungere coppie e famiglie con vissuti e provenienze differenti. Dalle cene di S. Valentino, alla contemplazione della Pasqua in chiave coniugale, dalle giornate di spiritualità per coppie, alle varie iniziative di supporto ai genitori per vivere la fede in famiglia narrando, giocando e celebrando. Per saperne di più: www.casaspiritualita.it.

Quali sono i temi che avete scelto di affrontare in questo anno pastorale come Ufficio di pastorale familiare? Quali urgenze avete avvertito per la vostra Chiesa locale?

Stefano e Lorena: Sono vari gli ambiti che vengono curati costantemente da coppie che collaborano con noi: preparazione al matrimonio, genitorialità, famiglia e società, difficoltà relazionale, spiritualità.

Con don Albino abbiamo pensato che l’emergenza fosse quella di costruire relazioni forti e significative tra gli operatori dei vari territori, affinché si potessero arricchire e sostenere a vicenda, invitando alla corresponsabilità nella progettazione dell’azione pastorale.

Per questo stiamo costruendo una rete di referenti che sul territorio mantengano vive le relazioni e le motivazioni e siano di collegamento con il Centro di pastorale familiare.

Inoltre, ci siamo occupati in modo più specifico della preparazione al matrimonio cristiano, alla luce dei nuovi Orientamenti nazionali e dello strumento curato dalla nostra commissione. Ci siamo occupati delle famiglie ferite, mettendo in contatto varie esperienze di aiuto per le relazioni familiari. In progetto abbiamo la formazione degli operatori.




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