Anno della misericordia

Papa in Africa: “Incarnate il cuore di Dio”

Papa Francesco

(Foto: © giulio napolitano - shutterstock.com)

“Costruire una Chiesa-Famiglia di Dio, aperta a tutti, che si prende cura di coloro che hanno più bisogno” ecco il grido che è risuonato nell’intensa omelia di Papa Francesco ieri sera durante la Messa nella Cattedrale di Bangui in occasione dell’apertura della Porta Santa in Centrafrica.

L’Anno della misericordia è iniziato. Ieri sera a Bangui con una suggestiva, commovente e gioiosa celebrazione eucaristica, papa Francesco ha spalancato le porte della cattedrale dando ufficialmente inizio al Giubileo straordinario della misericordia. Il suo saluto nell’omelia è andato subito ai malati, alle persone anziane, ai feriti dalla vita. “Alcuni di loro sono forse disperati e non hanno più nemmeno la forza di agire, e aspettano solo un’elemosina, l’elemosina del pane, l’elemosina della giustizia, l’elemosina di un gesto di attenzione e di bontà. E tutti noi aspettiamo la grazia, l’elemosina della pace. Ma come gli apostoli Pietro e Giovanni che salivano al tempio, e che non avevano né oro né argento da dare al paralitico bisognoso, vengo ad offrire loro la forza e la potenza di Dio che guariscono l’uomo, lo fanno rialzare e lo rendono capace di cominciare una nuova vita, “passando all’altra riva” (cfr Lc 8,22)” dice papa Francesco aggiungendo: “Dobbiamo perciò essere consapevoli che questo passaggio all’altra riva non si può fare se non con Lui, liberandoci dalle concezioni della famiglia e del sangue che dividono, per costruire una Chiesa-Famiglia di Dio, aperta a tutti, che si prende cura di coloro che hanno più bisogno”.  Alla fine della sua omelia rivolge poi un appello accorato a tutti quelli che usano ingiustamente le armi di questo mondo: “Deponete questi strumenti di morte; armatevi piuttosto della giustizia, dell’amore e della misericordia, autentiche garanzie di pace. Discepoli di Cristo, sacerdoti, religiosi, religiose o laici impegnati in questo Paese dal nome così suggestivo, situato nel cuore dell’Africa e che è chiamato a scoprire il Signore come vero Centro di tutto ciò che è buono, la vostra vocazione è di incarnare il cuore di Dio in mezzo ai vostri concittadini”. La celebrazione che è stata accompagnata dai canti e dalle danze proprie della cultura africana è stata davvero un’esperienza di Pentecoste per un popolo ferito e piegato da tante avversità. Un segno importante per quest’anno della misericordia.




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