DDL Cirinnà

Di chi sono figlio?

Bambina

di Marco Giordano

Il quadro presentato da Cirinnà di una coppia omosessuale con figli piccoli, in cui tutti sono felici grazie al bene che si vogliono, e che viene "ingiustamente" discriminata dalla normativa vigente, è molto parziale. Quando i bambini sono piccoli prendono quel che gli adulti gli danno. Ma per esprimere una valutazione adeguata occorre allargare il quadro e domandarci quale sarà lo scenario quando questi figli arriveranno nell'età dell'adolescenza e inizieranno a chiedere con sempre maggiore intensità di chi sono figli?

Ieri sera milioni di italiani hanno assistito al dibattito televisivo, andato in onda sui RaiUno in seno al programma Porta a Porta condotto da Bruno Vespa, su uno dei più controversi aspetti del DdL Cirinnà e cioè la proposta di introdurre la possibilità che una persona omosessuale adotti il figlio del proprio compagno/a (cioè la cd. step-child adoption, letteralmente, l’adozione del “figliastro”). Presenti in studio quattro ospiti. A favore della proposta la senatrice Monica Cirinnà, prima firmataria del DdL, e l’attrice Pamela Villoresi, madre di una persona omosessuale. Contrari al DdL il ministro Gian Luca Galletti e il presidente del Forum delle Famiglie, Gigi De Palo.

Cirinnà e Villoresi hanno subito lanciato sul piatto la questione centrale della loro proposta: ci sono oltre 500 bambini italiani che vivono stabilmente in una coppia omosessuale (con il proprio genitore e con il relativo compagno) ai quali le leggi attuali impediscono di diventare figli del compagno, dal quale pure sono accuditi, educati, accompagnati nel percorso di crescita. Significativo il caso della figlia dell’attrice Villoresi, da undici anni convivente con una donna e con la sua bambina. Bambina verso la quale la figlia della Villoresi, sul piano giuridico, è priva di ogni dovere/diritto genitoriale, pur esercitando da anni la piena responsabilità educativa.

La questione, emblematica e complessa, chiede una riflessione attenta e chiara.

Di fronte ai bisogni concreti di bambini reali le risposte sintetiche, specie se teoriche e di principio, rischiano di infrangersi senza efficacia, e l’indispensabile discorso sui valori e sulla ricerca del vero bene dei minori e delle famiglie, può apparire distante e bigotto. L’esiguità dei tempi a disposizione durante il dibattito televisivo ha permesso a Gigi De Palo di prendere la parola solo per pochi secondi e bene ha fatto ad utilizzare tale breve spazio per ribadire, con chiarezza, che il tema lanciato dal DdL Cirinnà è mal posto perché va contro un ulteriore e più profondo diritto dei bambini, che è quello di avere una mamma ed un papà. De Palo è stato chiaro. Il rischio è che questa legge più che tutelare il diritto dei piccoli, sia costruita con l’obiettivo di garantire soddisfazione al desiderio di adulti omosessuali di avere figli.

Il quadro presentato da Cirinnà e Villoresi, di una coppia omosessuale con figli piccoli, in cui tutti sono felici grazie al bene che si vogliono, e che viene “ingiustamente” discriminata dalla normativa vigente, è molto parziale. Quando i bambini sono piccoli prendono quel che gli adulti gli danno. Ma per esprimere una valutazione serena e adeguata occorre allargare il quadro e domandarci quale sarà lo scenario quando questi figli arriveranno nell’età dell’adolescenza e inizieranno a chiedere con sempre maggiore intensità di chi sono figli? Chi è quel padre (o quella madre) che, pur avendoli generati, non hanno mai conosciuto? Perché gli è stato fatto questo?

Un figlio, ogni figlio, ha bisogno di sapere di essere nato dall’amore. Come gli si spiegherà che il suo papà è un anonimo donatore di seme? Come spiegheremo al figlio adolescente che quell’anonimato è cosa “giusta” e “diversa” dall’abbandono di minori, che invece il diritto e i valori comuni aborriscono? O che la sua mamma (nel caso del figlio cresciuto da due papà) l’ha portato in grembo già avendo deciso di non tenerlo con sé (pre-abbandonato?) e che all’atto del “consegnarlo” ai due uomini committenti ha ricevuto anche una congrua remunerazione (venduto?). La normativa italiana in materia di “diritto alla famiglia” dice che Stato, Regioni ed Enti Locali devono impegnarsi, con idonee misure, a prevenire l’abbandono dei minori (legge 184/83, art. 1). Il DdL Cirinnà va nella linea di promuoverlo anziché prevenirlo!




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1 risposta su “Di chi sono figlio?”

Ognuno di noi dovrebbe porsi una domanda:
Tra i miei conoscenti quanti sono gay?
La risposta è : qualcuno.
L’argomento non merita le attenzioni di in popolo intero (governo,parlamento, media) ormai da settimane!!!
Penso che in Italia ci siano problemi da risolvere leggermente più importanti.

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