Speciale Giornata per la Vita Aborto, il dramma della donna Autore articolo Di Punto Famiglia Data dell'articolo 4 Febbraio 2016 Nessun commento su Aborto, il dramma della donna di don Silvio Longobardi Quando parliamo di aborto dobbiamo considerare anche le mamme, e ciascuna con il suo dramma. Sono proprio loro che, più degli altri, portano il peso di quella scelta e spesso restano schiacciate dal rimorso. L’ impegno per la vita è anche un impegno a favore della donna, nasce dal desiderio di custodire l’alleanza tra la mamma e il suo bambino, la prima alleanza della società. La legittima preoccupazione per la sorte del bambino non ci fa dimenticare l’angoscia della madre, la persona che più di ogni altra è chiamata a portare il peso di quella nuova vita. Tante volte noi che ci occupiamo della vita nascente veniamo accusati di trascurare la donna, di non tenere in considerazione le sue ragioni e le sue paure. La decisione di abortire non è mai presa a cuor leggero, vi sono situazioni in cui l’ignoranza e la superficialità hanno un’oggettiva prevalenza, ma il più delle volte l’aborto è la conclusione di una drammatica e dolorosa lotta interiore. Giovanni Paolo II riconosce che vi sono casi in cui “la decisione di disfarsi del frutto del concepimento non viene presa per ragioni puramente egoistiche e di comodo, ma perché si vorrebbero salvaguardare alcuni importanti beni, quali la propria salute o un livello dignitoso di vita per gli altri membri della famiglia” (EV 58). Sappiamo bene che in questi casi il peso ricade solo sulla donna, è lei che deve decidere, come se l’esistenza di quel bambino fosse dipeso solo da lei. Quante volte dinanzi a questi problemi la donna è lasciata sola? La donna è, insieme al concepito, vittima dell’aborto, di una cultura e di una società che scarica su di essa le proprie contraddizioni. Troppo spesso, come ha scritto Giovanni Paolo II nella Mulieris Dignitatem, la donna “paga essa sola, e paga da sola” e spiega: “L’odierna opinione pubblica tenta in diversi modi di annullare il male di questo peccato; normalmente, però, la coscienza della donna non riesce a dimenticare di aver tolto la vita al proprio figlio, perché essa non riesce a cancellare la disponibilità ad accogliere la vita, iscritta nel suo ethos dal principio” (MD 14). Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia Cari lettori di Punto Famiglia, stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11). CONTINUA A LEGGERE ANNUNCIO ANNUNCIO Lascia un commento Annulla rispostaIl tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *Commento Nome * Email * Sito web Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy. Ho letto e accettato la Privacy Policy * Ti potrebbe interessare: Il papa scrive una lettera per la Pasqua ai cattolici in Terrasanta Alessandro D’Avenia: la violenza della pornografia consuma i nostri ragazzi Violenza di genere in adolescenza: cosa svela un’indagine di Save The Children Istituzioni, Chiesa, associazioni, imprese: a Napoli insieme per la natalità “Senza la prudenza è un attimo sbagliare strada”. Così il Papa all’udienza Papa Francesco: “I santi non sono eccezioni dell’umanità o una ristretta cerchia di campioni” “L’eutanasia non è la soluzione”: un libro con cinquanta domande e risposte Papa Francesco: “Non si può parlare con una persona ammalata di superbia” Federazione “One of us” a Bruxelles, per ricordare valore della vita dal concepimento “I giovani e la fede”: presentata all’ateneo Santa Croce un’indagine internazionale su otto paesi