Utero in affitto

Ciò che conta è la capacità affettiva dei genitori?

mamma

(Foto: © Kiselev Andrey Valerevich - Shutterstock)

di Gabriele Soliani

Da decenni i pediatri affermano che l’allattamento al seno per un bambino appena nato è di fondamentale importanza. Ora con l’utero in affitto non è più così. Forza del potere.

Cosa dire dopo le parole del senatore Pd Sergio Lo Giudice, presidente onorario di Arcigay, ad una trasmissione televisiva sulla sua “paternità”? Dice di essersi fatto “regalare” un bambino (non un figlio!) da una madre “generosa” degli Stati Uniti che lo aveva prodotto per lui e il suo compagno Michele. «Siamo in costante collegamento con la madre surrogata americana. Le mandiamo le nostre foto di famiglia, lei le sue». Inoltre la coppia ha raccontato di aver impedito al neonato di essere allattato dalla madre «perché è importante che fin dall’inizio non si crei il rapporto come fossero madre e figlio». In un’altra intervista, per le “Iene”, ha affermato di aver pagato il bambino tra gli 80mila e i 100mila euro e di averlo subito tolto dalle braccia della madre per impedirgli di legarsi a lei. Quindi un bambino costretto a crescere con le fotografie della mamma, della quale certamente chiederà conto e vorrà conoscerla. Il “diritto alle origini” è stabilito per legge e segna per sempre la vita.

Un’altra coppia omosessuale, Andrea Rubera e Dario De Gregorio, intervenuti al programma Fuori Onda su La7 domenica 31 gennaio 2016, ha raccontato che la donna canadese che ha regalato loro suo figlio si sente complice, mai mamma, perché il suo «è stato un atto di generosità, come donare il sangue o qualcosa del genere». Concetti lunari e antiscientifici. Cosa dire e pensare?

Le risposte sono facili. Finalmente esce allo scoperto quello che si poteva intuire già da anni quando subdolamente si parlava di “famiglie” in contrapposizione alla famiglia (naturale).

Anche il presidente della società italiana di pediatria, il prof. Corsello, ha parlato di “possibili danni per i figli in una famiglia omosessuale”. Di diverso avviso il presidente della società italiana di psichiatria Mencacci secondo il quale “ciò che conta è la capacità affettiva dei genitori”. Il prof. Corsello sembra che abbia parzialmente ritrattato le sue posizioni, forse sull’onda del cosiddetto “caso Barilla” quando il presidente della nota azienda alimentare rimangiò le parole sulla famiglia naturale per il timore di negative ripercussioni sulle vendite.

Tuttavia i pediatri da decenni dicono che l’allattamento al seno materno è fondamentale per la salute fisica e psichica del figlio e per l’attaccamento fra madre e bambino come capacità di relazione. Ora invece con l’utero in “affitto” al bimbo è negato pure l’allattamento al seno e alla madre viene soppressa la lattazione.

Parlare di amore per il bambino da parte della coppia committente è un’imbarazzante falsità. È facile agire così con il piccolo neonato indifeso, sorridergli facendogli capire che gli si vuol bene (ci mancherebbe altro!), trastullarlo con i regalini, i giocattoli, il cagnolino ……, ma arriverà il momento della verità alla quale ha diritto.

Ancora, pochi giorni, fa il senatore del Pd Sergio lo Giudice ha spiegato che la mamma non serve, «è un concetto antropologico». A dar man forte è intervenuto l’onnipresente scrittore giornalista Roberto Saviano per dire che «un figlio non è un dovere, ma un piacere che nessuno può vedersi negato». Poi, forse insicuro su quanto detto, ha corretto su Facebook il termine “piacere” con “diritto”: «Avere un figlio non è un dovere, ma un diritto che nessuno può vedersi negato». Diritto al figlio? Ma non si hanno diritti sulle persone! È come ritornare agli schiavisti che pensavano di averne sugli schiavi. Un figlio come “un piacere”? Come un “diritto”? Toglierlo subito dalla madre che lo ha partorito perché non lo allatti? Incredibili e disumane risposte.




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