Tempo di Pasqua in famiglia

30 Aprile 2016

29 Aprile 2016

Non chiediamo altro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,18-21)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».

Il commento

Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me” (15,18). La parola del Vangelo non è molto consolante, Gesù non fa nulla per rassicurare i discepoli, anzi li prepara ad affrontare una dura lotta. Gesù non promette alcun trionfo. Non parla soltanto di incomprensioni o resistenze né si limita a dire che incontreranno l’indifferenza della gente. Parla di odio e di persecuzioni. E pone se stesso come ragione ultima dell’opposizione: “faranno a voi tutto questo a causa del mio nome” (15,21). Le parole non permettono interpretazioni accomodanti. D’altra parte l’esito drammatico della predicazione di Gesù non offre spazi di mediazione. Origene, un teologo del terzo secolo, esprime con chiarezza questa consapevolezza che dovrebbe far parte del bagaglio di ogni buon cristiano: “Quando un’anima umana fa alleanza con il Verbo di Dio, può essere certa che avrà subito dei nemici e che si muteranno in avversari anche quelli che prima erano amici, e si aspetti di patire questo, non solo da parte degli uomini, ma sappia con sicurezza che le stanno addosso minacciose le potenze avverse e gli spiriti del male. Ne viene per conseguenza che chi ricerca l’amicizia di Gesù, deve sapere che sopporterà l’inimicizia di molti” (Omelie su Giosuè, 11, 2). Dobbiamo saperlo: chi appartiene al gregge di Cristo non solo non riceve alcuna sicurezza ma si trova esposto ai pericoli più gravi, anche quelli che minacciano la vita stessa. La lunga lista dei martiri è la tragica conferma che queste parole hanno un valore profetico.

 

Gesù non fa nulla per accattivarsi il consenso dei discepoli, anzi fa di tutto per allontanare quelli che sono paurosi. In apparenza non sembra una strategia vincente. E tuttavia, la Chiesa esiste e resiste alle tempeste della storia. Al male oppone il bene, alla menzogna la verità, alle persecuzioni la misericordia. Abbiamo creduto all’amore (1Gv 4,16). Oggi chiediamo la grazia di restare nell’amore con l’intima certezza che questo seme nascosto nella terra vestirà di gioia la nostra vita e aprirà le porte dell’eterna beatitudine. Non chiediamo altro.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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