“Davanti all’altare è come se lo avessi partorito una seconda volta”

Prima Eucaristia

(Foto: © Jorge Luis - Fotolia.com)

di don Silvio Longobardi

Una mamma scrive a don Silvio all’indomani della Prima Eucaristia del figlio, Francesco, e descrive le sue emozioni frammiste a quelle del bambino. Lì, davanti all’altare si compie un nuovo parto. L’incontro con Gesù Eucarestia, genera a vita nuova.

Caro don Silvio,

sono sveglia ormai dalle 5.00 e non perché abbia qualcosa da fare. Qui tutto tace, io invece, stanca del tacco 12 e con i piedi dolenti, come se avessi fatto i chilometri, ripercorro nella mia mente le emozioni di ieri sera.

Non è stato facile riuscire a raccogliermi durante la Messa, con la piccola Angelica che correva di qua e di là e la paura che uscisse fuori dalla chiesa. Per una grazia straordinaria, invece, Emanuele è stato buono. A casa, poco prima di uscire abbiamo dovuto chiuderci in una stanza e l’ho dovuto calmare. Ad un certo punto nel pomeriggio, ma in realtà già nei giorni scorsi, si è lasciato prendere dalla gelosia e torturava il povero fratello. Sono bastate poche parole per intenerirgli il cuore. Lui che fa sempre lo spavaldo, è quello meno razionale di tutti e tre, l’unico che non riesce a controllare le emozioni. Un piccolo pianto, un abbraccio rassicurante e poi si è sentito finalmente compreso fino in fondo.

E veniamo alla celebrazione. Bella, davvero bella e poi in fondo ci sentivamo a casa. Francesco emozionato, noi più di lui. Al momento dell’Eucaristia, noi lì davanti ad attendere il momento. Un cuore pieno di emozioni. Francesco mi ha più volte ripetuto: “Mamma, com’era dolce quel vino!” mi ha anche detto che aveva paura, ma poi si è detto da solo: perché avere paura? In fondo sto vivendo una cosa bella!

Io invece in quell’attesa ho ripercorso il momento del parto. Non un ricordo lontano. Avevo di nuovo davanti agli occhi le scene delle ultime spinte prima della sua nascita e poi quel piccolo fagottino avvolto nel lenzuolo blu ospedaliero nella sala parto. Strano per me. Nel corso degli anni, con l’arrivo e il parto di altri figli, i ricordi del primo parto si erano affievoliti. E invece lì davanti all’altare è come se lo avessi partorito una seconda volta, ma una seconda volta che era la prima. Non so se mi riesco a spiegare. Non so perché è successo questo.

A parole è difficile spiegare quello che si vive. E così lo scrivo perché rimanga anche per me una traccia. Questo è un gran dono che il Signore mi ha fatto ieri sera.

Emma




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