26 Maggio 2016

26 Maggio 2016

Ma Tu, fermati accanto

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 10,46-52)
In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!».
Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!».
Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.
Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.

Il commento

Il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare” (10,46). Un’immagine triste e desolante, un uomo costretto a vivere di elemosina. Quali sogni può coltivare una persona che vive in queste condizioni? Pochi, forse nessuno. Ma ecco che quel giorno lungo la strada avviene qualcosa, è Gesù che passa. Il cieco non può saperlo né può vedere. Ma egli ha imparato ad affinare l’udito per poter cogliere tutti i segnali e dare un nome a tutte le voci. È quello che fa Bartimeo. Quel giorno, un giorno in apparenza simile a tanti altri, sente un brusio insolito e probabilmente chiede cosa accade. È lui che sente qualcosa e chiede informazioni. Non è chiuso nel suo dolore, non pare rassegnato a fare la comparsa. È un uomo che vuole vivere e lo fa capire. La gente si limita a dire che passa Gesù il Nazareno. Allora il suo volto s’illumina, i polmoni si riempiono di aria, il cuore di speranza. E comincia a gridare con tutte le sue forze: “Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me” (10,48). Occorre sottolineare questo passaggio: la gente gli ha dato una semplice informazione, gli ha parlato di un certo Gesù; lui invece lo chiama “figlio di Davide”, lo riconosce come il Messia promesso dai profeti. È dunque passato dalla cronaca alla fede, dalla storia alla rivelazione. Il suo è il grido della fede, la più semplice ed ingenua, la più sincera. In ogni caso questo grido è la necessaria premessa per iniziare il cammino di fede, nelle parole di Bartimeo noi leggiamo sia il riconoscimento della propria miseria che la speranza di poter essere guarito. È il grido della conversione. È questa la fede che ci spinge ogni domenica a Messa? È questa la preghiera che consegniamo al buon Dio ogni volta che ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione? È con questa fede che i genitori battezzano i loro figli o li preparano alla Prima Eucaristia?

Vieni, Signore Gesù, passa ancora una volta lungo la strada della nostra vita. Tu lo sai, siamo così stanchi che non abbiamo neanche la forza di gridare. Ma tu fermati accanto a noi e donaci, per tua misericordia, quello che non sappiamo più chiedere.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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