Allattamento

Maternità surrogata: come la mettiamo con l’allattamento?

di Ida Giangrande

Altro che utero in affitto, l’allattamento al seno se regolarmente effettuato fino ai sei mesi d’età del bambino, non solo fa bene alla mamma e al neonato, ma migliora il comportamento del bambino stesso una volta cresciuto. È quanto emerso da uno studio effettuato da alcuni ricercatori della Glasgow University.

Mentre in Italia e in altre parti del mondo, si discute sull’istituzionalizzazione della pratica dell’utero in affitto, alcuni ricercatori della Glasgow University hanno monitorato il comportamento di 1.500 bambini sudafricani tra i sette e gli undici anni e hanno scoperto che l’allattamento al seno fino ai sei mesi di vita del bambino, avrebbe degli effetti positivi sullo sviluppo psico-fisico e comportamentale del bambino stesso. Come scrive il Daily Mail, la ricerca sottolinea come i benefici dell’allattamento al seno, oltre a migliorare il sistema immunitario, quello digestivo e ridurre il rischio di alcune forme di cancro, incida anche sulla salute psicologica del bambino, migliorandone il quoziente intellettivo e le capacità cognitive. “La durata dell’allattamento al seno di un bambino incide in diverse aree dello sviluppo – afferma Tamsen Rochat, ricercatore dello Human Science Research in Sudafrica – Ad esempio, alcuni disturbi legati al comportamento nell’infanzia possono portare a sviluppare atteggiamenti aggressivi nel futuro, interferendo con l’apprendimento e con le relazioni con i coetanei, compresa una scarsa autostima“. Pensare che una delle argomentazioni sul tavolo delle trattative in merito all’utero in affitto è proprio se concedere o no alla madre surrogata di allattare il bambino subito dopo la nascita.




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