Santità

Zelia Martin: “Pregherò la Vergine che le figlie che mi ha dato siano tutte sante”

Famiglia Martin

di don Silvio Longobardi

I santi Luigi e Zelia Martin condividono un delicato e appassionato amore per la Madonna. Per questo decidono di dare a tutti figli, maschi e femmine, il nome della Madre celeste. Come un’impronta indelebile.

Luigi e Zelia s’incontrano e celebrano le nozze nel 1858, lo stesso anno in cui la Vergine appare a Lourdes. Nulla avviene a caso, la devozione all’Immacolata, molto diffusa in Normandia, anche prima delle apparizioni, è parte viva della fede che Zelia respira fin da piccola. I santi coniugi iniziano il loro cammino nella chiesa dedicata a Notre-Dame d’Alençon. Mons. Boulanger, vescovo di Bayeux-Lisieux, scrive che non hanno lasciato la Chiesa “senza pregare la Vergine Maria e affidarsi a Lei”. La Santa Vergine non era una cometa che appariva ogni tanto ma una stella sempre splendente in casa Martin. Luigi e Zelia condividono un delicato e appassionato amore per la Madonna. Per questo decidono di dare a tutti figli, maschi e femmine, il nome della Madre celeste. Come un’impronta indelebile.

Zelia trova nella Madonna quella tenerezza che non ha mai avuto dalla madre e riversa in Lei tutto il suo affetto. Alla Vergine affida tutte le sue preoccupazioni, anche quelle più piccole, lo fa con una fede ingenua e sincera. A Lei si affida nel tempo della malattia ma senza pretese. Tornando da Lourdes invita Paolina a non essere imbronciata con la Madonna per il mancato miracolo, al contrario: “Prega con fede la Madre delle Misericordie, che verrà in nostro soccorso, con  la bontà e con la dolcezza della più tenera madre” (CF 210, 25 giugno 1877).

La lettera che oggi vi propongo è datata 5 dicembre 1875. In questa pagina c’è il desiderio dell’eternità e la devozione a Maria. E c’è tutto l’amore di una madre che si preoccupa di nutrire spiritualmente la figlia. Ricordando le grazie che aveva avuto dalla Vergine Immacolata, ogni anno Zelia celebra con particolare amore questa festa e chiede alla figlia Paolina, allora in collegio, di fare altrettanto. Ricorda che molti anni prima, proprio in quel giorno benedetto, lei chiese un altro figlio. Nove mesi dopo nascerà Maria Paolina, la secondogenita. In tal modo, Zelia semina nella figlia adolescente la coscienza di essere un dono della Vergine. Questa lettera invita tutti i genitori ad essere più attenti e generosi nel comunicare ai figli la gioia della fede. Ed è quello che auguro a tutti voi di vero cuore.

Don Silvio

 

LF 147,
5 dicembre 1875

Mia cara Paolina,

la tua ultima lettera mi ha fatto ancor più piacere delle altre e, per colmo di felicità, tua zia mi dice che è molto contenta di te, che sei molto obbediente e carina. Ti ringrazio, mia Paolina, di fare così la gioia di noi tutti. Il buon Dio te ne ricompenserà in questo mondo e nell’altro perché si è molto più felici, anche nella vita presente, quando si fa bene il proprio dovere.

Mercoledì è dunque l’Immacolata Concezione, una festa grande per me! In questo giorno la Santa Vergine mi ha accordato molte grazie speciali. Domanda a tua zia se si ricorda l’8 dicembre 1851. Per me, non l’ho affatto dimenticato. Non ho nemmeno dimenticato l’8 dicembre 1860, giorno in cui ho pregato la nostra Madre del Cielo di darmi una piccola Paolina2 ma non ci posso pensare senza ridere perché ero assolutamente come una bambina che chiede una bambola a sua madre e mi comportavo nello stesso modo. Voleva avere una Paolina come quella che ho e mettevo bene i punti sulle i, nel timore che la Santa vergine non comprendesse bene quello che desideravo. Occorreva senza dubbio e prima di tutto che avesse una bella animuccia, capace di diventare una santa, ma volevo pure che ella fosse molto graziosa. Quanto a questo, non è molto bella, ma io la trovo bellissima, proprio come la volevo io!

Quest’anno andrò ancora a trovare la Santa Vergine di buon mattino, voglio essere la prima ad arrivare, le offrirò il mio cero, come al solito, ma non le domanderò più figliolette; la pregherò che quelle che mi ha dato siano tutte sante e che, quanto a me, le segua da vicino, ma bisogna che siano molto migliore di me. […]

Sto per finire la mia lettera perché non ho più nulla di nuovo da dirti; sono assalita dalle bambine che giocano vicino a me. Ognuno ha da parlarmi, bisogna dunque che io scrivo parlando. Finalmente, grazie a Dio, ecco Luisa che viene a prenderle per metterle a letto. Addio, mia cara Paolina, a presto la felicità di vederti: ci penso con tanta gioia.




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2 risposte su “Zelia Martin: “Pregherò la Vergine che le figlie che mi ha dato siano tutte sante””

Caro Don Silvio,anche io sono mamma e leggendo la lettera di Zelia Martin,mi ci rivedo appieno.Non è facile trasmettere la fede ai figli che ostentano la logica del mondo e la preferiscono alla logica di Gesù dove regna sovrano l’amore ,il perdono,la compassione… Spesso mi scoraggio;ma poi affido a Dio Padre le mie preoccupazioni e gli chiedo di provvedere LUI ad aprire la porta del loro cuore.Vi ringrazio per questa piacevole idea di CONDIVIDERE queste preziose testimonianze di questi SANTI GENITORI.

La Santa Vergine non era una cometa che appariva ogni tanto ma una stella sempre splendente in casa Martin. Luigi e Zelia condividono un delicato e appassionato amore per la Madonna. Per questo decidono di dare a tutti figli, maschi e femmine, il nome della Madre celeste. Come un’impronta indelebile.

Grazie don Silvio,
per questa bella riflessione. Apre il cuore di noi educatori e mamme verso l’importanza e il valore dell’affido alla Vergine Maria.Impariamo dalla Mamma Celeste,come ci invita Zelia. Lei è la stella del mattino che dobbiamo seguire se vogliamo giungere alla porta del cielo.Invitiamo i nostri giovani a non farsi idoli ma ad appassionarsi come teneri bambini al culto mariano. Maria è la guida sicura nel difficile cammino della vita. I Santi sono i nostri angeli invisibili ci insegnano che dobbiamo vivere secondo la volontà di Dio.

A Maria Madre dei Martiri

Spesso mi fermo lungo la strada dove son nata,
dove paziente Tu sempre mi aspetti.
La tua Chiesetta è sempre aperta. Bisogna entrare.
Non vengo a pregare, non ho niente da offrire e niente da domandare.
Tu ai miei occhi sei sempre la più bella.
Vengo solamente, Madre, a vederti,
Tu sei felice di vedermi e piangi di gioia.
Sono tua figlia e Tu sei qui.
Per un momento sembra che tutto si ferma…
non so se è mattina, mezzogiorno, sera o notte
è sempre così stare con Te, in questo luogo dove tu stai.
Non dico niente, guardo il tuo viso,
lascio cantare il mio cuore.

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