Aborto

Dopo la violenza, l’arrivo di quel bambino… mio figlio!

mamma e figlio

di Ida Giangrande

Avevo sedici anni, solo sedici, troppo pochi per affrontare l’inferno. Eppure io l’ho fatto ci sono passata attraverso come in un reticolato di fuoco dal quale non potevo più uscire.

Ho pochi ricordi sbiaditi di quel momento. Credo che una parte di me li abbia volontariamente rimossi per salvare ciò che rimaneva della mia integrità violata, di quella sanità mentale misteriosamente collegata al nostro corpo e all’uso che ne facciamo. Era una mattina buia, il cielo era coperto da nuvole grosse, grigie e l’aria sembrava intrisa di fuliggine. Mi stavo preparando per andare a scuola. Ero molto brava. Mi piaceva studiare a differenza di alcune mie coetanee. In casa non c’era nessuno, i miei genitori erano andati a lavorare e mia sorella più grande di me, anche lei era uscita presto, non ricordo per quale ragione, ma non c’era. Qualcuno bussò alla porta, andai ad aprire. Era il mio vicino di casa. Mi disse che doveva farmi vedere una cosa e mi invitò ad andare da lui, nel suo appartamento. Lo feci. C’era una vocina dentro di me che mi diceva di non oltrepassare quella soglia, ma decisi di non darle retta, in fondo lo conoscevo, anche i miei lo conoscevano. Lui stava per trasferirsi, la sua casa era piena di scatoloni e le tende alle finestre erano tirate. Gli chiesi dove stesse andando, ma lui non mi rispose, non gli interessava rispondermi; la sua mente stava esplorando universi che io non potevo immaginare. Ricordo di aver provato un’improvvisa paura, il sentore inquietante di un male troppo più grande delle mie forze. Quando uscii da quella casa non ero più io. Andai a scuola, camminando tra le persone come un fantasma. Volevo credere che non fosse successo niente, quel bruciore terribile in fondo alla mia pancia, ora era sparito ed ero di nuovo padrona del mio corpo. Il mio istinto di autodifesa continuava a ripetermi che se mi fossi rifugiata nella routine, avrei ritrovato me stessa, ma non era vero. La mia sedia, il mio banco, la mia insegnante, tutto si muoveva intorno a me, sbiadito e confuso, come in una specie di incubo. Continuavo a non pensarci, a dirmi che non era successo niente, che lui non mi aveva fatto quello che aveva fatto e che io ero sempre io, ma mentre lo pensavo, continuavo a tenere serrate le gambe come per proteggere la mia innocenza rubata. Tornai a casa come ogni giorno al termine delle lezioni, solito bus, soliti compagni di viaggio. Il mio vicino non c’era più e la casa in cui avevo brutalmente smesso di essere una bambina, ora era chiusa. Non mangiai. Non potevo. Mi misi alla finestra e restai a guardare le imposte chiuse di quell’appartamento per tutto il giorno; folate di vento spazzavano il selciato del vialetto di casa mia, e sembravano portarsi via anche i residui dei miei ricordi più belli. Mia madre mi chiese che cosa avessi, ma io non le dissi niente. Non riuscivo a parlarne. Non ci riuscivo. Poi cominciai a vomitare, vomitavo di continuo, ma non avevo febbre, né qualche altro sintomo che facesse pensare a qualcosa di diverso da una gravidanza. Quando il medico lo disse a mia madre, lei pensò che lo avessi fatto di proposito, ma dopo una misteriosa percezione interiore le fece avvertire il sentore di qualcosa di inquietante. Le bastò guardarmi, per farmi crollare. Raccontai poche cose, quelle necessarie. Lei ebbe una reazione terribile, cominciò a piangere ad abbracciarmi a darsi la colpa e fu il turno di mio padre. Anche lui si diede la colpa, si chiuse in camera con mamma e quando vennero fuori mi dissero che avevano preso una decisione, e che dovevo fidarmi di loro. Mi portarono da un dottore, un ginecologo, mi aiutarono a distendermi e poi mi dissero: “Chiudi gli occhi. Quando ti sarai svegliata quest’incubo sarà finito e potrai riprendere la tua vita!”. Ma la verità è che non mi sono mai più svegliata. La mia famiglia aveva fatto di tutto per tenere la cosa sotto silenzio, ma in un piccolo paese le voci corrono al ritmo della velocità del suono e per quanto mi sforzassi di riprendere la mia vita da dove l’avevo lasciata, o da dove me l’avevano fatta lasciare, non riuscivo a farlo. I miei coetanei mi guardavano come un’appestata. Quando passavo davanti a un gruppetto di ragazzi li ascoltavo mormorare qualcosa e quasi sentivo quello che si dicevano: “Eccola! Quella che è stata violentata e che ha abortito!”. Qualcuno mi dava addirittura la colpa: “Chissà che cosa ha fatto per provocare un uomo!” dicevano. Io stavo zitta e rifiutavo ogni tipo di amicizia, mi sentivo sporca, non solo e non più perché ero stata violentata, ma perché avevo ucciso mio figlio. “Che cosa vuoi saperne tu di figli!” mi disse un giorno mia madre quando provai a parlargliene: “Hai solo 16 anni”. Lo disse per aiutarmi e poi, guardandomi negli occhi, aggiunse: “Tu non hai mai avuto un figlio! Tu non hai mai avuto un figlio!”. Una specie di mantra che cominciai a ripetermi ogni giorno. A 18 anni scappai via dal mio piccolo paese, per rifugiarmi in una grande metropoli dove nessuno mi conosceva. Mi iscrissi all’Università e per mantenermici lavoravo come cameriera in un ristorante a conduzione familiare. I miei mi aiutavano, anche mia sorella mi aiutava economicamente, avrebbero fatto qualsiasi cosa pur di cancellarmi quell’aria rassegnata dalla faccia. Incontrai un ragazzo e cominciai ad avere le mie avventure, andare con loro e perdermi nella ricerca di un piacere smodato, divenne presto più facile che vincere il dolore e colmare quel senso di vuoto e di perdita che mi logorava giorno dopo giorno. Ai miei dicevo che andava tutto bene, ma poi ogni giorno andavo a sedermi di fronte ad una scuola materna a guardare le madri che accompagnavano i propri piccoli ed io immaginavo come sarebbe stato se invece di cancellarlo, quel figlio lo avessi messo al mondo. “Tu non hai mai avuto un figlio!” mi ripetei mentendomi come avevo sempre fatto. Non era vero. Quel figlio, io lo avevo sepolto dentro di me.




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14 risposte su “Dopo la violenza, l’arrivo di quel bambino… mio figlio!”

Questa storia che ho appena letto,mi ha toccato in una maniera esagerata. Questo mi ha fatto capire ancora di più che il mondo è pieno di pregiudizi,che “Il paese” parla e giudica senza conoscere!

Questa storia è stata molto toccante… ci aiuta a capire che al giorno d’oggi le persone giudicano senza sapere peggiorando lo stato d’animo delle persone,ferendole !
Purtroppo chi nn vive le situazioni non può sapere come possa sentirsi questa ragazza la quale adolescenza è stata segnata da questo episodio ,nonostante tutto è importante avere la forza di affrontare la vita senza ascoltare gli altri !!!

Questa storia è molto toccante e il consiglio che posso dare a questa ragazza è quello che non si deve mai abbattere perché si sa, che il male esisiste e la gente avrá sempre da ridire su tutto.Quindi non bisogna giudicarla per ciò che ha fatto o subito perchè non sappiamo come lei o i suoi genitori si sono sentiti in quel momento.E faccio un appello anche a tutte queste persone dicendo loro che non devono pensare subito al male di una persona perchè ciò che è capitato a lei potrebbe capitare anche a loro o a un propio caro.Non ti abbattere mai e continua conla tua vita senza avere rimorsi.Inoltre Questa storia per noi ragazze é stata un campanello di allarme perchè ci fa capire che al giorno d’oggi non bisogna fidarsi di nessuno e di avere sempre gli occhi aperti su tutto ció che ci circonda in modo tale da evitare il peggio.

La parte che più mi ha colpito di questa storia è stata la la parte finale,quando la ragazza ripete a se stessa che in realtà” quel figlio lo aveva sepolto dentro se stessa”.Ed è proprio vero la perdita di un figlio e come la perdita di una parte di se stessa che in qualsiasi luogo o momento della nostra vita ci è costantemente vicino.

Questa tragica e commovente storia fa capire come il mondo sia pieno di pregiudizi.
Tutte queste ragazze che subiscono abusi vengono emarginate completamente dalla società invece di essere aiutate . La Maggior parte delle persone pensa che queste ragazze abbiano provocato l’ uomo per far sì che quest’ultimo abusasse di loro ,ma in realtà l’unica colpa delle ragazze è solamente la loro ingenuità giustificata peró dalla loro tenera età.Un abuso rimarrá sempre un trauma da cui non si potrà mai guarire !

Oggi in classe abbiamo parlato di questo articolo ed è stato veramente un qualcosa di straziante ascoltare.
Può capitare a chiunque di essere violentata e trovarsi in questa stessa situazione,ma il dono della vita è un qualcosa di divino e (magico),e non si può fermarlo prima che questo veda il mondo e l’essere dell’esistenza.
Per questo credo che chiunque mamma non voglia fare una cosa del genere ma si vedi che i genitori della ragazzo non l’hanno capita fino in fondo.
Perchè uccidere una persona grande o un bambino che ancora deve nascere è la stessa e identica cosa.

Oggi in classe abbiamo letto questo articolo che mi è sembrato veramente utile per affrontare la vita di tutti i giorni e per comprendere che essa va rispettata perché è un dono unico e prezioso.

Carissima
Abbiamo letto la tua storia ci dispiace per quello che ti e’ accaduto e possiamo capire che non sara’ stato facile aprirti ,quindi apprezziamo questo gesto coraggioso, e allo stesso tempo ti ringraziamo per averci fatto riflettere su un argomento cosi serio e per averci fatto capire di stare attenti a quello che facciamo e alle scelte che prendiamo.

Ciò che hai vissuto è stato difficile, ci ha fatto commuovere. Bisogna riflettere su questo perché può capitare a chiunque e perciò bisogna stare attenti a fare la scelta giusta. Abbiamo apprezzato che tu hai condiviso questa storia con tutti noi.

Ci sono ragazze che a 11-12 anni già hanno subito violenze, credo che lei a 16 anni era già in grado di intendere e volere. Forse i genitori l’hanno fatta abortire per non avere un brutto ricordo di quella giornata. Lei ha fatto bene a dirlo ai genitori anche se doveva fargli sapere chi fosse stato a violentata.

Salve, sono una studentessa di 15 anni e oggi abbiamo letto questo articolo in classe.
Dopo averlo ascoltato mi sono commossa.
Certo la notizia di essere rimasta incinta a 16 anni è dura ma colei che ha sbagliato prima di tutto è la mamma.
Con quale coraggio “costringi” tua figlia ad abortire? Ad annullare una vita umana?
Io credo che la ragazza abbia un cervello suo ma ovviamente una persona viene influenzata e poi era veramente giovane, credo che un po’ tutti abbiano la colpa.
Ecco perché queste cose non dovrebbero mai accadere, un figlio è la cosa più bella che potesse capitare ma solo se si è veramente pronti.
Purtroppo questo è il passato, dobbiamo pensare al presente.
Però buona fortuna per tutto!

La scorsa settimana in classe abbiamo letto questo articolo, che a me, personalmente, mi ha profondamente colpito. Sarà che sono sensibile, ma una storia del genere toccherebbe il cuore credo di chiunque.
Dietro ogni avvenimento c’è una verità da scoprire e da riconoscere. Questa vicenda ci aiuta a comprendere che bisogna stare attenti e non fidarsi neanche (purtroppo) delle persone che pensiamo di conoscere., come è capitato a questa ragazza dell’articolo segnandola profondamente e irrimediabilmente. La ragazza non solo ha dovuto subire una violenza, non solo le è stata rubata l’innocenza che ormai poche 16enni di oggi hanno,ma è anche stata “costretta” ad abortire. Comprendo il dolore della famiglia ma mi chiedo: un bambino, un’ anima innocente, deve pagare con la morte? Cosa c’entra lui?
Si, certo, non era frutto dell’amore, ma questo non giustifica il gesto dei genitori della ragazza.
Anche se, non era frutto dell’amore, quel bambino era pur sempre un essere umano, come tutti gli altri che meritava di avere la possibilità di crescere, correre, giocare, innamorarsi da adolescente, vivere, semplicemente. Meritava tutto questo, tranne che la morte.
La ragazza. meritava di sentirsi mamma, crescere suo figlio, metterlo al mondo, e non seppellirlo dentro di lei oppure darlo in adozione alla nascita.
Quello che ha fatto quell’uomo, della sua meschinità, della sua totale indifferenza riguardo l’innocenza che ha rubato a quella piccola ma grande donna…beh, direi che davvero non ci sono parole. Attrarre con tanta semplicità questa ragazza in casa sua, come se fosse una normale visita di cortesia, vedere come non ha dato peso a quello che ha fatto..così da sparire totalmente il giorno dopo…Ci fa davvero capire che di indifferenza e meschinità, nel mondo non ce n’è mai abbastanza. Persone mature o giovani che siano, quando ci sono sporchi pensieri, nulla lo può cambiare. Ad esempio..sono a conoscenza di un caso simile, solo che non c’è stato un abuso. Un ragazzo di oltre 21 anni, andò a trovare la sua vicina, ma trovò in casa solo la figlia 13enne.
Cominciò con un saluto, un abbraccio e dei baci più passionali, poi continuò avvicinandosi a lei sul divano. Continuava a baciarle al collo, e man mano saliva alla faccia. La 13enne reagì, lo cacciò di casa, e restò da sola, tra quelle mura, con la paura addosso, tanto da non sedersi più su quel divano per il resto della giornata.
Magari questo potrebbe non significare nulla, ma era giusto per dire che di persone che sembrano angeli ma sono demoni, nel mondo non finiscono mai.
Infine, vorrei dire a questa donna, ormai, non di dimenticare quel figlio non nato, ma vivere bene anche per lui.
Forza e coraggio e tutto si supera!

Anche se noi non siamo a favore dell’aborto,forse in certe situazioni i genitori pensano solo al bene della propria “piccola” e a voltr grazie a questi sbagli,a queste “esperienze”, si diventa una persona migliore,una persona diversa.

Personalmente l’aborto lo vedo come un errore, anzi un orrore umano. Anche se un bambino si ha involontariamente concepito, come nel caso della storia che ho appena letto, penso che sia un dono di Dio, proprio perché si è concepito involontariamente è un qualcosa di speciale,un bambino puro. Un angelo. I bambini secondo un mio parere sono delle creature innocenti, prive di colpe e di peccati,loro non c’entrano assolutamente niente, anche come nel caso della ragazza che ha subito una violenza e la mamma ha deciso di farla abortire…se mi sarebbe capitato a me in prima persona avrei avuto gli stessi rimorsi,Si!
Forse avrei fatto di peggio,molto peggio…
Comunque auguro a questa ragazza il meglio

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