26 Settembre 2016

26 Settembre 2016

Il volto di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,46-50)
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande.
Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande».
Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demòni nel tuo nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi».

Il commento

Nacque poi una discussione tra loro, chi di loro fosse più grande” (9,46). Non si tratta di una questione accademica ma di un confronto acceso. Il termine dialoghismòs, usato da Luca, significa anche dubbio (Lc 24,38) o critica (Fil 2,14). Si tratta perciò di una discussione in cui emergono incertezze e forse accuse reciproche. I discepoli discutono animatamente per determinare a chi appartiene la leadership del gruppo. Il dibattitto avviene a porte chiuse, “tra di loro”, precisa Luca. I discepoli sanno bene come la pensa il Maestro. Ma Gesù li conosce e sa che il loro modo di pensare è ancora impregnato di quella mentalità che misura l’identità dell’uomo con il potere. Non viene interpellato ma non può restare in silenzio. Il suo insegnamento questa volta passa attraverso un gesto: “prese un bambino, se lo mise vicino” (9,47). Un ragazzetto in mezzo ad un gruppo di uomini ! Per comprendere quest’immagine occorre ricordare che i bambini nel contesto sociale e culturale dell’epoca non contavano nulla, non avevano alcuna autorità. Gesù chiede ai discepoli di diventare piccoli come loro, cioè di rinunciare ad ogni ambizione sociale e di allontanare come una peste quella sottile tentazione di comandare che genera conflitti. Anche in quella comunità domestica, la prima e più naturale forma di comunione. Anche nella comunità ecclesiale, chiamata ad essere vincolo di unità per tutto il genere umano. Quel bambino è l’immagine di Gesù, l’innocente che rinuncia ad ogni potere, immagine di un Dio che sceglie la piccolezza. Per questo non viene riconosciuto, anzi viene rifiutato e crocifisso.

Questa immagine è il punto più alto della cristologia ed apre un nuovo modo di concepire la vita dell’uomo. “Non posso temere un Dio che per me si è fatto così piccolo…”, scrive Teresa di Lisieux nella sua ultima lettera (LT 266). Aveva compreso il mistero di Dio nella sua essenzialità. Donaci, o Padre, di abbandonare ogni pretesa di egemonia e di accogliere con docilità questo insegnamento per seguire il tuo Figlio Gesù Cristo che per noi si è fatto piccolo e povero.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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