Maternità surrogata

“Prof perché non potrò domani avere diritto a un figlio se la natura non me lo permetterà?”

gravidanza

(Foto: Maria Sbytova - Shutterstock.com)

di Elisabetta Cafaro

Il dibattito in classe sulla maternità surrogata diventa subito ardimentoso e appassionato, ma ai miei ragazzi dico: “La vita è vita, va difesa gustata, abbracciata, ammirata, scoperta, assaporata ma soprattutto: custodita nel seno di una famiglia costituita da un padre e una madre”.

È una mattina fresca d’autunno siamo in classe intenti in una tavola rotonda insieme all’insegnante di Diritto, la professoressa Pettine, nel desiderio di accendere nei ragazzi qualche luce in più sulle grandi questioni etiche. C’è una luce diversa in questo autunno, un bisogno di lasciarsi avvolgere nei colori e nelle case.

Il dibattito prende vita e subito agita i cuori dei giovani, colora le parole, si accende e si spegne, pone domande, interrogativi ma soprattutto chiede risposte: “Il figlio è un dono o un diritto? Che cos’è la maternità surrogata?”. Io mi soffermo a contemplare la classe mentre penso che oggi più che mai è necessario restituire ai giovani il significato della vita come dono perché i figli sono un dono che Dio affida al cuore e alle mani dei genitori. Egli si fida di loro e li chiama ad essere suoi cooperatori. Se la vita è un dono, vuol dire che i figli non sono un diritto da rivendicare come tanti altri. La professoressa Pettine spiega cos’è la maternità surrogata ed evidenzia che, la legge n 40 del 2004 sulla fecondazione assistita in Italia afferma che la maternità surrogata è vietata ed è un reato punito con una pena di reclusione da uno a tre anni ed una multa da sessantamila a un milione di euro per coloro che la realizzano, organizzano o pubblicizzano. Poiché, secondo il nostro ordinamento giuridico il ruolo di madre spetta alla donna che ha messo al mondo il neonato, nessun diritto sarà riconosciuto alla madre “committente”. Per questo motivo molte coppie italiane vanno all’estero e ricorrono a tale tipo di pratica. Molti paesi, come ad esempio il Canada ne proibiscono solo la forma commerciale, ammettendo quella “altruista”, gestita da agenzie specializzate che prendono un “rimborso spese” per le donatrici, oltre a tutti gli oneri dovuti alla pratica. Altri ancora, invece, permettono entrambe le forme, come il Belgio, la Georgia e l’Ucraina, in cui la donna presta il suo corpo in cambio di un pagamento.

In classe si accende un focoso confronto. Le opinioni sono contrastanti. C’è chi non è d’accordo con questa pratica della gestazione per altri, perché il bambino viene considerato una merce di scambio e una forma di sfruttamento lesiva della dignità della donna e del bambino. C’è invece chi è d’accordo perché essa permette a coppie che non possono avere figli di diventare genitori. Un gruppetto sentenzia con forza che ricorrere alla maternità surrogata è una libera scelta e non è da condannare il desiderio di diventare genitori. Ancora una volta mi rendo conto che al di là delle opinioni accademiche e delle leggi, i giovani devono ritrovarsi nei modelli affettivi con i quali sono cresciuti perché solo così potranno formarsi delle opinioni giuste in grado di tutelare socialmente il bene comune. “Prof perché non potrò domani avere diritto a un figlio se la natura non me lo permetterà?” mi domanda flebilmente una ragazza all’ultimo banco. Generare la vita è senza dubbio un desiderio che ogni persona porta con sé. Un desiderio da coltivare e da comprendere mai un diritto, altrimenti diventa una cosa dovuta oppure semplicemente un prodotto da fabbricare.

“Ma io l’amerò comunque!”. Sì, ma lui si chiederà un giorno: di chi sono figlio? I figli sono un dono dell’amore non un prodotto da commissionare. I figli non sono un “cosa”. Nessun uomo viene al mondo per caso o per necessità. La vita appartiene a Dio. La nascita di una nuova creatura non può essere equiparata ad un qualsiasi atto fisiologico: essa chiama in causa la responsabilità della coppia e la struttura stessa della vita coniugale. E nello stesso tempo per chi è credente, chiama in causa il Creatore che crea una nuova persona e le dona un’anima spirituale.

Alla fine della lezione mi rendo conto che quella non era una tavola rotonda, né una lezione accademica, ma un fecondo scambio di esperienze e di affettività e mi sento di dire ai miei giovani che la vita è vita, e che va difesa, gustata, abbracciata, ammirata, scoperta, assaporata ma soprattutto: custodita nel seno di una famiglia costituita da un padre e una madre. Io spero che se ne ricordino quando sarà il momento di questa lezione in una mattina d’autunno.




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24 risposte su ““Prof perché non potrò domani avere diritto a un figlio se la natura non me lo permetterà?””

Qualsiasi donna vorrebbe avere un figlio e farebbe di tutto per poterlo avere, a costo di far mettere parte di suo marito nel corpo di un’altra donna, la quale anche essendo molto disponibile potrebbe inconsapevolmente creare una sorta di invidia nei confronti della donna che ha chiesto l’aiuto. Inoltre un figlio dovrebbe essere frutto dell’amore che nasce in una coppia; crescendo il bambino potrebbe essere disorientato e immerso nel dubbio di chi possano essere i suoi genitori. Noi personalmente preferiremmo adottare un bambino in difficoltà e dargli tutto l’amore possibile come se fosse nostro.

Non credo di poter dire se sia giusta o meno, in modo definitivo, questa nuova pratica ma posso sicuramente esprimere le mie idee.
Io sono a favore in quanto credo sia una cosa bella poter donare un figlio a chi non può averlo in modo naturale.
Un bambino è figlio delle persone che l’hanno cresciuto e non solamente di chi l’ha concepito.
All’ipotetica domanda ‘di chi sono figlio?’ di un bambino, si risponderà dicendo che è figlio del desiderio e della voglia di due persone di crescere un proprio simile, di donare i propri valori e tutto l’amore che si ha.
I rapporti di parentela sono importanti ma quelli di cuore decisamente di più.

Certamente i figli sono di chi li ama e di chi li cresce ma non è sufficiente…in ognuno di noi sarà per sempre radicato il desiderio innato e ancestrale di sapere chi siamo e da dove veniamo ! La differenza con dei genitori adottivi ? Loro accolgono un bambino che per CASI FORTUITI E FORZE MAGGIORI è rimasto solo nella vita ,invece chi sceglie la maternità surrogata si rende ARTEFICE per il proprio egoismo di far nascere un bambino a cui vengono negati i suoi diritti naturali . Per non parlare del business di cui è oggetto questa pratica. Nel Nord Europa sono già operative diverse agenzie ,vengono selezionate madri surrogate ed eventuali donatori

Noi,personalmente, pensiamo che un figlio sia un dono che nasce dall’amore.Il bambino non é un oggetto e nel caso si desidera un figlio e preferibile adottarlo.Quindi diciamo il nostro categorico all’utero in affitto perché questa è una cosa che è al di fuori della vita.

Ancora una volta mi trovo contrario alle idee (anche piuttosto contrastanti tra loro).
Come stesso l’autrice ha scritto, un figlio è frutto dell’amore e della responsabilità di due persone (persone, non maschio e femmina). Allora chi più di una coppia che pur di avere un figlio arriva anche a spendere dei soldi (tanti)incarna questa considerazione? Mi piace pensare che tutti possono fare quello che vogliono col proprio corpo…perché alla fine durante alcune processioni cattoliche particolari ci sono persone che si flagellano in mezzo alla strada (davanti anche a dei bambini) e mi pare che nessuno gli dica niente.

Il punto è proprio questo,ovvero il bambino non è un oggetto che appaghi il nostro desiderio di genitorialità anche a costo di spendere ”tanti soldi”. Dietro la pratica della maternità surrogata c’è il dramma di molte donne che vivono in condizioni di grave indigenza ,tempestivamente sfruttata da chi può spendere ”tanti soldi”, perché portare in grembo un bambino e partorirlo non possono essere considerati oggetto di un contratto alla stregua di altre merci. E poi il diritto del nascituro dove lo mettiamo? Tranquilli perché tutti questi bambini arriveranno all’adolescenza e senza pietà metteranno i genitori dinanzi alle loro responsabilità . Potrebbero dire tranquillamente :” Tu non sei mia madre perché non mi hai partorito” e in alcuni casi non c’è nemmeno un legame biologico. Tutti abbiamo bisogno di sapere chi siamo e da dove veniamo e scoprire che coloro i quali dovrebbero amarci sopra ogni cosa, hanno deciso per noi negandoci il diritto ad una identità personale ,è traumatico e destabilizzante per l’adolescente e potrebbe compromettere a vita il rapporto con i propri genitori . Se io sapessi una cosa simile, perderei tutta la stima che nutro per i miei genitori ,mi sentire i tradita.

C’è da dire che ci sono molte considerazioni contrastanti…sono qui in classe tra i miei compagni, e sento qualcuno dire “Ma si, è anche in parte giusto…infondo è come un adozione”, invece c’è chi dice che è un concetto sbagliato, perché quando qualcuno va solo a trovare del bene, dell’affetto, non è mai un “peccato” (non trovo altri aggettivi), ma quando una persona arriva a spendere soldi in queste situazioni, non ci trovo un granché di “umanistico”…anche se, come citato nel testo, potrebbe essere un modo per dar voce, e quindi, mettere fine al silenzio del dolore di chi figli non ne ha, non ne può avere…non so…c’è qualcosa in me che mi porta a dire che non sia del tutto giusto…forse il modo, forse l’unica differenza dall’adottare, ovvero che la donna guadagna qualcosa…e non mi piace pensare ad un bambino, a delle vite, come merci di scambio.
Ma d’altronde…ognuno della sua vita e del suo corpo, fa quello che vuole…Volevo solo dar voce a quello che penso.

Difronte a questo argomento non saprei che dire. Ci sono lati positivi e negativi, punti di vista. Io, personalmente, ritengo questa situazione quasi del tutto sbagliata. Perché chiedere un bambino ad una donna, è come ordinare un vestito online e aspettare che arrivi. E direi che è anche poco rispettoso nei confronti del bambino, che da grande non potrà altro che pensare “mi hanno usato come un oggetto”. O peggio “mi hanno ‘commissionato’ e non mi hanno accettato.”

Secondo noi ognuno deve avere diritto ad avere figli ma in casi particolari non tutti possono avere figli in modo naturale per questo la cosa giusta da fare è quella di adottare dei bambini rimasti senza genitori o con genitori assenti invece di una maternità surrogata perché i bambini non sono come i giocattoli e non vanno costruiti a proprio piacimento.

Oggi in classe con la nostra prof di religione abbiamo affrontato questo argomento delicato e importante per la dignità della donna e soprattutto per la famiglia perché è inammissibile che anche se la donna non può avere figli concepisca l’idea di compiere l’azione di affittare l’utero di un’altra donna per procreare il proprio figlio perché anche se il seme è del marito e quindi i tratti del figlio sono i suoi, non sarà così per quanto riguarda la moglie del padre e quindi un giorno il figlio si domanderà chi è la vera madre.
A nostro parere se una famiglia non può avere figli si può benissimo adottarli anche da neonati così fanno felice una vita abbandonata al suo destino.

Secondo noi un figlio é un dono dato dall’amore!
Secondo noi é meglio adottare un figlio cosi per dare anche a lui una vita dignitosa al posto di voler per forza un figlio che avra tanti problemi sulla sua storia familiare.

Secondo me,e non solo,i bambini sono delle creature meravigliose che illuminano la nostra giornata e danno uno spiraglio di luce in questo futuro non molto promettente. Ma soprattuttopenso che i bambini non sono delle macchine che vengono costruite a proprio piacimento in laboratori specifici ma devono essere generati semplicemente dall’amore di due persone che si vogliono bene e che nutriranno il loro figlio con altrettanto amore.

un figlio è il dono più grande che Dio ci ha dato. Quando si ha la notizia che sfortunatamente non si può dare vita a questo fiore che vorrebbe germogliare..tutto cade,perché si pensa che non si può dare amore allo stato puro. Non provare l’emozione di essere una vera mamma è l’unica cosa che un genitore non vorrebbe essere privato. Possiamo anche pensare che tutti i genitori ‘sfortunati’ hanno fatto diventare ‘fortunati’ dei bambini che non hanno avuto mondo di vivere e ricevere amore da veri genitori che purtroppo o non avevano possibilità economiche oppure non erano pronti per il loro ruolo.
Spero che Dio doni a tutti questi futuri neo genitori di vivere al meglio la loro vita con i loro piccoli fiori che grazie alle loro radici diventeranno forti busti di querce!

Pensiamo che sia meglio adottare un bimbo senza famiglia, anziché cercare di creare una vita in un modo artificioso. I figli sono doni d’amore, che, in ogni caso, vanno accettati, invece cercare ostinatamente di “crearne” uno, può portare anche al non accettare il bambino , una volta nato, perché c’è la possibilità che “non piaccia” ai “genitori”. Insomma si tratta di qualcosa che , secondo noi, non è naturale, autentico, per cui non giusto da praticare, soprattutto sul piano morale.

Personalmente io non metterei mai il mio utero in affitto, ma ad ognuno spettano le proprie scelte; se una donna decide di prostrarsi a queste cose e la legge nel suo paese lo prevede, non abbiamo diritto di opporci.
Ovviamente è preferibile, adottare un bambino, dare amore a chi di per sé, già ha vissuto parte della sua vita senza.
E credo che lo stesso dovrebbe valere per gli animali. Perché spendere tanti soldi per l’acquisto di un cane di razza? Per farsi elogiare? Per farlo accoppiare e poi vendere i cuccioli? O anche semplicemente perché piace quel cane lì. Ma l’amore che si può dare ad un cane adottato dal canile o da associazioni, è ancor più gratificante e significante, perché aiutare gli altri, a prescindere, dovrebbe farci sentire meglio.

Quest’articolo mi ha colpito molto e mi ha fatta riflettere. Credo che l’unica persona che ne soffrirà sarà il bambino, che non avrà un’identità. Il bambino diventerà una merce da scambiare ed è solo uno “sfizio personale” perchè nel mondo ci sono tantissimi bambini che hanno bisogno di cure,di affetto…insomma hanno bisogno di una FAMIGLIA,che appunto significa amore,sicurezza e felicità. Io quindi sono contro alla maternità surrogata, che diventa un lavoro e diventano affari veri e propri. La vita così viens sottovalutata e diventa un mezzo per arricchirsi.

Secondo noi, invece di cercare una madre surrogata potrebbero adottare un bambino che davvero ne ha bisogno di una famiglia che lo ami. È ingiusto che una donna debba concepire un figlio non suo per soldi…perché i soldi alla fine non creano la felicità come un figlio. Questo bambino quando non può crescere nelle bugie dei “genitori” ed è anche ingiusto non conoscere la propria madre…alla fine si sentirà come un oggetto tanto desiderato. Potrà paragonarsi ad un telefono che tanto desideri comprare perché di moda. UN FIGLIO È FRUTTO DELL’AMORE DI DUE PERSONE NON UN SOPRAMMOBILE!!!

Noi pensiamo che non sia giusto classificare la vita come un’oggetto da vendere o scambiare. meglio dare una famiglia a un’orfano che una famiglia comprata da qualcuno che non sa cosa porta all’interno del suo corpo. la vita.poiché questo bambino comprato poipiù avanti quando saprà la verità si chiederà chi sia la sua vera famiglia e perché l’hanno abbandonato.

Noi pensiamo che un figlio sia un dono di Dio non un oggetto che una coppia tanto desidera. Se una coppia vuole tanto avere un bambino e non può averlo può sempre adottarlo, visto che ci sono molti bambini che hanno bisogno di una famiglia e di amore.

Sinceramente io penso che mettere l’utero in affitto sia una cosa non accettabile, però ognuno di noi ha diritto alle proprie scelte e non non abbiamo il diritto di interferire in esse. Arrivati a questo punto io penso sia meglio adottare un figlio siccome ci sono molti bimbi e bisognosi d’affetto ad esempio i bambini orfani che hanno bisogno di amore e di qualcuno che gli insegni ad amare e soprattutto a capire il significato vero della vita.

DI MAMMA CE N’E’ UNA SOLA ?

In molti casi le mamme sono due, poichè alcune donne, non riuscendo a
portare a termine una gravidanza, si appoggiano ad un’altra che accetta
di affrontare gestazione e parto al loro posto.
Un figlio è un dono di Dio che, purtroppo, non tutti hanno la gioia di provare,
per cui, sono costrette a prendere questa decisione perchè è l’unico modo
per avere un bambino e creare così una famiglia.
Durante il periodo di gestazione tra la madre ed il suo bambino si instaura
un rapporto molto stretto.
Nel ventre materno il bambino si muove, percepisce il contatto materno e
stabilisce una comunicazione con la madre che dura tutti i nove mesi.
I pensieri ed i sentimenti della mamma esercitano un effetto benefico sul
bambino.
Come può, poi, una madre separarsi dal suo piccolo dopo averlo visto
crescere nel suo grembo e darlo ad un’altra donna senza provare un pò
di rimorso ?
Sarà, poi, facile per il bambino comprendere un giorno che sua madre lo ha
lasciato ad altri genitori ?
Molte domande insidieranno la mente del fanciullo e non sempre quest’ultimi
troveranno una giustificazione al gesto fatto dalla madre surrogata.
Comunque c’è da dire che tutte le donne hanno il diritto di diventare madri
anche se, a volte, con metodi illeciti.
Ci sono tanti bambini sfortunati che attendono di essere adottati per avere finalmente
un papa’ ed una mamma che li ami come meritano.
Volgiamo uno sguardo anche verso di loro

Come è stato già detto nell’articolo la vita è vita. Però secondo noi questo tipo di fecondazione non è ammissibile perché il futuro bambino che nascerà non sarà mai il figlio effettivo della coppia che lo crescerà. Questa cosa potrà poi gravare in un futuro anche sulla crescita psicologica del bambino.

Un figlio sarà sempre dono di Dio! Condividiamo in pieno il pensiero di ambedue le professoresse,perché riteniamo che l’amore sia alla base di tutto.

Secondo me non è giusto fare questo scambio perché comunque la vera mamma del bambino è quella che lo partorisce e anche se è una cosa che può rensere felici alcune famiglie che non possobi avere figli è sbagliata e anche se è una cosa che può rendere felici alcune famiglie che non possono avere i figli e sbagliata

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