Giovani a basso reddito

Secondo il Censis: i giovani di oggi sono più poveri dei loro coetanei di 25 anni fa

risparmi

di Ida Giangrande

I giovani di oggi sono più poveri dei loro coetanei di 25 anni fa, lo dichiara il Censis nel suo ultimo rapporto sulla situazione economica degli under 35. Nella graduatoria dei soggetti sociali in cui gli italiani hanno più fiducia il primo posto va alle forze dell'ordine, seguite dalle associazioni di volontariato, dalle imprese agricole e dalla Chiesa.

K.O.  economico per i giovani di oggi che risultano sensibilmente più poveri rispetto ai loro coetanei di 25 anni fa. A dirlo è il nuovo rapporto del Censis che mette a fuoco un impressionante scenario di difficoltà economica. Rispetto a 25 anni fa infatti i giovani hanno un reddito inferiore del 26,5%, mentre la ricchezza degli attuali millennial è inferiore del 4,3% rispetto a quella dei loro coetanei del 1991. Rispetto alla media della popolazione, oggi le famiglie dei giovani con meno di 35 anni hanno un reddito più basso del 15,1% e una ricchezza inferiore del 41,1%. Una situazione che gli esperti del Censis definiscono come un vero e proprio “ko economico” per i giovani di oggi. Se andiamo indietro di un quarto di secolo, i giovani risultano sempre con un reddito inferiore rispetto alla media della popolazione, ma soltanto del 5,9%: un divario decisamente inferiore. Per gli over 65 invece il reddito medio è aumentato del 24,3%. La quota di giovani che con il loro reddito arriva con difficoltà alla fine del mese è oggi pari al 43,5%, cioè quasi 20 punti percentuali in più rispetto a dieci anni fa, mentre la percentuale scende al 34,4% tra gli adulti e al 34,2% tra gli anziani. Anche l’Istat lancia l’allarme e dichiara che nel 2015 i cosiddetti neet, i giovani che non studiano e non lavorano sono a livelli record, la percentuale infatti tra i 15-29enni è salita dal 19,3% al 25,7% tra il 2008 e il 2015, il massimo in Europa. Interessante è anche notare come guardano la società i nostri giovani: dallo studio di cui sopra risulta che i partiti politici sono al penultimo posto nella graduatoria dei soggetti sociali in cui gli italiani hanno più fiducia. Al di sotto si collocano solo le banche. A rafforzare il quadro, ben l’89,4% degli italiani ha un’opinione negativa sui politici a fronte di un misero 4,1% di positivi. Nella graduatoria dei soggetti in cui gli italiani hanno più fiducia invece il primo posto va alle forze dell’ordine (48%), seguite dalle associazioni di volontariato (42,5%), dalle imprese agricole (19,8%), dalla Chiesa (16,7%). Le istituzioni locali riscuotono la maggiore fiducia dal 9,1% dei cittadini, i sindacati dal 6,6%, i partiti dall’1,6% e le banche dall’1,5%. Da notare che tra i giovani (18-34 anni) a riscuotere maggiore fiducia è il volontariato, mentre dai 35 anni in su le forze dell’ordine sono al primo posto. Nei partiti e nei sindacati, è  la fascia di età  intermedia (35-64 anni) a nutrire meno fiducia.




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