Educazione

L’uomo non è un essere programmato. Dal DNA all’educazione

DNA

pixabay

di Gabriele Soliani

Affermare che l'essere umano non sia in grado di “libere decisioni” perché tutto è già scritto nel suo DNA cerebrale, è un mito già sconfessato dalla scienza ma ancora tenacemente presente nei discorsi comuni e “fra le righe” di tanti testi scolastici.

Se noi “siamo” il nostro DNA allora l’intero essere umano si identificherebbe con le informazioni genetiche che sono alla base del suo sviluppo e del suo funzionamento. Dato che anche il cervello viene “costruito” a partire dalle istruzioni contenute nel DNA allora esso sarebbe predeterminato dalle informazioni genetiche e, quindi, l’essere umano non potrebbe essere considerato un soggetto libero. Ma non è così.

Il genoma umano comprende circa ventiquattromila geni, numero abbastanza grande anche se molto simile a quello del topo, poco più di quello del moscerino e del vermetto caenorhabditis elegans (che è stato il primo animale a cui è stato sequenziato tutto il DNA). Per capire quante informazioni i geni possono contenere bisogna però considerare il loro numero con l’organismo che essi devono codificare. Il solo encefalo umano, per esempio, è costituito da circa ottantasei miliardi di cellule nervose.  Con ventiquattromila geni è impossibile codificare le proprietà di ottantasei miliardi di neuroni. Ogni gene infatti dovrebbe codificare le proprietà di tre milioni e mezzo di neuroni e questo non è possibile. La realtà del sistema nervoso umano è ancora più complessa perché la vera “unità funzionale” è il contatto che c’è fra i neuroni (la sinapsi), che permette la trasmissione di segnali tra una cellula nervosa e l’altra. Ognuno dei neuroni principali della corteccia cerebrale riceve circa diecimila sinapsi e quindi l’intera rete di connessioni consta di un numero di sinapsi stimato in circa un milione di miliardi.

Per questo si dice che i geni possono solamente specificare le linee generali che guidano lo sviluppo delle strutture nervose e delle loro connessioni. Questo è  evidente per esempio quando persino lo stesso DNA non può codificare la costruzione di due encefali perfettamente uguali, come nei gemelli “identici” (monozigoti). Nello sviluppo del sistema nervoso entrano in gioco molti altri fattori come l’interazione di ogni cellula con il micro ambiente in cui si trova e, soprattutto, con i segnali elettrici e chimici ricevuti da altre cellule. La scoperta scientifica, nota da tempo, dice che i segnali nervosi importanti per la formazione delle strutture encefaliche provengono in gran parte dall’ambiente esterno.

Ecco perché  si può e si deve considerare la propria storia personale come unica  e irripetibile, che inizia molto prima che il soggetto acquisti la coscienza di  esistere. Si potrebbe affermare che il nostro stesso corpo è plasmato dall’insieme delle esperienze sensoriali che agiscono sul sistema nervoso già prima della nascita. L’altro fatto che accredita la “libertà” dell’essere umano è la sua facoltà di “dirigere”, oltre le azioni, anche i suoi pensieri, emozioni, affetti dopo che la mente e il cervello li hanno, per così dire, “prodotti”. Ancor di più vale per l’opzione del bello o del brutto, del buono o cattivo, del vero o del falso, cioè dei giudizi estetici e morali che necessitano della coscienza del soggetto e che sono di natura “intenzionale” e non spontanea né già “programmata”.

L’argomento, di notevole spessore e non sempre di immediata comprensione, è importante e necessario per capire quel diffuso stile dis-educativo che ha fatto, purtroppo, della persona umana un essere vivente simile agli animali. La scienza neurologica dimostra, anche se il senso comune già lo intuiva, che l’essere umano  non può identificarsi con il suo DNA, e questo è un buon argomento per affrontare efficacemente, e più in profondità, le sfide dell’emergenza educativa.




Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

1 risposta su “L’uomo non è un essere programmato. Dal DNA all’educazione”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.