Esistono ancora valori non negoziabili? A chi spetta definirli? Vita, famiglia, educazione sono le fondamenta della società in cui viviamo. Limiti oggettivi dell’etica, di cui nessuno può appropriarsi, nemmeno la politica.

Chi menziona i valori non negoziabili usando una punta di polemica li definisce dicendo che sono sempre quei tre o quattro. Di solito succede quando ci va di mezzo la politica, come suol dirsi, ma la questione è seria.

I valori non negoziabili Vita, Famiglia, Educazione (usiamo le maiuscole per definirli bene) sono le fondamenta della società e da questi valori discendono a cascata tutti gli altri.

Forse quello che irrita un poco è la definizione non negoziabile perché sul termine valore mi pare che ci sia un certo accordo. Infatti secondo l’idea che in una politica democratica tutto si possa e si debba discutere per giungere ad una specie di compromesso, il termine non negoziabile sembra un controsenso e quasi un’offesa intollerabile. Ma ad un orecchio attento e libero affermare che i suddetti Valori non sono negoziabili non fa nessuna impressione e anche la ragione dà il suo assenso.

Per completare e spiegare, il concetto di non negoziabile Benedetto XVI coniò un’altra definizione ed iniziò ad usare quella. Disse infatti che Vita, Famiglia, Educazione sono Valori non manipolabili. Concetto molto bello che aumenta, senza toccare la discussione politica, ancor più il significato oggettivo.

A nessuno, compresi ovviamente noi, è lecito impoverire e snaturare ciò che è sotto gli occhi nella sua realtà concreta. Per questo l’alto valore della politica ha il compito di non manipolare ciò di cui non può disporre, che sono appunto la Vita, la Famiglia e l’Educazione. Su ciò che è opinabile in materia economica e istituzionale si applica il compromesso per poter arrivare ad una soluzione condivisa e il più possibile vicina alle idee di tutti, ma sui valori oggettivi questa regola è inapplicabile.

Un esempio bello e ora molto diffuso è l’obiezione di coscienza per l’aborto volontario. Quasi l’80% dei ginecologi italiani applica alla lettera il valore non negoziabile della vita umana appena iniziata nel grembo della donna. Anche se la donna chiede e vuole abortire o è spinta a farlo o è costretta l’obiettore, applicando la legge, non manipola il valore della Vita e si mette da parte. È importante ricordare che l’obiezione di coscienza evita una specie di tirannia e permette al cittadino di riflettere sul perché un medico rifiuta di compiere un atto permesso dalla legge. Il ginecologo sa bene, e non solo lui, cosa passa nel tubicino dell’aspiratore di Karman mentre esegue un aborto. Per questo il valore non negoziabile e non manipolabile viene in soccorso al piccolo essere umano nel grembo materno e, contemporaneamente, offre alla donna un’alternativa all’aborto che va nella giusta direzione.

Il laicismo sbotta e va su tutte le furie ma non spetta a lui definire ciò che ha valore e ciò che non lo ha. Del resto anche chi rifiuta la guerra è disposto a subire il carcere, come fece per esempio il grande campione di pugilato Cassius Clay, o come fece Franz Jägerstätter, ora Beato della Chiesa Cattolica, che rifiutò di combattere con i nazisti piuttosto che negoziare il valore della pace.