Tempo di Pasqua in famiglia

18 Aprile 2017

18 Aprile 2017

Il tempo dell’abbraccio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (20,11-18)
In quel tempo, Maria stava all’esterno, vicino al sepolcro, e piangeva. Mentre piangeva, si chinò verso il sepolcro e vide due angeli in bianche vesti, seduti l’uno dalla parte del capo e l’altro dei piedi, dove era stato posto il corpo di Gesù. Ed essi le dissero: «Donna, perché piangi?». Rispose loro: «Hanno portato via il mio Signore e non so dove l’hanno posto».
Detto questo, si voltò indietro e vide Gesù, in piedi; ma non sapeva che fosse Gesù. Le disse Gesù: «Donna, perché piangi? Chi cerchi?». Ella, pensando che fosse il custode del giardino, gli disse: «Signore, se l’hai portato via tu, dimmi dove l’hai posto e io andrò a prenderlo». Gesù le disse: «Maria!». Ella si voltò e gli disse in ebraico: «Rabbunì!» – che significa: «Maestro!». Gesù le disse: «Non mi trattenere, perché non sono ancora salito al Padre; ma va’ dai miei fratelli e di’ loro: “Salgo al Padre mio e Padre vostro, Dio mio e Dio vostro”».
Maria di Màgdala andò ad annunciare ai discepoli: «Ho visto il Signore!» e ciò che le aveva detto.
Parola del Signore

Il commento

Non mi trattenere [mē mou áptou], perché non sono ancora salito al Padre” (20,17). Il Vangelo non dice espressamente che Maria si getta ai piedi per abbracciare Gesù, ma lo dà per scontato. Il verbo áptō significa toccare, potremmo anche tradurre: non mi abbracciare. Indica un legame intenso, come di chi aderisce così strettamente alla persona amata da non volerla più lasciare. Gesù fa capire che non è questo il momento dell’abbraccio. La resurrezione dona la certezza di una presenza; l’abbraccio, invece, appartiene alla beata eternità. Ci basta sapere che possiamo vivere in compagnia di Dio, dobbiamo però rimandare l’abbraccio, cioè quella comunione piena che troverà spazio solo nella beata eternità. La Pasqua da una parte comunica la certezza di questa compagnia divina, e dall’altra rimanda verso un oltre dove tutto riceverà il suo compimento. Siamo in cammino. Nel frattempo il nostro compito, il compito di tutta la Chiesa, è racchiuso nella parola che Gesù rivolge a Maria: “Non mi trattenere, ma va’ dai miei fratelli e di’ loro» (20,17). L’incontro con il Risorto non ci chiude in un abbraccio consolante ma accende il fuoco della missione. Siamo chiamati a portare a tutti – ma proprio a tutti! – l’annuncio che l’evangelista riassume in queste semplici ma efficaci parole: “Ho visto il Signore!”.  Non si tratta solo di dire qualcosa ma di testimoniare, con tutta la forza dell’esperienza personale, che Dio accompagna i passi dell’umanità. In fondo è questo il compito della Chiesa. Non importa se viene incompresa, ostacolata, combattuta,. La Chiesa è chiamata esattamente a comunicare questa certezza, perché, quando ritornerà il Figlio dell’uomo, trovi una comunità credente. Sarà lui a colmare ogni cosa, introducendo questa storia nella pienezza definitiva.

Ti ringraziamo, Padre. La testimonianza di Maria di Magdala invita anche noi a cercarti con amore e umiltà. Donaci di riconoscere la tua presenza lungo il sentieri della vita. E donaci la gioia di lasciarci abbracciare da Te nel giorno in cui varcheremo la soglia della vita.

 



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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