Tempo di Pasqua in famiglia

3 Maggio 2017

3 Maggio 2017

È solo l’inizio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 14,6-14)
In quel tempo, disse Gesù a Tommaso: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».
Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta».
Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre. E qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò».

Il commento

Chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre” (14,12). Nel momento in cui annuncia il suo ritorno al Padre, che segna il compimento della sua missione terrena, Gesù ricorda agli apostoli che spetta a loro continuare l’opera della redenzione. La fede in Gesù Cristo ci rende intimamente partecipi del suo legame d’amore con il Padre (14,23), diventiamo “concittadini dei santi e familiari di Dio” (Ef 2,19). Ma ci carica anche di una grande responsabilità. L’opera di Gesù è completa: “Tutto è compiuto”, grida sulla croce (19,30). E tuttavia, la Pasqua è solo l’inizio di una nuova e grande avventura che attraversa tutta la storia dell’umanità. Gesù dice ai discepoli che nulla possiamo senza di Lui (Gv 15,5) ma al tempo stesso invita a compiere opere più grandi di Lui. Il paradosso è solo apparente perché, come sottolinea il Vangelo che oggi proclamiamo, solo chi crede in Gesù potrà continuare la sua opera. Lo Spirito che scaturisce dalla Pasqua ci plasma ad immagine del Figlio e perciò capaci di scrivere pagine davvero straordinarie. “La nostra capacità viene da Dio”, scrive l’apostolo Paolo (2Cor 3,5). Mediante lo Spirito, è Gesù che opera in noi e con noi.

I discepoli non appartengono alla categorie degli eroi o dei campioni, sono semplicemente persone che, riconoscendosi incapaci, ai aprono alla grazia. per questo Gesù domanda di restare mendicanti: “qualunque cosa chiederete nel mio nome, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio” (14,13). Pregare nel nome di Gesù non fa riferimento ad una particolare formula ma indica la piena comunione con Lui. Siamo così uniti a Lui da non chiedere altro se non ciò che Lui vuole; e da non cercare altro se non la volontà di Dio. Quando era già molto ammalata, santa Zelia scrive così alla figlia Paolina: “Non ti preoccupare per me: non mi tormento affatto, e rimetto tutto nelle mani di Dio” (LF 211). È questa fede che oggi vogliamo chiedere per diventare sempre più protagonisti della storia di Dio.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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