CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

“Nella gioia e nel dolore”: Luigi e Zelia portano il profumo del Vangelo nelle case degli sposi

8 Maggio 2017

Rinnovo Promesse Nuziali

La peregrinatio di Luigi e Zelia coinvolge centinaia di persone, la loro vita è una forte provocazione specie per gli sposi chiamati a rinnovare “l’uno di fronte all’altro il loro sì con nuovo slancio”.

Cari amici,

la peregrinatio dei santi Luigi e Zelia porta ovunque il profumo del Vangelo, la testimonianza della loro vita è per tutti una forte provocazione ma risulta particolarmente eloquente per gli sposi. Non potrebbe essere diversamente, trattandosi di una santità vissuta nel contesto della vita domestica. Una delle caratteristiche peculiari del nostro pellegrinaggio è quello di incontrare fidanzati e sposi. Prevediamo sempre uno spazio per la catechesi: non è facile raccontare in poco tempo una santità che non è fatta di opere straordinarie ma si manifesta nella ferialità di una vita intessuta di impegni ordinari. E tuttavia ogni volta vedo che le parole lasciano il segno, le scelte compiute da Luigi e Zelia sono una salutare provocazione e costringono gli sposi a riflettere sulla loro vita e sulle paure che tante volte hanno impedito di profumare la vita di Vangelo. Luigi e Zelia volano sulle ali della fiducia, si fidano l’uno dell’altro e insieme si affidano a Dio. Al contrario, molti sposi misurano la vita con le proprie forze, non sono disposti a rischiare perché non si fidano abbastanza di Dio.

La catechesi affronta i capitoli principali della vita dei santi coniugi: la comunione coniugale, l’accoglienza della vita, l’educazione dei figli, la vita di preghiera. In alcuni luoghi mi hanno chiesto anche di parlare della malattia di Zelia e della vedovanza di Luigi. Ogni capitolo è come un tassello di un mosaico o, per usare un’immagine domestica, è solo una camera di una casa molto più ampia e bella. E tuttavia, anche una sola catechesi, un solo capitolo di questa testimonianza, è così ricco da far intuire la fede viva e palpitante di questi sposi che hanno scelto di mettere ogni cosa a servizio di Dio. La catechesi è sempre preceduta e sigillata dalla preghiera nella quale chiediamo a Luigi e Zelia di accendere santi desideri nel cuore degli sposi.

La proposta di catechesi s’intreccia con quella liturgica, la peregrinatio prevede diverse celebrazioni ma ovviamente la Messa è quella più significativa. Il contesto eucaristico, in cui riceviamo Colui che si è fatto Pane spezzato, è quello più adatto per chiedere agli sposi di rinnovare le promesse nuziali. Prima di cominciare, scherzando ma non troppo, chiedo ai coniugi presenti se sono ancora convinti e disposti a dire il loro sì. E poi aggiungo che non si tratta di ripetere il già detto ma di rinnovare, cioè permettere a Dio di ridare slancio e vita all’amore coniugale. Questa premessa non è affatto scontata, purtroppo accade, e non troppo raramente, che proprio l’amore si trascina stancamente e quasi scompare tra gli affanni della vita. Gli sposi sono contenti di essere chiamati in causa, rispondono sempre con gioia. Ed è sempre bello per me vederli l’uno di fronte all’altro e dire nuovamente il loro sì. Tra loro ci sono sposi di ogni età, giovani che da poco hanno celebrato le nozze e coppie di anziani che da 50 anni e più vivono insieme. Vi sono sposi che arrivano con figli ancora piccoli e altri che hanno figli ormai adulti. Se la preghiera plasma la vita, sono convinto che quel gesto non è affatto formale ma scrive parole nuove, parole che possono portare frutto.

Sabato sera, 6 maggio, eravamo a Policoro (MT), le diverse comunità parrocchiali della città si sono ritrovate nella Chiesa Madre, dedicata a santa Maria del Ponte. Una chiesa gremita di gente. Al termine della Messa abbiamo distribuito ad ogni coppia una piccola immagine di Luigi e Zelia con una preghiera, un modo semplice per dire loro di affidarsi ai santi coniugi e genitori. La Messa è stata già piuttosto lunga. Posso dire a ciascuno poche parole. Una di queste coppie, piuttosto giovane, mi dice: “Lei non ci conosce, io sono quella mamma che un anno fa vi ha scritto e pregato di consegnare una lettera ai santi Luigi e Zelia. Grazie a Dio sono ancora qui”. Non ho tempo per sostare più a lungo con loro, ci sono altri sposi che attendono. Ma quelle parole accendono la memoria. Ricordo bene i fatti. Lo scorso anno Lidia e Massimo, catechisti della Fraternità, mi hanno inviato una lettera scritta da una mamma, ammalata di tumore. Sì, proprio una lettera destinata ai santi Luigi e Zelia in cui chiedeva un sostegno per affrontare una malattia che rischiava di consumare in breve tempo la sua vita, lasciando un marito e due figli ancora piccoli. “Sono ancora qua!”. Porto con me queste parole, sono come una preziosa reliquia, la testimonianza che la fede ardente compie miracoli, anche oggi. Queste parole, insieme a tante altre, e più di tante altre, mi ricordano che la peregrinatio è opera di Dio, è Lui che agisce, è Lui che parla, è Lui che dona con abbondanza grazia a consolazione. Noi siamo solo strumenti, servi inutili.

Cari amici, nell’ultima settimana siamo stati a Roma (parrocchia san Pancrazio), abbiamo fatto sosta a Pompei, nella Basilica della Vergine del Rosario; siamo poi arrivati ad Angri (Sa), nella chiesa dedicata ai santi Luigi e Zelia. E poi siamo scesi in Basilicata dove resteremo fino a domenica prossima, un pellegrinaggio che tocca tutte le diocesi di questa Regione. Il viaggio continua. Un caro saluto a tutti voi.

Don Silvio




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