Tempo di Pasqua in famiglia

22 Maggio 2017

22 Maggio 2017

In nome di Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 15,26-16,4)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

Il commento

Viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio” (16,2): le parole di Gesù che il quarto evangelista raccoglie negli ultimi capitoli, presentati come una sorta di testamento, invitano i discepoli a non farsi illusioni. Il Vangelo non camminerà per i sentieri fasciati dal successo ma incontrerà la più tenace resistenza e la più ferma opposizione. La passione di Gesù è solo la primizia di quel trattamento che sarà riservato alla sua Chiesa. Viviamo in un mondo che in buona sostanza rifiuta Dio e non lascia convincere dalle parole e neppure dalla testimonianza. Ma la parola evangelica di oggi svela un altro orizzonte: Gesù avverte i discepoli che saranno osteggiati in nome di Dio, la persecuzione verrà percepita e vissuta come obbedienza a Dio. Questa parola si riferisce ai Giudei che, di fatto, cercheranno in tutti i modi di contrastare la diffusione del Vangelo.

La parola di Dio ha una fecondità che supera il contesto storico immediato ed oggi appare nella sua più stringente attualità. Negli ultimi due secoli il cristianesimo è stato aspramente perseguitato da coloro che avevano abbandonato Dio, sbandieravano il loro ateismo e proclamavano una società in cui la religione non avrebbe trovato spazio alcuno. Il comunismo ha cercato con la violenza di estirpare la religione dal cuore dell’uomo. Agli inizi del terzo millennio, invece, la persecuzione è attuata dai credenti, è fatta in nome di Dio. Il buonismo imperante non deve farci chiudere gli occhi sulla realtà. Il terrorismo islamico trova il suo humus in quel fondamentalismo ampiamente diffuso nei Paesi a maggioranza islamica e che impedisce ai cristiani di manifestare liberamente la loro fede. In nome di Dio si toglie o si riduce la libertà agli altri credenti. In nome di Dio alcuni arrivano anche a uccidere. È una lettura parziale dei testi sacri, dicono alcuni, una plateale deformazione della religione, un uso politico della fede. Impegniamoci allora, in nome di Dio, a fare il bene, tutto il bene possibile. A tutti senza eccezione. È questo il cuore del cristianesimo.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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