Tempo di Pasqua in famiglia

28 Maggio 2017

28 Maggio 2017

L’ultima parola

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 28,16-20)
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Il commento

Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (28,19). Matteo non accenna all’Ascensione di Gesù, nell’ultima apparizione il Risorto appare nella sua condizione gloriosa come Kyrios, Colui che ha ricevuto “ogni potere in cielo e in terra” (20,18). In tutti i Vangeli le ultime parole sono attribuite al Signore Gesù, è una specie di sigillo, un marchio di fabbrica. Dopo quelle parole solenni cala il sipario, come se nient’altro l’uomo potesse dire di più bello e di più grande. Se tutto il Vangelo si riassume nel mandato missionario, vuol dire che se viene a mancare la missione, è tutto il Vangelo che si perde. Questa parola ha dunque un valore decisivo in quanto svela l’identità del Signore e il compito che egli affida alla sua Chiesa. “Estendi la carità su tutto il mondo, se vuoi amare Cristo”, scrive sant’Agostino (Omelie su Giovanni, 10,8). Nella lunga storia della Chiesa tanti hanno risposto all’appello, anche a prezzo della vita. Senza di loro il Vangelo non sarebbe giunto in ogni angolo della terra. Teresa, la patrona delle missione, ha un cuore profondamente missionario perché tutto il suo essere palpita per il Regno. Durante il periodo dell’infermità svela qual è il suo sogno: “Non mi faccio una festa di godere, non è questo che mi attira. Non posso pensar molto alla felicità che mi attende in Cielo. Un’attesa sola mi fa battere il cuore: è l’amore che riceverò e quello che vorrei dare. Penso a tutto il bene che vorrei fare dopo la morte: far battezzare i bimbi, aiutare i sacerdoti, i missionari, tutta la Chiesa” (Ultimi colloqui, 12 luglio). Teresa non vive per sé. Anche quando pensa al Cielo, che sta per raggiungere, nemmeno per un attimo si rifugia nell’idea della felicità che riceverà. Non è questo che l’attira. Ella è tutta presa dal fremito missionario, dal desiderio di fare del bene. È questo il cuore della sua vita. Coltivare questo stile vuol dire essere missionari dovunque ci troveremo e qualunque sia il compito che ci verrà affidato. Oggi chiediamo la grazia di lasciare a Gesù la prima e l’ultima parola.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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