Cartomanzia

Quando il male bussa alla porta di casa attraverso la cartomanzia

Storia di A. scritta da Ida Giangrande

Talvolta basta guardare il male per credere nell’esistenza di Dio. Si chiama cartomanzia e non ha alcun potere soprannaturale se non quello di aprire la porta di casa al maligno. Ce lo racconta bene la testimonianza di questa giovane sposa.

Ero una ragazzina quando l’ho conosciuto. Me ne sono innamorata subito, forse per l’età che avevo, forse perché ero affascinata dal fatto che frequentasse già l’università. Era iscritto alla Facoltà di Giurisprudenza ed io ne ero orgogliosa. Aveva un passato difficile, veniva fuori da una tossicodipendenza e aveva una situazione familiare poco piacevole, ma a me non importava nulla. Ero convinta che il nostro amore avrebbe riempito tutti i vuoti.

A mio padre quella storia non piaceva, qualcosa gli suggeriva di mettermi in guardia. Forse era il suo sesto senso paterno, ma io non lo ascoltai. Non avevo un buon rapporto con il mio papà, i suoi consigli mi arrivavano come invasioni di campo ingiustificate. Era la mia vita. Ero io a dover scegliere e lui doveva lasciarmi libera di farlo. Decisi di seguire il mio cuore, come molti slogan televisivi suggeriscono.

Durante il nostro fidanzamento gli diagnosticarono un’epatite di tipo C, probabilmente contratta per via della tossicodipendenza. La paura che potesse accadergli qualcosa mi toglieva il respiro. Lo accompagnai dai migliori medici, gli stavo accanto accudendolo come avrebbe fatto una madre. Dopo nove anni di fidanzamento decidemmo di sposarci e i primi tempi furono un vero e proprio idillio. Lui si era laureato, io anche. Eravamo due professionisti in carriera con una vita agiata e tante belle prospettive per il futuro. L’arrivo miracoloso della nostra prima figlia mi fece scoprire un nuovo lato di lui: il suo saper essere teneramente padre. Per quanto fossimo rivestiti di una bella facciata, però, in una sorta di substrato nascosto e misterioso, qualcosa cominciava a scricchiolare. La nostra relazione era percorsa da una strana doppiezza, soprattutto a letto, dove lui sembrava voler consumare una specie di passione malata, fatta di rivendicazione di potere e desiderio di possesso. Avemmo altre due figlie, tutte belle e in salute. Gli anni passavano e, senza che me ne accorgessi, le distanze iniziarono a contare le ore che restavano al nostro amore.

Dopo la morte di suo padre improvvisamente le cose cominciarono ad andare male. L’eredità, che mio suocero ci lasciò, ci rese la vita più semplice e ascrisse la nostra famiglia a quella categoria di benestanti che si godono la vita senza troppi problemi. È lì che abbiamo conosciuto il male, in quegli ambienti lussuosi dove il profumo dell’elite riesce mascherare il puzzo del compromesso morale. Ci circondammo nostro malgrado, di amicizie malate. Una specie di circolo vizioso, dove c’era di tutto: separati in casa, divorziati, traditori e amanti. Non mancava proprio nulla, nemmeno l’occulto. Malocchio, cartomanzia, negatività: sembra paradossale che la gente importante, quella che detta le regole di questo mondo, creda ancora a queste stupide superstizioni, eppure è così. Cominciai a farlo anch’io. Per gioco, forse per noia, non credevo che quelle pratiche potessero sul serio cambiarmi la vita. Oggi so che se non hanno il potere di trasformare l’esistenza delle persone, di sicuro sono il salvacondotto del maligno. Fu allora che il mio matrimonio toccò il fondo. Lui cominciò a tradirmi, mentre la sua terapeuta lo convinceva che per stare bene, non aveva alcun bisogno di me. Entrammo in un’aspirale di malvagità e alla fine finimmo col perderci definitivamente. Lo vidi andare via con un’altra donna e fu come sentire l’acqua che scivola via tra le dita. Lui era tutto il mio mondo e ora che non c’era più, ero semplicemente morta, anche se il mio cuore continuava a battere. Ho rischiato la depressione, trascorrevo intere giornate a guardare il soffitto mentre la mia mente vagava nel nulla. Non c’erano pensieri, non c’era una logica in tutto quello che ci stava succedendo. E poi d’improvviso qualcosa è cambiato: ho incontrato Dio.

È entrato nella mia vita in punta di piedi. Non l’ho sentito arrivare, ma ho riconosciuto la sua voce che mi chiamava per nome, come solo un padre può chiamare sua figlia.

La sua voce è inconfondibile. Da sola basta a farti sentire l’aria di casa. Sono andata a cercarlo in chiesa e lì ho finalmente ritrovato la mia pace. Me la sono presa con Lui per tutto quello che mi era accaduto. Lo ritenevo responsabile del male che io stessa avevo portato nella mia vita, per la solitudine che mi gelava il sangue nelle vene e per le figlie a cui dovevo spiegare che il loro padre era andato via insieme ad un’altra donna.

Dio mi ha permesso di sfogare la mia rabbia e dopo ha cominciato a parlare. L’effetto della sua Parola è come il vento che spinge via le nuvole. Ho cominciato a pregare, una preghiera intensa, costante, ostinata. Non sapevo nemmeno cosa chiedere. Nemmeno ora lo so. La preghiera in fin dei conti non è fatta solo di richieste, è sufficiente esserci. Io ci sono. Quello con Dio, ormai, è un appuntamento quotidiano. Mio marito mi fa male in ogni modo possibile, e se trovo il coraggio di non rispondere con rabbia è solo grazie a quell’appuntamento con Dio. Lui cerca di convincere le mie figlie che non c’è niente di male nell’avere una famiglia allargata. Che la sua compagna, cartomante di professione, potrebbe essere una seconda madre per loro. La rabbia che provo in quei momenti è indescrivibile. Ci sono giorni in cui mi sembra di toccare il fondo, ma poi trovo la forza di rispettare quell’appuntamento e di andare a incontrare Dio. Al riparo del Tabernacolo ogni cosa mi sembra diversa. Le offese, la rabbia, il caos di questo mondo, il disordine e lo smarrimento, tutto trova la giusta distanza da me ed io mi sento protetta. Alla fine tornò a casa e sono pronta ad affrontare una nuova battaglia.

Ogni tanto mi capita di ripensare a mio marito. Non la faccio di proposito, la mente mi ripropone i ricordi del cuore in maniera istintiva ed io mi riscopro ancora innamorata. Se un giorno bussasse alla mia porta, io gli aprirei perché resto sua moglie come ho promesso davanti a Dio, anche se per lui quella promessa non conta più.




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4 risposte su “Quando il male bussa alla porta di casa attraverso la cartomanzia”

Ciao ,mi è piaciuta molto la tua lettera,soprattutto il modo di come hai descritto i tuoi sentimenti. Proprio ,sabato sera feci un incontro giovanile diocesano e un seminarista parlò proprio di questo,della forza di Dio ,anche quando stiamo per cadere lui ci dà sempre la spinta per rialzarsi, ed è proprio per questo che è una persona che è capace di guarire ogni dolore. Soprattutto quando si è da soli e magari ci sembra che siamo lontani in un certo senso dal mondo c’è sempre Lui che ci tiene compagnia. Tu differentemente dagli altri,hai provato prima un amore grande e ppiù una delusione che se c’era una persona più fragile caratterialmente al suo posto ,sicuramente non ce l’avrebbe fatta. Complimenti davvero perché hai il coraggio di perdonarlo nonostante ti ha tradita. L’importante è sempre perdonare il prossimo ma soprattutto non arrendersi mai nella vita.Vorrei dirti anche che il perdono è importante perché le promesse fatte davanti a Dio restano sigillate per sempre.

Bellissima questa lettera.
Le tue parole possono essere di grande esempio per noi giovani.
Per te è stata dura per un periodo di tempo, ma ora sono felice che hai trovato conforto in Dio, colui che non ci abbandona mai, nonostante tutto.
Sei stata fortissima a perdonare tuo marito perché penso che la seconda possibilità se la meritano tutti, anche il tuo nemico. Ti auguro tutta la fortuna di questo mondo.

Molto probabilmente io non avrei la stessa forza di perdonare ,ma anche quella è una virtù! Quando sulla lettera si dice che la nuova compagna è una cartomante,mi è sovvenuta immediatamente un’immagine : un uomo incatenato con le catene di Satana… Non credo che quest’uomo sia consapevole delle scelte che ha fatto,piuttosto ci vedo una complessa macchinazione del maligno per mezzo della cartomante! Continui a pregare!

Ciao, ho letto la tua lettera è meraviglioso tutto quello che hai fatto e la forza con cui hai affrontato tutta la tua vita è davvero ammirevole. Sono poche le donne che regiscono come hai fatto tu quando hai saputo di tuo marito e nonostante tutto se lui ritornasse lo accoglieresti comunque dopo le azioni che ha fatto che non sono perdonabili, ma tu ci sei riuscita e quello che mi da ancora più gioia è il fatto che hai potuto fare tutto questo grazie anche l’aiuto del Signore.
Questa tua storia puó davvero far riflettere tante persone che sono lontane da Dio e far in modo che si convertano affidando davvero con tutto il cuore la loro vita a Dio proprio come hai fatto tu, grazie per questa tua testimonianza sei davvero un modello da seguire.

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