08 Giugno 2017

8 Giugno 2017

Due in uno

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 12, 28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Il commento

Qual è il primo di tutti i comandamenti?” (12,28). Questo insegnamento nasce da una domanda nella quale non c’è malizia, anzi lo scriba appare seriamente intenzionato a conoscere la verità che Gesù insegna (12,28). Gesù non resta nel solco della domanda, lo scriba gli chiede qual è il comandamento più importante e Lui risponde citando due precetti. Sono chiaramente due come appare nel testo evangelico: “il primo è … il secondo è …” (12, 29.31). Ma Gesù conclude dicendo: “Non c’è altro comandamento più grande di questi” (12,31). Il sostantivo è al singolare! Sono due oppure uno? La risposta è chiara: due in uno! Sono due i sentieri della vita. Il primo comandamento ci invita a guardare in alto, verso Dio, da cui viene tutto il bene e al quale deve essere indirizzato ogni bene. Il secondo ci chiede di guardare il prossimo che cammina e fatica con noi e insieme a noi cerca la verità. Sono due sentieri complementari ma non è giusto metterli sullo stesso piano, come se avessero lo stesso valore. È un’interpretazione comune ma piuttosto riduttiva. Gesù parla di un “primo” e di un “secondo”. La successione non è casuale. L’intimo legame con Dio è l’oggettivo fondamento e la premessa per amare il prossimo.

Proviamo a leggere tutto questo nella luce coniugale, anche gli sposi sono chiamati a diventare uno pur essendo due. L’amore coniugale è il frutto maturo di due fili che s’intrecciano: il primo ci lega a Dio, fonte dell’amore; il secondo ci unisce al coniuge, la creatura più prossima e quindi la prima a amare e servire. Se trascuriamo o viene a mancare il primo comandamento, anche l’amore coniugale diventa più povero perché è fondato solo sui sentimenti e sulla buona volontà, non sulla grazia che rende vivi e forti. Quando invece il primo comandamento viene posto a fondamento, anche l’amore coniugale cresce e si rafforza all’ombra di quello divino. Chi ama Dio con tutto il cuore riceve tanta grazia da poter amare l’altro con il cuore di Dio. Ed è quello che oggi chiediamo per tutti.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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