13 Giugno 2017

13 Giugno 2017

Buono a nulla

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 13-16)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.
Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

Il commento

…se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato?” (5,13). L’invito ad essere “sale della terra” è accompagnato da un severo ammonimento. Perdere sapore non significa abbandonare la fede ma non viverla con passione, non impegnarsi a fondo, non confermare con la vita la parola che annunciamo con le labbra. In questo caso Gesù avverte che la vita del discepolo diventa inutile: “A null’altro serve che ad essere gettato via [blēthèn éxō] e calpestato dalla gente” (5,13). La parola è tagliente e non lascia spazio a interpretazioni accomodanti. Se il sale non svolge la sua funzione, viene buttato, anzi calpestato, cioè disprezzato dagli uomini. Da notare che il verbo “gettare”, che ricorre più volte nel discorso della montagna, ha un valore escatologico, tanto più evidente se pensiamo che l’avverbio éxō significa fuori. Più che gettare via dovremmo perciò tradurre gettare fuori. Questa parola ci conduce sulla soglia del giudizio eterno e ci fa pensare alla sorte che spetta a quanti non rispondono alla loro vocazione. Gesù avverte i discepoli che se diventano insipidi non solo sono insignificanti per l’umana società ma resteranno fuori da quel Regno che Lui viene a inaugurare, non potranno entrare nella casa di Dio e gustare la comunione con Lui. Con un’espressione di uso comune potremmo dire che il cristiano diventa un buono a nulla. Il Vangelo non si limita a mettere in guardia ma denuncia la bancarotta. “A nulla più serve”, dice Gesù: è il fallimento totale. Se questo parola risuonasse con tutta la sua forza, quanto bene potrebbe fare alle nostre anime assopite! Gesù invita a fare scelte decisive e radicali, scelte impopolari e impegnative. Noi invece … abbiamo addomesticato il Vangelo, lo presentiamo nella forma più edulcorata e meno scomoda.

Oggi invochiamo con maggiore convinzione l’intercessione di santa Teresa che aveva scelto il Carmelo per essere “apostola degli apostoli” e così “conservare il sale destinato alle anime!” (Ms A 56r). Lei si riferiva ai sacerdoti ma oggi possiamo allargare lo sguardo a tutti i battezzati.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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