20 Giugno 2017

20 Giugno 2017

Diventare figli

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 5, 43-48)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Avete inteso che fu detto: “Amerai il tuo prossimo” e odierai il tuo nemico. Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.
Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?
Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste».

Il commento

“Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate [ghénēsthe figli del Padre vostro che è nei cieli” (5, 44-45). Oggi siamo posti dinanzi alla vetta della montagna e, a prima vista, abbiamo la netta sensazione che sia una meta del tutto irraggiungibile per le nostre forze. Occorre perciò ricordare che questa parola rappresenta l’ultimo passo di un cammino lungo e faticoso che l’evangelista ha sapientemente raccolto nelle antitesi (5, 21-48). Solo chi si allena ad amare nelle piccole cose sarà in grado di affrontare le sfide più impegnative. Ma non tutti sono pronti a fare dell’amore un cammino, la maggior parte abbandona prima di cominciare. La luminosa pedagogia che propone il Vangelo non si fonda sulla buona volontà ma sulla fede. Chi riconosce Dio come Padre, si sente chiamato a vivere come Lui “fa sorgere il sole sui buoni e sui cattivi e fa piovere sui giusti e su gli ingiusti” (5,45). Chi è figlio impara ad amare tutti; e chi ama manifesta la sua più profonda identità, si presenta a tutti come figlio di Dio.

È importante sottolineare che in greco troviamo il verbo ghínomai che significa diventare. Se accettiamo la sfida dell’amore, non solo siamo figli del Padre celeste, ma sempre più lo diventiamo. Il nostro essere figli è una grazia che abbiamo ricevuto attraverso il battesimo; purtroppo non raramente accade che questa identità resta nascosta o addirittura sfigurata dal nostro comportamento. Il Vangelo oggi ci esorta a diventare figli, cioè a vivere come figli, ad essere degni di quel Padre che, senza nostro merito, ci ha resi suoi figli. Gesù non si limita a dare un comandamento, non mette sulle nostre fragili spalle un peso che umanamente sarebbe difficile da portare, ma ci ricorda che i figli possono sempre ricevere dal Padre quello che chiedono. Quel Dio che ama tutti e dona a tutti gli uomini l’essenziale, ama anche noi ed è pronto non solo a darci tutto ciò che fa bene ma anche e soprattutto tutto ciò che ci rende capaci di fare il bene.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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