06 luglio 2017

6 Luglio 2017

Tutto l’uomo

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 9, 1-8)
In quel tempo, salito su una barca, Gesù passò all’altra riva e giunse nella sua città. Ed ecco, gli portavano un paralitico disteso su un letto. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati».
Allora alcuni scribi dissero fra sé: «Costui bestemmia». Ma Gesù, conoscendo i loro pensieri, disse: «Perché pensate cose malvagie nel vostro cuore? Che cosa infatti è più facile: dire “Ti sono perdonati i peccati”, oppure dire “Àlzati e cammina”? Ma, perché sappiate che il Figlio dell’uomo ha il potere sulla terra di perdonare i peccati: Àlzati – disse allora al paralitico –, prendi il tuo letto e va’ a casa tua». Ed egli si alzò e andò a casa sua.
Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.
Parola del Signore

Il commento

Coraggio, figlio, ti sono perdonati i peccati” (9,2). Se ogni pagina del Vangelo ha un suo valore, il racconto che oggi propone la liturgia ha una particolare importanza perché contiene i tratti fondamentali della missione di Gesù e, per conseguenza, della missione che la Chiesa deve compiere lungo i secoli. Vi sono tutti gli elementi dell’esperienza di fede: la malattia, la fede, la guarigione, il perdono dei peccati, i dubbi e le critiche e poi l’esultanza del popolo. Ma c’è un elemento che s’impone con forza: la guarigione del corpo è preceduta e accompagnata dal perdono che libera l’uomo dal male che ha preso dimora nel suo cuore. Dovrebbe essere questa laregola che ispira l’azione della Chiesa, come scriveva cinquant’anni fa Paolo VI: “Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto l’uomo” (Populorum progressio, 14). Il Pontefice aggiungeva che il vero umanesimo, quello che lui chiama “plenario”, ricorda che l’uomo non si riduce ai soli bisogni materiali: “Non vi è dunque umanesimo vero se non aperto verso l’Assoluto, nel riconoscimento d’una vocazione, che offre l’idea vera della vita umana” (n. 42). “L’uomo supera infinitamente l’uomo” (Pascal). In concreto questo significa che l’uomo non può realizzare se stesso se non accoglie la Grazia che viene dall’alto; e non può giungere alla verità piena se non si mette in docile ascolto della Parola di Dio.

In questa scena sono tanti i protagonisti – i portatori, gli scribi, la folla – ma uno solo parla: ed è Gesù. Quante parole nostre finiscono per togliere spazio e valore alla parola di Gesù! Se invece gli diamo la possibilità di dire la prima e l’ultima parola, allora possiamo sperare di dare alla nostra vita la sua straordinaria dignità. Non una dignità confezionata dal potere economico che riduce l’uomo a una cosa, non l’uomo assegnata dal potere politico che cancella la dimensione religiosa. Ma quella dignità che fa dell’uomo un essere creato ad immagine di Dio e perciò chiamato ad una vita senza fine.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


Aiutaci a continuare la nostra missione: contagiare la famiglia della buona notizia

Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

CONTINUA A LEGGERE



ANNUNCIO

ANNUNCIO

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Per commentare bisogna accettare l'informativa sulla privacy.