11 luglio 2017

11 Luglio 2017

Senza più guardare indietro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 19,27-29)
In quel tempo, Pietro, disse a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?».
E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna».

Il commento

Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?” (Mt 19,27). La richiesta di Pietro appare fin troppo audace, egli chiede di sapere quale ricompensa riceveranno. Poco prima Gesù aveva denunciato la ricchezza come un ostacolo: “Difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli” (19,23). In tal modo egli ribalta decisamente la convinzione tradizionale che vede nei beni un segno del favore divino. Il racconto evangelico registra lo stupore dei discepoli (19,25). In questo contesto possiamo leggere la domanda di Pietro: dal momento che Gesù non promette alcun vantaggio di carattere materiale, quale sarà la ricompensa? È una richiesta che rivela tutta la fragile umanità dell’apostolo che ha risposto con generosità alla chiamata, senza nulla chiedere, ma ora chiede di capire qual è la promessa di Dio. Pietro parla a nome degli altri ma in fondo rappresenta tutti noi, nelle sue parole scopriamo i desideri che anche noi portiamo nel cuore. In ogni nostro gesto, anche quello in apparenza più disinteressato, vi è l’attesa di un ritorno, non siamo capaci di vivere nella più assoluta gratuità. Solo in Dio amore e gratuità coincidono perfettamente. Nella creatura umana, bisognosa di perfezione, vi è una naturale tendenza a ricercare un vantaggio. A ben vedere anche l’amore coniugale è fondato su una legittima reciprocità. Gesù sa bene che la domanda di Pietro è ancora impastata di umanità, non può e non vuole dare garanzie ma annuncia che Dio darà cento volte tanto a tutti coloro che, fidandosi di Lui, hanno lasciato ogni cosa. Invita gli apostoli ad attendere fiduciosi il dono di Dio. Ma chiede anche di non guardare più indietro e di non misurare le scelte del presente con richieste che nascono dall’istintivo bisogno di sicurezza. L’amore e la fede sono radicalmente incompatibili con la matematica e con il calcolo. La nuova umanità può sorgere solo da una fede che in ogni cosa cerca unicamente la gloria di Dio. È questa la strada che ha percorso san Benedetto. Alla sua intercessione oggi affidiamo la nostra fede ancora tanto bisognosa di purificazione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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