15 luglio 2017

15 Luglio 2017

Come il Maestro

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 10, 24-33)
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Un discepolo non è più grande del maestro, né un servo è più grande del suo signore; è sufficiente per il discepolo diventare come il suo maestro e per il servo come il suo signore. Se hanno chiamato Beelzebùl il padrone di casa, quanto più quelli della sua famiglia!
Non abbiate dunque paura di loro, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto. Quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce, e quello che ascoltate all’orecchio voi annunciatelo dalle terrazze.
E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima; abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo.
Due passeri non si vendono forse per un soldo? Eppure nemmeno uno di essi cadrà a terra senza il volere del Padre vostro. Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati. Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!
Perciò chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli».

Il commento

 “È sufficiente per il discepolo diventare [ghénētaicome il suo maestro” (10,25). Nessuno ama la sofferenza ma l’amore di Gesù, il desiderio di essere come Lui, dà al discepolo la forza di affrontare quelle tribolazioni che riceve proprio a causa di Gesù, cioè per il fatto di essere un suo discepolo (10,21). La strada tracciata da Gesù appare fin troppo ostica, tutti vorrebbero una vita meno complicata, priva di difficoltà e di conflitti. Ma se la testimonianza di Gesù ha suscitato tante resistenze e opposizioni, fino alla croce, non è ingenuo pensare di poter fare della vita una tranquilla passeggiata? Chi decide di vivere il Vangelo, il Vangelo scritto non quello predicato, scopre ben presto che il cammino diventa … una salita ardua e faticosa. In alcuni passaggi mancano le forze. Ma se è questo il cammino percorso da Gesù, siamo certi di farlo in Sua compagnia e siamo sostenuti dal suo Spirito che ci dona di vivere la prova con lo stesso abbandono fiducioso del Maestro. In fondo, l’unico desiderio del discepolo è quello di diventare come Gesù. È importante sottolineare questo verbo [ghinomai] che indica un processo dinamico mai definitivamente compiuto, un cammino interiore che si arricchisce giorno per giorno e troverà compimento solo quando entreremo nel giorno senza tramonto.

Oggi si parla molto di santità ordinaria per indicare quella santità nascosta nei doveri di ogni giorno. Una vita santa, cioè impregnata di Vangelo, non diventa mai banale, anzi è una permanente provocazione. La santità costa e costa molto. Pensare di poter vivere la sequela senza tribolazioni è come pretendere di buttarci in acqua senza bagnarci. La vita è fatta di eventi che pesano, a volte possono essere come pietre che ostacolano il cammino, ma se li viviamo nella luce di Cristo, questi stessi eventi diventano tante occasioni per unirci più strettamente a Gesù e per dare una luminosa testimonianza che manifesta e accende la fede. Le prove della vita non sono muri ma gradini di una scala che conduce verso l’alto.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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