Estate

Porteremo Dio con noi in vacanza?

di Giovanna Pauciulo

Come abbiamo strutturato la nostra vacanza? Porteremo Dio con noi, oppure lo lasceremo a casa tra i mille impegni da riprendere al ritorno? L’estate è un tempo propizio per la vita spirituale dei nostri figli, approfittiamone.

Il segreto per una ottima trasmissione della fede sta nella vita dei genitori. Se prendiamo a modello i santi ci accorgiamo che essi ci indicano la strada della quotidianità, della ferialità come mezzo di trasmissione e testimonianza della fede. La quotidianità è fatta di scelte concrete e se un genitore è capace di fare scelte di verità, la sua stessa vita diventerà testimonianza per i figli. Non ci sarà bisogno di sermoni, né di catechesi forzate.

Uno sguardo attento alla quotidianità, dunque, ci permetterà di scoprire tante occasioni per intervenire nel cammino spirituale dei figli con scelte concrete. Questa volta in particolare prendiamo in esame l’estate. Le vacanze estive non sono solo il momento del disimpegno e del divertimento sfrenato. Al contrario, se organizzate per tempo, possono essere un momento propizio per favorire l’evoluzione spirituale dei nostri figli.

L’abitudine più comune e diffusa vuole che già al ritorno dalle ferie, solitamente, si inizia a progettare l’estate successiva. La sola idea di tornare in vacanza prolunga la vacanza stessa appena conclusa. Rende meno difficile il ritorno alla routine. In vista dell’arrivo dell’estate, come è giusto che sia, ci si prende tutto il tempo per organizzare vitto, alloggio, escursioni. Si naviga tra le molteplici proposte, si attiva una vera e proprio indagine di mercato tra offerte diverse per tutti i gusti e le esigenze. Dio sia benedetto per il meritato riposo, ma come è strutturata la nostra vacanza? Portiamo Dio con noi, oppure lo lasciamo a casa tra i mille impegni da riprendere al ritorno?

Talvolta ho la sensazione, e spero di sbagliarmi, che se anche portiamo con noi il Signore, lo lasciamo in valigia, come il maglioncino di cotone da prendere solo in caso di necessità.

Ebbene cari genitori se le nostre estati sono piene di attività, rumori, tablet e smartphone, lo svago è all’insegna dell’esaltazione di sé. Forse come genitori abbiamo certo risposto al bisogno materiale e legittimo dei nostri figli di staccare la spina, ma non abbiamo usato il tempo a nostro favore per coltivare lo spirito.

Dio non va in vacanza. Anzi, abbiamo bisogno di lui soprattutto in estate, quando tutto sembra perdere ogni regola e la notte si dipinge di giorno. Allora cosa possiamo fare come genitori? Innanzitutto creare occasioni per incontrare e restare in ascolto di Dio.  

Alcune esperienze spirituali possono rappresentare delle pietre miliari nel cammino della vita. Bisogna aiutare i figli a sintonizzare il cuore sulle frequenze dell’amore autentico, ad incamminarsi sulla via che porta al Paradiso. L’estate è proprio un tempo propizio per questo e può essere pensato dai genitori per diventare un appuntamento spirituale personale, genitoriale e familiare.

Mi sovviene qui il ricordo del caro san Luigi Martin che con Teresa, allora ancora piccola, faceva in modo che il rituale della passeggiata pomeridiana, soprattutto nelle belle giornate, si concludesse sempre davanti a Gesù Eucaristia. Cosa faceva questo padre? Progettava il momento, verificando che lungo il percorso ci fosse una chiesa in cui fermarsi per adorare Gesù.

Sono queste scelte educative che consentono alla fede di un genitore di essere trasmessa in un contesto di grande gioia, di pace e di festa. È così che si nutrono i figli con il latte della fede e il miele della testimonianza.

Nel pensare alle vacanze oltre a scegliere il posto di mare o di montagna adeguato, proviamo a comporre un itinerario che passa per i luoghi, meta di pellegrinaggi. Ci sono posti in cui la fede è entrata nella storia. Terre consacrate, in cui i santi più importanti della cristianità hanno vissuto e consegnato all’immortalità la loro spiritualità. Pensiamo ai luoghi delle Apparizioni, ad Assisi, ai luoghi dei miracoli eucaristici. Sono esplorazioni che, oltre ad essere culturali, certamente aiutano i figli ad entrare in relazione con il mistero che ci avvolge e che si è incarnato nella storia dell’uomo.

Vi sono scelte educative che il genitore è chiamato a fissare come assi fondamentali nel pacchetto formativo che ha stabilito per il figlio. Tra queste scelte ci può essere quella di fare dell’estate un tempo in cui ci si pone in ascolto della voce di Dio.

Questi suggerimenti possono davvero aiutare a coltivare, nei figli, il desiderio di Dio. La vita spirituale è evolutiva. I figli pian piano imparano ad ascoltare lo Spirito e a farlo agire nella loro vita. Se si consente loro di fare esperienze che fungono da insegnamento spirituale, certamente, li avremo favoriti.




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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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3 risposte su “Porteremo Dio con noi in vacanza?”

padre Jacques Hamel del 6 giugno 2016, che invitava tutti a vivere bene le vacanze. :
Padre Jacques Hamel, invece, è un vero martire, perché è stato ucciso mentre pregava, mentre stava celebrando la messa, perché è stato ucciso da debole, perché è stato ucciso senza che avesse in odio alcuno

«La primavera è stata piuttosto fresca. Se il nostro morale è rimasto a mezza strada, come le gemme che vorrebbero dischiudersi ma temono di restare gelate, pazienza – l’estate finirà per arrivare. E anche il tempo delle vacanze.
Le vacanze sono un momento per prendere della distanza con le nostre occupazioni abituali. Ma non è una semplice parentesi. È un tempo di distensione, ma anche di ritorno alle sorgenti, di incontri, di condivisione, di convivialità.
Un tempo di ritorno alle sorgenti: alcuni si prenderanno qualche giorno per un ritiro o un pellegrinaggio. Altri rileggeranno il Vangelo, da soli o con altri, come una parola che vivifica la vita, quella di oggi.
Altri potranno abbeverarsi al grande libro della creazione ammirandone i paesaggi così differenti e talmente magnifici che ci elevano e ci parlano di Dio.
Che possiamo, in questi momenti, intendere l’invito di Dio a prenderci cura di questo mondo, a farne – la dove viviamo – un mondo più caloroso, più umano, più fraterno.
Un tempo di incontro, con dei prossimi, degli amici: un momento per prendersi il tempo di vivere qualcosa insieme. Un momento per essere attenti agli altri, così come sono.
Un tempo di condivisione: condivisione della nostra amicizia, della nostra gioia. Condivisione del nostro sostegno ai bambini, che mostra quanto contano per noi.
Un tempo di preghiera, pure: attenti a quello che accadrà nel nostro mondo in quel preciso momento. Preghiamo per quelli che ne hanno più bisogno, per la pace, per una convivenza migliore.
Sarà ancora l’Anno della Misericordia. Facciamoci un cuore attento alle cose belle, a tutti e a ciascuno, e a quelli e quelle che rischiano di sentirsi un po’ più soli.
Che le vacanze ci permettano di fare il pieno di gioia di amicizia e di ritorno alle sorgenti. Allora potremo riprendere con miglior lena la strada insieme.
Buone vacanze a tutti.
Padre Jacques»

Che bello Paolo, grazie per questa integrazione con
la meditazione di padre Jacques Hamel, che ci permette di fare memoria di un martire, che mi è rimasto nel cuore per l’innocenza violata dalla brutalità. Tra l’altro mia figlia sarebbe arrivata in quei luoghi qualche giorno dopo e sapere che in una piccola chiesetta dove anche lei si sarebbe potuta trovare qualche giorno dopo si era consumato quel massacro mi ha coinvolta e segnata come madre.

BUONA VACANZA… A TUTTI

Ho letto una frase che mi è rimasta in

mente: “L’art de se réposer est une partie de

l’art de travailler”. Tradotta un po’ a senso

essa dice: anche il riposo è in parte un modo

di lavorare. Si, perché ritempra le îorze,

ridona lucidità ed energia e permette di buttarsi

nel lavoro con più determinazione.

Buone vacarrze: ne abbiamo tutti bisosno.

Sono un diritto e un dovere per tutti.

Subito però il pensiero corre a coloro per i

quali le vacanze costituiscono un problema

piuttosto che un’opportunità, piacevole e

distensiva.

Penso a molti anziani lasciati soli: in molti

casi sono una provvidenza quelle persone

extracomunitarie che si prestano per la loro

cura. A volte di queste persone si dice quello

che non si deve dire e, spesso, alcune non

sono rispettate nei loro diritti contrattuali…

Penso inoltre ai malati, i quali hanno ben

altri pensieri che quelli relativi alle vacanze.

Infine penso alle famiglie che si trovano in

ristrettezze economiche e che quindi non

possono permettersi grandi vacanze. A tutti

auguro che il periodo estivo porti qualche

sollievo e un po’di serenità.

Vedendo ritmi e impegni di lavoro, si impone

per tutti uno sbocco prolungato di riposo.

C’è bisogno di ricreare la propria salute fisica

e mentale, c’è bisogno di ricreare le relazioni

interpersonali: penso in particoiar

modo alle coppie di sposi, alle quali vorrei

augurare di ricreare l’incanto della loro

comunione e del loro amore. La fretta della

vita moderna ha soppresso la cura e l’attenzione

delle amicizie. L’estate è dunque una

grande opportunità, ma va impostata bene.

Per molti lavacanza è ben più stressante del-

I’attività lavorativa: basta recarsi per le strade

di certe località marittime della nostra

costa per rimanere frastornati e rimpiangere

Milano o una qualsiasi città.

Per altri invece riposare significa il vuoto, il

far nulla. È dura non fare nulla!

L’otium dei latini era – in realtà – colmo di

vitalità, di lettura, di ricerca, di riflessioni.

Per altri ancora le ferie sono solo l’occasione

per cambiare tipo di lavoro…

Siano invece per tutti spazio libero per riempirlo

di esperienze che arricchiscono la

nostra vita: attenzione alla nostra interiorità.

pausa di silenzio e di riflessione. Riscoperta

della prossimità, di relazioni che i ritmi normali

ci impediscono. Ricerca di serenità e di

senso. Tempo per incontrare Dio nella preghiera.

Tempo da dedicare alla famiglia e ai

figli.

Finite le vacanze, ci aspetta un anno intenso

di lavoro e di impegni: si tratta di rifornirci

di cose buone e belle, per ricominciare, con

grinta.

Buonav acanzaa. tutti

+ Erminio De Scalzi

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