CORRISPONDENZA FAMILIARE

di don Silvio Longobardi

Vuoi fabbricarti un bambino? Prego. Vuoi adottarlo? Non ci sono fondi

24 Luglio 2017

Foto: © Monkey Business Images - Shutterstock.com

Nel blog di oggi don Silvio riflette su una strategia culturale che difatti privilegia quelli che desiderano avere un figlio in provetta e scoraggia quelli che vogliono aprirsi all’adozione internazionale.

Mia cara amica,
hai proprio ragione, quello che accade non solo è inconcepibile ma è il segno di una precisa strategia che Giovanni Paolo II, senza alcun timore, avrebbe definito “una mentalità contro la vita” (Familiaris consortio, 30). In effetti, non è possibile spiegare in altro modo l’annuncio governativo che il Fondo istituito per sostenere le adozioni internazionali è desolatamente vuoto. A dire il vero, sono diversi anni che non eroga più alcun sussidio. Non si tratta di uno degli effetti della crisi economica e della conseguente riduzione della spesa pubblica. Purtroppo no. In questo stesso periodo di crisi lo Stato ha generosamente allargato i cordoni della borsa per sostenere e promuovere la fecondazione in vitro che da alcuni anni è diventata legittima grazie ad una sentenza della Suprema Corte.

Come vedi, due pesi e due misure. Due modi radicalmente diversi di affrontare il disagio che affligge un numero sempre maggiore di sposi. I bambini dei Paesi più poveri, quei bambini che già vivono in strutture di accoglienza, non hanno diritto ad alcun aiuto, possono aspettare. Nel frattempo, le cliniche che fanno fecondazione in vitro, quelle che in pratica fabbricano bambini su richiesta, riceveranno un adeguato rimborso per le loro prestazioni. Tanto per farti capire, la fecondazione è stata infatti inserita nei Livelli essenziali di assistenza. Nessuna ASL può tirarsi indietro né invocare la mancanza di risorse. Non importa, ovviamente, se il processo fecondativo raggiunge le attese degli aspiranti genitori. Non tutti sanno, infatti, che la percentuale di “successo” è molta scarsa.

Come non vedere in tutto questo una precisa strategia che privilegia alcuni e condanna altri. Una strategia culturale che di fatto incoraggia le coppie che non possono avere figli a scegliere la strada della fecondazione in provetta. Gli altri, quelli che a tutti i costi vogliono rispondere al grido di dolore di tanti bambini che già sono al mondo, devono cavarsela da soli, non possono chiedere né pretendere alcun contributo né rimborsi. Qualche anno fa la Regione Lombardia scelse di non finanziare queste tecniche. Ma il Consiglio di Stato bocciò la delibera e obbligò la Regione a garantire questo servizio. Prova a immaginare come sarebbe accolto il ricorso di chi chiede il riconoscimento del diritto di adozione …

Mia cara, il contesto sociale e culturale diventa sempre più oscuro. Quello che più mi addolora è vedere che nessuno reagisce, nessuno protesta. Anche la Chiesa è silente, chi deve parlare, tace. E così questa ingiustizia passa nell’indifferenza generale. Tutto questo è triste ma tu sai che non appartengo alla categoria di quelli che si scoraggiano. Ho fiducia in Dio e dunque … andiamo avanti. Non avrai dunque nessun rimborso ma quel bambino che stringi tra le braccia è il dono più grande che ricompensa abbondantemente le lacrime versate e la sofferenza di una lunga attesa. Non temere, la Provvidenza non vi mancherà. Un abbraccio.

Don Silvio




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