09 settembre 2017

9 Settembre 2017

Una storia nuova

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 6,1-5)
Un sabato Gesù passava fra campi di grano e i suoi discepoli coglievano e mangiavano le spighe, sfregandole con le mani.
Alcuni farisei dissero: «Perché fate in giorno di sabato quello che non è lecito?».
Gesù rispose loro: «Non avete letto quello che fece Davide, quando lui e i suoi compagni ebbero fame? Come entrò nella casa di Dio, prese i pani dell’offerta, ne mangiò e ne diede ai suoi compagni, sebbene non sia lecito mangiarli se non ai soli sacerdoti?».
E diceva loro: «Il Figlio dell’uomo è signore del sabato».

Il commento

Il Figlio dell’uomo è signore del sabato” (6,5). I primi passi della predicazione di Gesù hanno già permesso di registrare una discreta divergenza con scribi e farisei: la pretesa di perdonare i peccati (5,21) e la scelta di frequentare le case di pubblicani e peccatori (5,30) non sono un buon biglietto da visita. Anzi, mettono in allarme coloro che si sentono chiamati a custodire la purezza d’Israele. La critica rivolta ai discepoli tocca un tema assai importante: la scrupolosa osservanza delle norme che riguardano il riposo sabbatico. Un capitolo che ancora oggi segna profondamente la religiosità degli ebrei. La noncuranza dei discepoli su questo punto è interpretata dai farisei come una mancanza grave, per questo chiedono spiegazioni. La risposta di Gesù non solo non attenua ma accresce la distanza. È un strategia che forse facciamo fatica a comprendere. È ovvio che Gesù non vuole lo scontro ma non vuole neppure nascondere la verità. Non può minimizzare ma deve calcare la mano. Le sue parole non contengono alcun rimprovero ma invitano i farisei a leggere più attentamente le pagine della Scrittura. Li sfida sul loro terreno. La Parola antica non dice forse che Davide, quando ebbe fame, mangiò quei pani destinati solo ai sacerdoti? (6, 3-4). Un episodio emblematico che invita ad abbandonare quell’interpretazione rigidamente legalistica che finisce per fare della Legge una prigione. Gesù è venuto per inaugurare una storia in cui l’uomo ritrova la libertà di realizzarsi ad immagine di Colui che lo ha creato. L’affermazione conclusiva tuttavia è quella che fa infuriare i suoi interlocutori: Gesù si presenta come “Figlio dell’uomo” e “signore del sabato”. Egli pretende dunque di rileggere e riscrivere la Legge antica. Se prima avevano qualche dubbio, i farisei ora sono sicuri che questo Rabbì della Galilea è un nemico da combattere.

Ti ringraziamo, Padre, la Parola che oggi ci invita ad accogliere Gesù come il Signore, colui che interpreta con autorità la Legge antica. Fa’ che, seguendo Lui, parola viva, possiamo rendere gloria a Te in ogni cosa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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