25 settembre 2017

25 Settembre 2017

Facciamo vedere la fede

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 8,16-18)
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce.
Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato, nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce.
Fate attenzione dunque a come ascoltate; perché a chi ha, sarà dato, ma a chi non ha, sarà tolto anche ciò che crede di avere».

Il commento

Nessuno accende una lampada e la copre con un vaso o la mette sotto un letto, ma la pone su un candelabro, perché chi entra veda la luce” (8,16). L’insegnamento evangelico completa ed esplicita la parabola del seminatore (8,4-15). Quella Parola che Dio semina con tanta generosità nella storia umana non è data per restare nascosta o per rischiarare la vita di piccoli gruppi. Gesù chiede che diventi una lampada che illumini tutta la casa, cioè l’umanità intera. L’immagine della lampada chiama in causa il vedere, evidentemente non basta annunciare con la parola, dobbiamo testimoniare con la vita ciò che crediamo. A tal punto che l’altro possa dire in tutta sincerità: “vedo con i miei occhi quello che tu vuoi dire con le tue parole”. L’insegnamento di Gesù si rivela quanto mai attuale in una società dove i messaggi passano attraverso la comunicazione visuale. I discepoli sono chiamati a divenire essi stessi una luce capace di affascinare anche quelli che sono più lontani. La lampada non solo si vede ma dona la possibilità di vedere.

Tutto questo chiama in causa la responsabilità di quanti si dicono cristiani eppure hanno vergogna di testimoniare la fede, soprattutto nell’ambito pubblico. E così, a volte senza saperlo, cedono alla pretesa di chi vuole zittire i credenti, relegando la fede alla dimensione privata. Ai cristiani, oggi più che mai, viene chiesto di essere fieri della propria fede e di testimoniarla senza alcuna paura. Non è bello sapere che Dio ci ha scelti come suoi ambasciatori? Ciascuno di noi, nell’ambiente in cui vive, è chiamato ad essere il più fedele portavoce di Gesù. Durante il servizio militare don Zeno aveva posto sopra il letto un’immagine della Madonna. A scanso di equivoci aveva avvertito : “Se qualcuno la tocca, lo metto a posto io. A casa mia avevo sopra il letto questa immagine e la voglio anche qui” (D. CampanaZeno di Nomadelfia, Milano 1991, 28). Oggi chiediamo la grazia non solo di accogliere il Vangelo ma anche di far vedere la nostra fede, in opere e parole.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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