30 settembre 2017

30 Settembre 2017

Non fuggire la croce

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 9,43b-45)
In quel giorno, mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, Gesù disse ai suoi discepoli: «Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini».
Essi però non capivano queste parole: restavano per loro così misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.

Il commento

Mettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dell’uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini” (9,44). La confessione di Pietro (9,18-22) e l’esperienza della Trasfigurazione (9,28-36) aprono orizzonti luminosi, fanno capire che la vicenda di Gesù è tutta plasmata dalla presenza di Dio. E mentre i discepoli già pregustano il trionfo e la gente registra con crescente stupore i miracoli compiuti da Gesù … Lui, il Figlio di Dio, invita i discepoli a non inseguire sogni di gloria. Per quanto misteriose le sue parole sono abbastanza eloquenti, descrivono un orizzonte piuttosto oscuro in cui non c’è spazio per il successo tanto agognato. Tutto questo disorienta non poco i discepoli che evidentemente sono pronti a tutto ma non alla sofferenza. E come dare torto? Con il suo raffinato linguaggio, Sant’Agostino scriveva: “Chi vorrebbe molestie e difficoltà? Tu ci comandi di sopportarle, non di amarle. Nessuno ama quello che sopporta, anche se ama di sopportare; avviene che uno può godere di sopportare ma tuttavia preferisce che non esista quello che deve sopportare (Confessioni, 10, 37).

Teresa di Lisieux, invece, era ben preparata non solo alla lotta ma anche alla sofferenza. Nella sua autobiografia scrive che fin da giovinetta aveva imparato ad amare la sofferenza. Con questa consapevolezza affronta l’ultima e più faticosa tappa della sua breve vita terrena, quella di una malattia che consuma il corpo mentre la sua anima è invasa dalle tenebre più fitte. Vive in una continua offerta ma non può esimersi dal sentirne tutto il peso. Nell’ultimo giorno della sua vita, 30 settembre 1897, immersa in un dolore che sembra schiacciarla, confessa con disarmante semplicità: “Mai avrei creduto che fosse possibile soffrire tanto! mai! mai! Non posso spiegarmelo se non con gli ardenti desideri che ho avuto di salvare anime”. Ha vissuto la sua passione in unione alla croce di Gesù, non dubita affatto che quel dolore ha una sua fecondità. Oggi chiediamo la grazia di non fuggire la croce ma di accoglierla come via di santificazione.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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