5 ottobre 2017

5 Ottobre 2017

Una fede audace

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,1-12)
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».

Il commento

Lc 10, 1-12 – Dopo questi fatti il Signore designò [anédeixenaltri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi” (10,1). Luca è l’unico evangelista a ricordare una seconda missione che coinvolge non soltanto i Dodici ma anche altri discepoli. Il verbo che introduce il racconto [anadéiknumi] significa nominare qualcuno ad un ufficio, non si tratta perciò di un impegno occasionale ma di un ministero stabile. Vuol dire anche mettere qualcuno più in alto perché tutti lo possano vedere. Il Vangelo deve essere proclamato dai tetti (12,3). Il numero settantadue indica l’universalità perché fa riferimento a tutte le nazioni: il messaggio cristiano deve arrivare al mondo intero. Il fatto che Gesù coinvolga anche gli “altri discepoli” significa che l’annuncio della buona notizia riguarda tutta la Chiesa e tutti nella Chiesa.

Viviamo in una società che ha ricevuto e accolto il cristianesimo come sua linfa vitale ma oggi sembra rifiutarlo, non solo lo considera superfluo ma lo tratta come un nemico. Non ci facciamo illusioni, sappiamo che incontreremo crescenti difficoltà. Ma tutto questo ci darà occasione per riscoprire la fede nella sua essenzialità. Nei primi secoli l’annuncio era accompagnato da una chiara testimonianza di vita, in non pochi casi proprio la fedeltà eroica, vissuta fino al sangue, diventava la parola più efficace e convincente. Invece di fare la lista degli ostacoli che oggi incontriamo, domandiamo se siamo disposti a vivere la fede. Ad ogni costo. Abbiamo bisogno di una fede audace che non si ferma dinanzi alle difficoltà perché è fondata sulla forza dello Spirito; una fede che non ha paura di dare pubblica testimonianza anche a costo di subire l’emarginazione; una fede che, con il passare degli anni, conserva l’entusiasmo iniziale, anzi aumenta d’intensità e di passione; una fede che non teme di investire energie e risorse economiche per accompagnare e sostenere gli evangelizzatori. Questa fede è segno che il Vangelo è capace davvero di rendere nuova la vita, la nostra e quella degli altri.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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Cari lettori di Punto Famiglia,
stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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