6 ottobre 2017

6 Ottobre 2017

Un conto salato

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 10,13-16)
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».

Il commento

 “Guai a te, Corazin, guai a te, Betsaida!” (10,13). Chi ha ricevuto la luce del Vangelo e, in particolare, chi ha avuto la grazia di incontrare il Figlio di Dio, dovrà renderne conto. Un conto salato, stando alle parole durissime che Gesù rivolge alle città in cui egli ha manifestato la potenza di Dio. Gesù non parla con l’indifferenza di un giudice che applica una sentenza. Al contrario, nelle sue parole possiamo intravedere le lacrime di chi vuole offrire all’uomo una nuova possibilità. Gesù non si rassegna, annuncia il fallimento per chiedere ancora una volta di aprire il cuore alla grazia. Usa le parole più severe per costringerli ad uscire dalla comoda apatia in cui sono rinchiusi. Bisogna sottolineare che la sua denuncia non è rivolta ai pagani, a quelli che non credono in Dio, ma ai giudei, a coloro che sono così sazi della fede ricevuta da non attendere più nulla. Una fede che invece di aprirli alla grazia, li chiude alla luce. L’orgoglio genera sazietà. La vera fede ci rende invece umili mendicanti, sempre pronti ad accogliere i suggerimenti dello Spirito.

La libertà dell’uomo è il segno più eloquente della nostra dignità. Nessuno può e deve costringerci ad accogliere la luce. Dio stesso si ferma dinanzi alla porta della nostra coscienza. Ma proprio quella libertà, alla quale teniamo così tanto, carica la vita di una tremenda responsabilità. Chi può contare i miracoli che Dio ha compiuto nella nostra vita e le grazie seminate con abbondanza? E chi può dire quante altre grazie egli avrebbe potuto donare se avessimo aperto il cuore alla sua Parola? Fa niente, pensiamo noi. In fondo abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Magra consolazione. Gesù non si limita a dire che potevamo fare di più, annuncia la rovina eterna. Fa capire che un giorno, riavvolgendo il nastro della vita, saremo costretti a riconoscere di aver fallito l’appuntamento decisivo e di non aver risposto alla chiamata. Signore Gesù, donaci di ascoltare con fede queste parole e di fare oggi stesso penitenza per noi e per tutti coloro che sono ostinatamente chiusi alla grazia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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