Giornata mondiale per il diritto d’aborto

L’ONU si felicita per i 55,7 milioni di bambini abortiti ogni anno nel mondo!

aborto

di Gabriele Soliani

Dal 2010 al 2014 ogni anno nel mondo sono stati soppressi 55,7 milioni di bambini mediante l’aborto volontario. Numeri da ecatombe, ma per l’ONU non basta. In occasione della “Giornata mondiale per il diritto d’aborto” l’Organizzazione della Nazioni Unite ha sottolineato che bisogna farne di più ed essere più efficienti.

È successo nella “Giornata mondiale per il diritto d’aborto” celebrata (si fa per dire) il 28 settembre scorso. Sui giornali radical chic, anche italiani, si è parlato di “lieta” ricorrenza. Ecco il motivo della ricorrenza: dal 2010 al 2014 ci sono stati 55,7 milioni (milioni!) di aborti all’anno (ogni anno!) nel mondo. Quasi la popolazione dell’Italia soppressa ogni anno. L’ONU si è felicitato per i 55,7 milioni di aborti ogni anno. Sia il numero che le felicitazioni dell’ONU fanno cadere le braccia e quasi si stenta a credere che si arrivi a tanto. Nessuno però dice che dietro questi 55,7 milioni di aborti (bambini non nati) ci siano altrettante 55,7 milioni di donne che l’hanno praticato. Sappiamo che molte l’hanno subito, altre sono state costrette, ad altre non è stata offerta nessuna opzione. Il calcolo è una vera tragedia (questa possiamo definirla la “più grande” dal dopo guerra). L’ONU si è lamentato per le 47 mila donne morte per aborto. Di aborto si muore, lo sappiamo bene, ma il rimprovero dell’ONU è perché non ci sono state condizioni sanitarie e igieniche corrette. Quindi non perché l’aborto è un dramma ma perché non è stato fatto come si deve. Per l’ONU ci vuole migliore efficienza negli aborti, bisogna farli meglio. Anzi ce ne vorrebbero ancora di più. Non bastano all’ONU questi 55,7 milioni di esseri umani soppressi “igienicamente”…no, ne vuole ancora di più.

Una macchina infernale di morte su tutto il pianeta. Infatti alcune Nazioni sono sotto osservazione perché questo “diritto” non viene del tutto rispettato dalle leggi dello Stato e i medici obiettori di coscienza stanno disturbando la laicità dello Stato. In Irlanda stanno forzando la mano ai parlamentari e alla popolazione (con denaro per la pubblicità) perché il prossimo anno ci sarà il referendum proprio per allargare la legge e fare in modo che …finalmente anche l’Irlanda abbia l’aborto libero e legale! Chissà cosa penserà L’ONU di Malta, Vaticano e Andorra nei quali l’aborto è vietato e della Polonia, Cipro e della stessa Irlanda dove l’aborto è fortemente ristretto a certi casi!

Per ricordare la “Giornata mondiale per il diritto d’aborto” a Bruxelles è stata organizzata da gruppi di femministe e collettivi una manifestazione internazionale a favore dell’interruzione di gravidanza con lo slogan: “Il mio corpo, la mia scelta. Nessuno può decidere per me”. Durante la sfilata sono state prese di mira l’Irlanda, la Polonia e l’Italia dove “le donne sono in pericolo perché l’80% dei medici si rifugia (dicono loro) nell’obiezione di coscienza”. Però, nessuno lo ha detto, la marcia è stata un mezzo flop: per le strade hanno sfilato solo un migliaio di persone, come riportato dal quotidiano Le Soir. Non solo. Nei Paesi dove la campagna per la totale liberalizzazione dell’aborto è sempre stata aggressiva si notano segnali di “ripensamento”.

Un sondaggio, realizzato a maggio da ComRes, in Gran Bretagna, dice che il 60% degli inglesi ritiene che il limite ultimo per abortire dovrebbe essere abbassato dalla 24ma alla 20ma settimana. Per il 21 per cento il limite dovrebbe essere fissato alla 12ma settimana. Considerando solo le donne intervistate le percentuali salgono rispettivamente al 70 e al 24 per cento. Il 65% si è detto contrario anche alla possibilità che lo Stato usi i soldi dei contribuenti per finanziare l’aborto all’estero.

Stessa presa di coscienza si riscontra negli Stati Uniti dove l’83% dei cittadini è contrario a destinare fondi statali per finanziare l’aborto all’estero. Il 61% è anche contrario a usare i proventi delle tasse per finanziare l’aborto all’interno del paese e l’85% degli americani vorrebbe che l’accesso all’aborto fosse in qualche modo ristretto, secondo un sondaggio condotto a gennaio da Marist Poll.

Anche molti paesi africani rifiutano la “colonizzazione ideologica”, più volte denunciata da papa Francesco. L’ingegnere biomedico di origine nigeriana e fondatrice di Culture of Life Africa, Obianuju Ekeocha, ha detto alla BBC: “Quando un paese occidentale viene in Africa e cerca di imporre l’aborto sotto forma di aiuto “umanitario” non fa che comportarsi come i colonialisti di un tempo. Quella che voi chiamate lotta per combattere la povertà è in realtà una forma di colonizzazione ideologica. Abbiamo bisogno di educazione, non di contraccettivi”.

Ai piani alti del palazzo di vetro dell’ONU, anche se pensano di avere le redini del comando, sono proprio fuori dal mondo!

 




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1 risposta su “L’ONU si felicita per i 55,7 milioni di bambini abortiti ogni anno nel mondo!”

Farebbero bene a sfilare per difendere il diritto a politiche sociali a sostegno della maternità. In quanto donna rivendico il mio diritto di diventare madre,di occuparmi dei miei figli e soprattutto Di non essere estromessa dal mondo lavorativo. Purtroppo ancora oggi,nell’evoluto occidente,questi diritti non sono ancora pienamente riconosciuti e rispettati! È più semplice invitare la donna ad abortire che sostenerla nell’esperienze più autentiche e sublimi della sua vita:la gravidanza,il parto e la crescita della prole.

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