Udienza generale

Papa Francesco all’Udienza di oggi: “La rassegnazione non è una virtù cristiana”

Papa Francesco

(Foto: neneo / Shutterstock, Inc.)

a cura della Redazione

“Questo mondo esige la nostra responsabilità, e noi ce la assumiamo tutta e con amore. Ogni mattina è una pagina bianca che il cristiano comincia a scrivere con le opere di bene”. Così il Santo Padre durante l’Udienza generale di questa settimana.

È un appuntamento che bisogna attendere con pazienza, perché è dall’attesa dell’incontro che l’amore si fortifica. È da qui che parte il santo Padre nella catechesi di questa mattina all’Udienza generale. “Il cristiano non è fatto per la noia; semmai per la pazienza. Sa che anche nella monotonia di certi giorni sempre uguali è nascosto un mistero di grazia. Ci sono persone che con la perseveranza del loro amore diventano come pozzi che irrigano il deserto. Nulla avviene invano, e nessuna situazione in cui un cristiano si trova immerso è completamente refrattaria all’amore. Nessuna notte è così lunga da far dimenticare la gioia dell’aurora. E quanto più oscura è la notte, tanto più vicina è l’aurora. Se rimaniamo uniti a Gesù, il freddo dei momenti difficili non ci paralizza; e se anche il mondo intero predicasse contro la speranza, se dicesse che il futuro porterà solo nubi oscure, il cristiano sa che in quello stesso futuro c’è il ritorno di Cristo. Quando questo succederà, nessuno lo sa ma il pensiero che al termine della nostra storia c’è Gesù Misericordioso, basta per avere fiducia e non maledire la vita. Tutto verrà salvato. Tutto. Soffriremo, ci saranno momenti che suscitano rabbia e indignazione, ma la dolce e potente memoria di Cristo scaccerà la tentazione di pensare che questa vita è sbagliata”.

C’è un bene comune da costruire, il popolo di Dio da radunare e questo esige la nostra responsabilità. Esige l’impegno serio e concreto dei cristiani di tutto il mondo. “In questo tempo che segue la risurrezione di Gesù, in cui si alternano in continuazione momenti sereni e altri angosciosi, i cristiani non si adagiano mai. Il Vangelo raccomanda di essere come dei servi che non vanno mai a dormire, finché il loro padrone non è rientrato. Questo mondo esige la nostra responsabilità, e noi ce la assumiamo tutta e con amore. Gesù vuole che la nostra esistenza sia laboriosa, che non abbassiamo mai la guardia, per accogliere con gratitudine e stupore ogni nuovo giorno donatoci da Dio. Ogni mattina è una pagina bianca che il cristiano comincia a scrivere con le opere di bene. Noi siamo già stati salvati dalla redenzione di Gesù, però ora attendiamo la piena manifestazione della sua signoria: quando finalmente Dio sarà tutto in tutti (cfr 1 Cor 15,28). Nulla è più certo, nella fede dei cristiani, di questo “appuntamento”, questo appuntamento con il Signore, quando Lui verrà. E quando questo giorno arriverà, noi cristiani vogliamo essere come quei servi che hanno passato la notte con i fianchi cinti e le lampade accese: bisogna essere pronti per la salvezza che arriva, pronti all’incontro. Avete pensato, voi, come sarà quell’incontro con Gesù, quando Lui verrà? Ma, sarà un abbraccio, una gioia enorme, una grande gioia! Dobbiamo vivere in attesa di questo incontro!”

“Chi reca speranza al mondo non è mai una persona remissiva. Gesù ci raccomanda di attenderlo senza stare con le mani in mano: «Beati quei servi che il padrone al suo ritorno troverà ancora svegli» (Lc 12,37). Non c’è costruttore di pace che alla fine dei conti non abbia compromesso la sua pace personale, assumendo i problemi degli altri. La persona remissiva, non è un costruttore di pace ma è un pigro, uno che vuole stare comodo. Mentre il cristiano è costruttore di pace quando rischia, quando ha il coraggio di rischiare per portare il bene, il bene che Gesù ci ha donato, ci ha dato come un tesoro”.

Poi l’appello: “Venerdì prossimo, 13 ottobre, si chiude il Centenario delle ultime apparizioni mariane a Fatima. Con lo sguardo rivolto alla Madre del Signore e Regina delle Missioni, invito tutti, specialmente in questo mese di ottobre, a pregare il Santo Rosario per l’intenzione della pace nel mondo. Possa la preghiera smuovere gli animi più riottosi affinché “bandiscano dal loro cuore, dalle loro parole e dai loro gesti la violenza, e costruiscano comunità nonviolente, che si prendono cura della casa comune. Niente è impossibile se ci rivolgiamo a Dio nella preghiera. Tutti possono essere artigiani di pace” (Messaggio della L giornata Mondiale della Pace, 1 gennaio 2017).

Nello stesso giorno, 13 ottobre, ricorre la Giornata internazionale per la riduzione dei disastri naturali. Rinnovo il mio accorato appello per la salvaguardia del creato mediante una sempre più attenta tutela e cura per l’ambiente. Incoraggio, pertanto, le Istituzioni e quanti hanno responsabilità pubblica e sociale a promuovere sempre più una cultura che abbia come obiettivo la riduzione dell’esposizione ai rischi e alle calamità naturali. Le azioni concrete, volte allo studio e alla difesa della casa comune, possano ridurre progressivamente i rischi per le popolazioni più vulnerabili”.

 

Per leggere la catechesi di papa Francesco clicca qui: http://w2.vatican.va/content/francesco/it/audiences/2017/documents/papa-francesco_20171011_udienza-generale.html

 




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