Eucarestia

Il monito di Francesco: “In alto i nostri cuori, torniamo all’essenziale”

Papa Francesco

(Foto: Marcin Kadziolka / Shutterstock.com)

a cura della Redazione

Si è aperto con l’Udienza generale di oggi, un nuovo ciclo di catechesi dedicate all’Eucarestia. Il Santo Padre: “Partecipare alla Messa è vivere un’altra volta la passione e la morte redentrice del Signore”.

In un attimo la piazza si solleva, ed è uno spettacolo già visto ma sempre emozionante: le mani alzate verso il cielo, le voci che urlano “Francesco” e la papamobile che cammina a passo d’uomo tra i sentieri di piazza San Pietro, dove anche questa settimana, in centinaia si sono radunati per incontrare il Santo Padre.

È un nuovo ciclo di catechesi quello che ci attende, questa volta dedicate all’Eucarestia, il cuore palpitante della Chiesa. “Non possiamo dimenticare il gran numero di cristiani che, nel mondo intero, in duemila anni di storia, hanno resistito fino alla morte per difendere l’Eucaristia; e quanti, ancora oggi, rischiano la vita per partecipare alla Messa domenicale”.

La Santa Messa, per molti un appuntamento tra tanti. Per altri una cosa dimenticata, per altri ancora un momento in cui festeggiare, e non celebrare, il Natale o la Pasqua, cerimonie ormai scontate e passeggere. Ma Francesco oggi ci ricorda la testimonianza di quanti hanno sacrificato se stessi per l’Eucarestia: “Nell’anno 304, durante le persecuzioni di Diocleziano – ha raccontato il Pontefice -, un gruppo di cristiani, del nord Africa, furono sorpresi mentre celebravano la Messa in una casa e vennero arrestati. Il proconsole romano, nell’interrogatorio, chiese loro perchè l’avessero fatto, sapendo che era assolutamente vietato. Ed essi risposero: “Senza la domenica non possiamo vivere”, che voleva dire: se non possiamo celebrare l’Eucaristia, non possiamo vivere, la nostra vita cristiana morirebbe. Quei cristiani del nord Africa furono uccisi. – ha aggiunto il Papa – Hanno lasciato la testimonianza che si può rinunciare alla vita terrena per l’Eucaristia, perché essa ci dà la vita eterna, rendendoci partecipi della vittoria di Cristo sulla morte. Una testimonianza che ci interpella tutti e chiede una risposta su che cosa significhi per ciascuno di noi partecipare al Sacrificio della Messa e accostarci alla Mensa del Signore. Stiamo cercando quella sorgente che “zampilla acqua viva” per la vita eterna? Che fa della nostra vita un sacrificio spirituale di lode e di ringraziamento e fa di noi un solo corpo con Cristo? Questo è il senso più profondo della santa Eucaristia, che significa “ringraziamento”: ringraziamento a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo che ci coinvolge e ci trasforma nella sua comunione di amore.”.

E poi a braccio aggiunge: “Perché a un certo punto il sacerdote che presiede la celebrazione dice: “In alto i nostri cuori?”. Non dice: “In alto i nostri telefonini per fare le foto”. No, è una cosa brutta! E vi dico a me dà tanta tristezza quando celebro in Piazza e in Basilica e vedo tanti telefonini alzati, non solo di fedeli, ma anche di preti e anche di vescovi, ma per favore, la Messa non è uno spettacolo, è andare incontro alla passione e risurrezione di nostro Signore, per questo dice “in alto i nostri cuori”. Ricordatevi eh, niente telefonini, è molto importante tornare all’essenziale attraverso quello che si tocca e si vede nella celebrazione dei Sacramenti”.

E tornare all’essenziale vuol dire ricominciare dal segno della croce. “Voi avete visto come i bambini si fanno il segno della croce? Tu non sai cosa fanno, se è il segno della croce o un disegno. Fanno così. – mima un gesto confuso e poi riprende – Bisogna insegnare ai bambini a fare bene il segno della croce. Così incomincia la Messa, così incomincia la vita, così incomincia la giornata. Questo vuol dire che noi siamo redenti con la croce del Signore. Guardate i bambini e insegnate loro a fare bene il segno della croce”.

Per leggere la catechesi del Papa clicca QUI




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