13 novembre 2017

13 Novembre 2017

Rimprovera e perdona

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,1-6)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Il commento

Se il tuo fratello commetterà una colpa [amártē]” (17,3). Il Signore qui parla delle colpe che commettono i fratelli, eppure l’insegnamento è preceduto da un ammonimento: “State attenti a voi stessi”. Gesù invita a misurare bene il nostro comportamento, parole e gesti. Non si tratta solo di acquisire un corretto self control né di imparare l’indifferente ipocrisia di chi fa finta di nulla. Gesù insegna l’arte del perdono. Diciamo anzitutto non si tratta di una colpa leggera, una dimenticanza o quelle piccole mancanze che accompagnano le nostre giornate. Il verbo amartáno significa peccare. L’insegnamento evangelico inizia con un “se” che fa pensare ad una vaga ipotesi. Ma con realismo poco dopo ricorda che il fratello può peccare anche sette volte al giorno. L’esperienza conferma che non si tratta di una congettura teorica ma della realtà quotidiana. Potremmo forse sostituire il “se” con un “quando”. Tutti i giorni ci scontriamo con il peccato, nostro e altrui. Tutti i giorni siamo costretti ad ammettere che non siamo stati capaci di tradurre i buoni desideri in scelte concrete. E se pure l’abbiamo fatto, non è avvenuto secondo la misura che Dio attendeva. In questa cornice l’invito a “stare attenti” può essere inteso in questo modo: “Siate sempre pronti, non vi lasciate sorprendere o scoraggiare, quando tuo fratello commette una colpa stai bene attento a quello che devi fare!”. Ecco il punto cruciale: come deve reagire un discepolo di Gesù? Diversamente da Matteo (18,21-22), il terzo evangelista chiede di mettere insieme due cose apparentemente molto diverse: rimprovera e perdona. Non come due cose distanti da fare in tempi separati ma due aspetti complementari della medesima azione. Ciascun verbo da solo non basta: se ci fermiamo al rimprovero, creiamo una distanza; se ci limitiamo al perdono, non aiutiamo il fratello a comprendere il male che ha commesso. Rimprovera e perdona significa intrecciare verità e carità. Una sfida sempre attuale e sempre difficile da mettere in pratica. È una grazia che oggi chiediamo a Maria, Madre di misericordia.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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