14 novembre 2017

14 Novembre 2017

Questo nulla da Te amato

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 17,7-10)
In quel tempo, Gesù disse:
«Chi di voi, se ha un servo ad arare o a pascolare il gregge, gli dirà, quando rientra dal campo: “Vieni subito e mettiti a tavola”? Non gli dirà piuttosto: “Prepara da mangiare, strìngiti le vesti ai fianchi e sérvimi, finché avrò mangiato e bevuto, e dopo mangerai e berrai tu”? Avrà forse gratitudine verso quel servo, perché ha eseguito gli ordini ricevuti?
Così anche voi, quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: “Siamo servi inutili. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare”».
Parola del Signore

Il commento

Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: Siamo servi inutili” (17,10). La parola evangelica offre un’immagine ben lontana dalla concezione che l’uomo ha di se stesso. Gesù non solo invita a leggere la vita nella cornice del servizio, quello più umile e disinteressato, ma chiede ai discepoli di considerarsi servi inutili. L’espressione si rivela un’originale e feconda provocazione. Gesù parla a tutti, anche e soprattutto a coloro che esercitano un ruolo di responsabilità nella comunità ecclesiale come in quella civile. Nella prospettiva evangelica il servizio non può essere confinato in alcuni gesti ma deve diventare lo stile di vita che determina ogni scelta. Come se non bastasse, Gesù unisce al vocabolo servo anche l’aggettivo inutile. In greco troviamo achreîoi che significa “non necessario”. In senso morale, l’aggettivo indica una persona umile e modesta che non cerca alcuna ricompensa. È un’interpretazione corretta ma forse riduttiva. Preferisco dare una lettura antropologica: in questo caso inutile definisce l’identità dell’uomo e il suo rapporto con Dio. Contro quella plateale e ridicola esaltazione dell’uomo che attraversa tutta la cultura contemporanea, il Vangelo ricorda che siamo creature che da Dio ricevono la vita. Dinanzi a Lui siamo piccola cosa. Quando Francesco d’Assisi contemplava l’Altissimo registrava l’infinita sproporzione e diceva: Io sono niente, Tu sei Tutto. Dinanzi a Dio l’uomo percepisce la sua estrema piccolezza ma nello stesso tempo sente tutta la sua infinita dignità fino a proclamarsi “orgoglioso d’essere / questo nulla / da te amato”, come scrive David Maria Turoldo (Un chiostro, in O sensi miei…, 516).

Padre santo, donaci la grazia di non considerarci indispensabili e di non pretendere di fare opere che abbiano valore e riconoscimenti. Insegnaci a unirci a Te per fare bene e con determinazione tutto ciò che Tu ci chiedi. Metti nel cuore tanta passione ma anche l’umile consapevolezza che niente effettivamente serve, se Tu non riempi la vita con la tua presenza e le opere con la tua grazia. Amen



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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