18 novembre 2017

18 Novembre 2017

Nei vicoli stretti del provvisorio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Luca (Lc 18,1-8)
In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

Il commento

Diceva loro una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai” (18,1). Le parole di Gesù sembrano sfidare il buon senso: com’è possibile pregare sempre se la vita è fatta di tante altre necessità e di tanti altri impegni? Come possiamo accogliere questo invito in un’epoca in cui la vita è assai più frenetica e ricca di occupazioni? Gesù ci invita a scoprire il significato della preghiera. Se pregare significa recitare formule in tempi prestabiliti, è evidente che essa può e deve essere confinata in alcuni momenti della giornata, necessariamente pochi e limitati. Ma se pregare significa coltivare e custodire la relazione con Dio, se la preghiera è il filo invisibile che lega Cielo e terra, allora essa accompagna e illumina ogni momento della giornata. Non esclude niente e nessuno. La preghiera è il respiro dell’anima, dà luce e colore ad ogni evento. Chi prega volge lo sguardo a Dio e cerca di vedere tutto in Lui e agisce in modo da fare di ogni scelta una tappa del cammino che conduce a Lui. La preghiera entra nelle fibre della vita quotidiana, nei vicoli stretti del provvisorio, ci insegna ad amare Dio in ogni cosa e sopra ogni cosa. Se viene a mancare questo legame con la vita la preghiera rimane una parentesi devota, anzi rischia di diventare il paravento di una religiosità formale che non ci apre al mistero, non ci costringe a fare i conti con il Dio vivente e non ci impegna a tradurre la sua Parola in scelte che hanno il profumo del Vangelo. In un tempo in cui gli uomini sono sedotti dal fascino effimero delle cose che passano, è ancora più necessario custodire la preghiera come spazio del mistero e disponibilità ad accogliere quella luce che risana il cuore dell’umanità.

Per Teresa di Lisieux la preghiera “è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il Cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia; insomma è qualcosa di grande, di soprannaturale che mi dilata l’anima e mi unisce a Gesù” (Ms C 25 r-v). Chiediamo la grazia di vivere anche noi in questa luce.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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