Violenza sulle donne

Troll, doxxing, revenge porn, le varie facce della violenza online sulle donne

lavoro

a cura della Redazione

In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne prevista per sabato 25 novembre, facciamo chiarezza sui vari volti degli abusi online.

Sentir parlare della violenza sulle donne è diventata una consuetudine tristemente ordinaria. Le molestie e gli abusi spesso sono facilitati e amplificati dalle possibilità del web e possono tradursi non di rado in incontri offline. Secondo un sondaggio condotto in otto paesi da Ipsos Mori, è emerso che il 23% delle donne intervistate in tutti i paesi, ha subito abusi o molestie online. Il 25 novembre è la Giornata contro la violenza sulle donne e di seguito proponiamo un breve elenco di tutti i possibili abusi online:

Minacce. Avvengono in forme diverse, e spesso sono un’estensione della violenza e degli abusi contro le donne off line. In questa categoria possiamo includere minacce dirette e indirette di violenza, come minacce fisiche o sessuali.

Tra le donne intervistate che hanno affermato di aver subito abusi online o molestie, il 26% ha dichiarato di essere stato minacciato (direttamente o indirettamente) di violenza fisica o sessuale. In alcuni casi, tali minacce possono rapidamente riversarsi nel mondo reale.

Discriminazione. I contenuti discriminatori sono tutti quei contenuti sessisti, razzisti, o che in qualche modo prendono di mira l’identità di qualcuno con il chiaro obiettivo di sminuirlo e/o umiliarlo.

Molestie. Una o più persone che lavorano insieme per colpire ripetutamente una donna usando commenti o immagini offensive per un periodo di tempo breve o coordinato, allo scopo di umiliarla o angosciarla: ecco cos’è la molestia online.

Doxxing. Parliamo di doxxing quando vengono rivelati documenti personali o identificativi (o doc = dox) o dettagli online su qualcuno senza il suo consenso. Questo può includere informazioni personali come l’indirizzo di casa di una persona, il vero nome, i nomi dei bambini, i numeri di telefono e l’indirizzo e-mail. È una violazione della privacy di una persona. Lo scopo del doxxing è angosciare, creare panico e causare allarme. Tra le donne intervistate che hanno subito abusi o molestie online, il 17% ha dichiarato che i loro dati personali sono stati rivelati online in questo modo. L’esperienza dimostra quanto sia pericoloso diffondere pubblicamente informazioni private.

Revenge porn. Frequentemente eseguita da un ex-partner con lo scopo di angosciare, umiliare o ricattare un individuo, questo atto viene a volte definito “revenge porn” (vendetta porno). Tuttavia, questo è un termine abusato e insoddisfacente che non riesce a comunicare come la condivisione di tali contenuti violi il diritto alla privacy. Sebbene una donna possa aver inizialmente acconsentito a farsi scattare foto e a condividerle volontariamente con un individuo, potrebbe non aver dato a quella persona il permesso di condividerle con altri. È l’aspetto non consensuale del “revenge porn” che, in parte, lo distingue dai contenuti sessualmente espliciti online in modo più ampio. Il 10% delle donne intervistate negli Stati Uniti che hanno subito abusi o molestie online ha dichiarato di essere state vittime di questo tipo di abuso.

Troll. Anche se in alcuni casi, la persona che c’è dietro all’abuso può essere nota alla donna, in altri, l’abuso viene compiuto da perfetti sconosciuti. Tra le donne intervistate che hanno affermato di aver subito abusi o molestie online, il 59% ha dichiarato che i perpetratori erano completi estranei, mentre il 15% ha affermato che l’abuso è stato eseguito da un partner attuale o ex. I troll di Internet non sono esseri fantastici che vivono sotto i ponti, ma persone normali che pubblicano deliberatamente commenti offensivi, a volte con l’intenzione esplicita di provocare allarme, angoscia o umiliazione. A volte, i troll lanciano attacchi coordinati e mirati contro le persone, che possono includere una o tutte le forme di violenza e abuso di cui sopra.

In definitiva, tutte le forme di violenza e abuso online hanno un effetto diretto sulle donne, violando il loro diritto alla libertà di espressione. Non solo le donne tendono a censurare sé stesse per paura di ritorsione, ma in alcuni casi abbandonano del tutto le piattaforme social media. A prescindere da come la si guardi, le donne vengono messe a tacere. Eppure, esattamente come tutti gli altri, le donne hanno il diritto di esprimersi liberamente e senza paura.




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