3 dicembre 2017

3 Dicembre 2017

Appuntamento con Dio

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Marco (Mc 13,33-37)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento. È come un uomo, che è partito dopo aver lasciato la propria casa e dato il potere ai suoi servi, a ciascuno il suo compito, e ha ordinato al portiere di vegliare. Vegliate dunque: voi non sapete quando il padrone di casa ritornerà, se alla sera o a mezzanotte o al canto del gallo o al mattino; fate in modo che, giungendo all’improvviso, non vi trovi addormentati. Quello che dico a voi, lo dico a tutti: vegliate!».

Il commento

Fate attenzione, vegliate, perché non sapete quando è il momento” (13,33). Questo vegliare è l’esatto contrario della rassegnazione. Stiamo svegli perché attendiamo qualcosa o qualcuno. Non siamo prigionieri del passato ma viviamo con lo sguardo rivolto al futuro. In Cristo vi è già la pienezza e tuttavia questa storia porta i segni dell’imperfezione. È un fatto che sorprende e sconcerta anche i primi discepoli. A coloro che chiedono di sapere quando si manifesterà il Regno (Mc 13,5; At 1,6) Gesù si limita a dire di stare svegli e attendere. Non è importante sapere quando il Signore verrà, è necessario invece imparare ad accoglierlo nella vita di ogni giorno perché l’eternità si nasconde nel presente. La vigilanza evita di cadere nel sonno dell’incoscienza e della sazietà; e di lasciarsi sopraffare dalla noia e dalla stanchezza. Il discepolo tiene gli occhi aperti, scruta ogni cosa, vive ogni evento con l’intima certezza che Dio viene. Il presente diventa così il luogo quotidiano dell’appuntamento con Dio. La vigilanza esprime anche l’attesa e la speranza del compimento. Rimane sveglio chi cerca la verità, chi attende la giustizia, chi non si accontenta, chi ha un motivo per vivere. “Finché c’è vita, c’è speranza”: dice un proverbio. In realtà possiamo affermare il contrario: “Finché c’è speranza, c’è vita”. È la speranza, infatti, che infonde il desiderio di affrontare con passione la vita e le difficoltà che in essa ci sono. La rassegnazione esprime la rinuncia, lo stare in disparte, nasce dalla paura di lottare o dalla sensazione che tutto ciò sia inutile. Il cristiano rimane in prima fila, anche quando sperimenta la fatica e la paura. Ascoltiamo la testimonianza di uno dei Padri del deserto. “Si racconta che Antonio, la sera del sabato, voltava le spalle al sole e stava in preghiera finché di nuovo il sole illuminava il suo volto”. Veglia veramente beata di chi attende il Signore con la certezza che verrà. Anzi, che viene e illumina l’oscurità del presente.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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