4 dicembre 2017

4 Dicembre 2017

L’unica possibilità

di don Silvio Longobardi

Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 8,5-11)
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».

Il commento

Entrato in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava” (8,5). In Avvento ogni pagina di Vangelo deve essere letta nella cornice del tempo liturgico e cioè nel solco di quel cammino che gradualmente conduce l’umanità verso la luce che risplende pienamente nella persona di Gesù di Nazaret. Protagonista di questa scena è un soldato romano, icona di quella umanità che cerca la luce. È un uomo abituato a comandare, porta le insegne di un popolo che domina con pugno di ferro un vasto impero. E tuttavia, dinanzi alla sofferenza del servo sperimenta tutta la sua impotenza. Sarebbe caduto nella rassegnazione se non gli avessero parlato di un certo Gesù. Siamo ancora all’inizio del ministero pubblico ma le voci corrono veloci e lo presentano come un profeta di Dio che ha il dono della guarigione. Il centurione non esita un solo istante. È l’ultima possibilità. Anzi, l’unica possibilità. “Gli venne incontro”, leggiamo nel Vangelo: in questo cammino intravediamo il desiderio di chi cerca e domanda una salvezza che non può darsi con le sue forze. Quando si trova dinanzi a Gesù, si rivolge con umiltà, gli consegna il suo dolore. Non gli chiede di intervenire. Ha già capito che non ce n’è bisogno. Questa preghiera è segno della fede umile e sincera. Entriamo in questo tempo con un’invocazione

Siamo in attesa, Signore Gesù. Nel nostro cuore inquieto trovano spazio tanti desideri ma noi sappiamo che solo Tu puoi condurre a pienezza questa vita, ricamata di slanci sinceri ma anche di palesi contraddizioni. Tu sei venuto ad abitare la nostra terra e non ti stanchi di venire nell’oggi della storia. Anche oggi. Insegnaci, Signore, a riconoscere ed accogliere Te nelle persone e negli eventi. Tu solo puoi dare senso alla fatica di ogni giorno. Tu solo puoi dare ogni giorno la grazia di ricominciare a vivere con la stessa passione. Donaci di accogliere la luce che oggi risplende tra le ombre dell’umana fragilità per arrivare alla meta definitiva dove Tu ci rivestirai con l’abito della festa.



Briciole di Vangelo

di don Silvio Longobardi

s.longobardi@puntofamiglia.net

“Tutti da Te aspettano che tu dia loro il cibo in tempo opportuno”, dice il salmista. Il buon Dio non fa mancare il pane ai suoi figli. La Parola accompagna e sostiene il cammino della Chiesa, dona luce e forza a coloro che cercano la verità, indica la via della fedeltà. Ogni giorno risuona questa Parola. Ho voluto raccogliere qualche briciola di questo banchetto che rallegra il cuore per condividere con i fratelli la gioia della fede e la speranza del Vangelo.


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stiamo vivendo un tempo di prova e di preoccupazione riguardo il presente e il futuro. Questo virus è entrato prepotentemente nella nostra quotidianità e ci ha obbligati a rivedere i tempi del lavoro, delle amicizie, delle Celebrazioni. Insomma, ha rivoluzionato tutta la nostra vita e non sappiamo fin dove ci porterà e per quanto tempo. Ci fidiamo delle indicazioni che provengono dal Governo e dagli organi sanitari preposti ma nello stesso tempo manifestiamo con la nostra fede che “il Signore ci guiderà sempre” (cfr Is 58,11).

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